È Colpa Mia

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Mai lontana abbastanza.
Per un attimo di distrazione le ali mi abbandonano e mi trovo a ruzzolare tra la sabbia del deserto. E provo così tante emozioni al momento che la testa scoppia, le lacrime scendono e le mani si aggrappano ai capelli lasciando la mia voce urlare nel nulla più assoluto. Quasi sembra che un decimo della frustrazione che provo in questo momento sia andata via e quasi sembra che la presenza di Edoardo si stia avvicinando. Corro, non voglio volare, tolgo le scarpe da ginnastica e corro nel buio della notte incapace di orientarmi ma con la luna e le stelle che mi illuminano quel che basta per scappare da qualcosa che non voglio affrontare. Qualcosa che mi si para davanti in un attimo alzando un polverone tutt'intorno.
<<Aurora.>> le ali di Edoardo si richiudono.
<<Come- come potete fare finta di niente? Tutto questo era calcolato e a voi sembra non importarvene. Ti avevo fatto una domanda, una sola domanda, mi avevi detto che non sapevi chi io fossi prima di incontrarmi e hai mentito. Tu, Anibal, Alessandro, Delilah, Francesco e Nicola avete mentito per tutto questo tempo. Avete indossato maschere per nascondere chi realmente siete. Dimmi la verità, avevi ingannato Raffaele, quel giorno in cui mi venne a parlare, lo obbligasti in modo tale che io accettassi un tuo passaggio? Mi avevi offerto un passaggio perché iniziassi a fidarmi di te?>> le mie urla si estendono in lungo e il largo.
<<Sì.>>
<<Io non voglio essere qui, io voglio tornare dalla mia famiglia, voglio tornare dalla mia migliore amica e voglio avere la vita che avevo fino a qualche giorno fa!>>
<<Tu sei un angelo Aurora e il tuo posto non è quaggiù.>>
<<Decido io dov'è il posto!>>
<<Un tempo accanto a me.>> quelle parole mi colpiscono come lame e tutta la rabbia che prima provavo si attenua <<Quando scendesti dalla luna insieme alle tue sorelle, perché secondo la tua teoria "dalla terra è più facile controllare il lunedì", e ti andasti a sedere sotto il salice piangente, ma non avresti mai pensato che quel giorno, quel posto lo aveva occupato qualcuno, che lo avevo occupato io intento a far scoppiar guerra tra gli uomini. Ed ero sul punto di farlo quando i tuoi occhi catturarono i miei e all'improvviso avvertí qualcosa mai provata. E per te fu lo stesso, perché ti osservavo e ogni giorno scendevi con quei tuoi occhi che si cercavano intorno, che cercavano un angelo dalle ali nere, un angelo con l'anima dannata.>>
<<Un demone.>> ricordo quando scoprii chi realmente fosse, ma non m'importava, ogni cosa di lui mi attraeva: i capelli neri mossi dal vento, che si abbinavano perfettamente a quelle iridi nascoste così bene in una pozza di petrolio, le sue ali morbide e nere che sembravano stare immobili per quanto si muovevano veloci, la sua bocca che sembrava esplodere sangue e che allo stesso tempo richiamava le mie labbra, la sua voce profonda e rauca quanto la sua risata, il suo profumo perfino. E ogni volta che lo rivedevo alle volte di sera la sua pelle brillava sotto la luce della luna che dava a me poteri.
<<Eravamo al sicuro, innamorati di qualcuno che non fosse un Dio, qualunque egli fosse. Le tue mani erano le uniche che potevano entrare in contatto con le mie ali. Eravamo felici, tanto da confidarlo agli amici più cari. Come tu lo dicesti ad Anibal e Nicola io lo dissi a Francesco, Delilah e Alessandro, perché egli non era solo una furia, ma un fratello e i fratelli non tradiscono. Ma mi sbagliai, perse il controllo e iniziò a dirmi che sarebbe finita male perché mi avrebbe scoperto, avrebbe scoperto entrambi. Non lo ascoltai e sbagliai un'altra volta. Dopo l'ennesimo pomeriggio passato insieme mi seguisti tu, dritta tra le fiamme e quando pensavo di poterti salvare Alessandro rivelò la tua entrata negli inferi.>>
<<Mi dispiace.>> un filo di voce mi esce a malapena e mi poggio sulle ginocchia con le mani <<È colpa mia. Se non ti avessi seguito non sarebbe mai successo.>>
<<Mi dispiace averti mentito, di averti fatta soffrire ed essere riapparso con altri mille problemi. Non ho il diritto di obbligarti a far nulla che vada contro la tua volontà ma Aurora, non ti avevo lasciata perché non ti amavo più, al contrario, ma perché sapevo che quegli incedenti non erano casuali e se allontanarti da me era l'unico modo per tenerti al sicuro non avevo esitato a farlo. Non pensare che non abbia sofferto e mi sento uno schifo perché ti vedevo, fuori la finestra quando la notte urlavi, quando avevi bisogno di me e io non c'ero. Puoi tornare a casa se vuoi, senza di me, ma->> afferro il viso di Edoardo e lascio scontrare le nostre labbra senza dargli modo di andare più avanti.
<<Io non voglio andare più da nessuna parte senza di te, ma te ne sarei grata se tornassimo a casa.>> mi accarezza la guancia e annuisce.
<<C'è qualcuno che vuole salutarti.>> negli occhi di Edoardo una fioca luce azzurra cattura la mia attenzione e nel momento in cui mi giro le mie gambe cedono facendomi cascare nella sabbia.
<<Chi l'avrebbe mai detto.>> il fiato mi blocca in gola e mi chiudo in me stessa piangendo come mai da tanto tempo <<Da quando faccio piangere? Di solito mi abbracciavi.>> la sua mano entra in contatto con la spalla e un brivido mi vaga per il corpo, alzo la testa di scatto e abbraccio il mio migliore amico mentre singhiozzo senza fine.
<<Mi dispiace tanto.>>
<<È stato un incidente.>>
<<È stata colpa mia.>>
<<Smettila.>> mi accarezza i capelli e io non stacco le mie braccia dal suo corpo.
<<Non ce la faccio, Tiziano ti prego io non ce la faccio senza di te. Devi tornare, nessuno ce la fa più, Alessia e tua madre e io, ti prego.>>
<<Non ce la fai eppure ti ho vista spiccare il volo per entrare all'inferno e uscirne senza un graffio.>> mi afferra le spalle e se non fosse per il suo chiariore penserei che sia qui realmente <<Senti, noi ne abbiamo passate tante e adesso non sto qui di certo ad elencare tutte le cose fatte insieme. Certo, avevamo programmato tante cose ma la vita non sempre va come ti aspetti, Aurora, sei e sempre sarai la mia migliore amica insieme ad Alessia, per sempre, e ti prego di non sottovalutarti perché tu sei molte cose e non te ne rendi conto. Va, urla e spacca questo mondo finché puoi, e non preoccuparti perché io starò sempre al tuo fianco, guardami, sono un angelo custode.>> mi da una gomitata ridendo.
<<Tu sei il mio angelo custode?>> gli chiedo.
<<No, di mia sorella. Tu ne hai un altro migliore.>>
<<Nonno...>> mi porto una mano alla bocca e ricordo quando sognai mio nonno, la notte di halloween, non era un sogno, era reale.
<<Torna a casa, fai quello che vuoi e non pensare al futuro, goditi il presente va bene?>>
<<Mi manchi, mi manchi tantissimo, non ci riesco.>>
<<Ma io sono qua, e là e lì, io sono sempre con te.>>
<<Voglio che tu sappia che sei il migliore amico che tutti sognano e che io ho avuto la possibilità di avere.>>
<<Oh Aurora.>> mi abbraccia forte e pian piano però sparisce <<Grazie di tutto.>>
<<No, no, no, no, resta ancora.>> le sue mani non mi tengono più.
<<La luna nuova la sua danza inizia.>>
<<Tiziano!>>
<<Ti voglio bene Aurora.>>
<<Ti voglio bene anche io.>> mi sorride per poi sparirmi davanti agli occhi.
<<Dai, vieni.>> le mani di Edoardo mi alzano in piedi e mi aggrappo a lui in un abbraccio.
<<La sera di halloween.>> mi sporgo indietro per guardarlo <<Quando mi hai preso per mano, e io pensavo di aver sognato mio nonno, era vero, non era un sogno, eri stato tu?>>
<<Riuscivo a sentire il tuo dolore.>>
<<Tu non sai...>> tiro su con il naso e ingoio il nodo in gola <<Grazie. Per tutto. Grazie.>>
<<Torniamo a casa.>> le nostre labbra si incontrano e mentre ancora siamo abbracciati entrambi liberiamo le ali facendo poi di una notte di emozioni un ritorno verso casa lungo e veloce.

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