Non Ho Paura

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Sta succedendo tutto così in fretta e neanche me ne rendo conto. I giorni si accorciano e io non sto facendo assolutamente nulla, inoltre Alessia è come impazzita, pensa che abbia i poteri ma l'ha presa meglio di quanto mi aspettassi <<Hai capito?>> mi chiede Edoardo sollevando il braccio e obbligandomi ad alzare la testa.
<<No, scusa.>>
<<Ma che hai?>>
<<È che.>> mi metto seduta e mi copro con la coperta <<Non riesco a smettere di pensare a cosa succederà dopo, insomma, tu in tutto questo tempo non te lo sei chiesto?>>
<<Certo che me lo sono chiesto.>> si alza e accende la luce della lampada.
<<E?>>
<<Secondo me tornerà tutto come prima.>> continuo a guardarlo <<Non lo so Aurora, io non voglio pensarci.>>
<<Mancano quattordici giorni, hai detto che se morissi adesso->>
<<Se, ma non succederà.>>
<<Ma se dovesse accadere->> tre colpi alla porta mi fanno sussultare ed Edoardo gira lo sguardo chiudendo il pugno <<Aspettavi qualcuno?>> sussurro.
<<No.>> si avvicina pian piano alla porta.
<<Sappiamo che siete lì dentro a zozzoni!>> la voce di Francesco viene accompagnata poi da uno schiaffo e un lamento di dolore. Sulla porta compaiono lui, Anibal, Nicola e Cristian.
<<Ma sei stupido.>> Edoardo gli sferra uno schiaffo dietro la testa.
<<Io gliel'avevo detto di non venire.>> si difende Nicola.
<<My sol!>> le braccia di Anibal mi accolgono calorose.
<<Mi dispiace di essere scappata.>>
<<Non ti preoccupare, come stai?>>
<<Non lo so.>>
<<Che facce serie che avete ragazzi, ma che avete fatto?>> Francesco si sdraia sul divano e io abbasso lo sguardo.
<<Tutto bene?>> Nicola si poggia al tavolino di vetro e prende in mano un vasetto di coccio con le caramelle dentro.
<<Si, tranquillo tutt->>
<<Aurora si è rivelata ad un umano.>> Edoardo mi interrompe e il vasetto cade a terra in mille pezzi, posso sentire lo sguardo di tutti bruciarmi la pelle. Anibal afferra una sedia e la scaraventa a terra con una rabbia che non gli avevo mai visto prima addosso.
<<Perché!?>> urla in faccia ad Edoardo <<Perché gliel'hai lasciato fare!?>> lo afferra per il colletto e lo sbatte al muro lasciandolo andare <<Perché?!>>
<<È stata una mia decisione.>> gli dico.
<<Morirai!>>
<<Morirò lo stesso!>>
<<Non puoi saperlo!>>
<<Neanche tu!>> mi alzo dal divano e li guardo uno per uno <<È per colpa mia che vi ritrovate in questa situazione. Non lo date a vedere ma posso benissimo immaginare che vorreste tornare a casa il prima possibile. Ci siamo incontrati, abbiamo riso e abbiamo pianto ma io non ce la faccio più, non voglio più... questo. Non fraintendermi, siete meravigliosi, tutti voi, vi voglio un bene assurdo, ma non faccio altro che causare guai e non voglio più che le persone ci finiscano in mezzo per causa mia.>> sospiro e stringo i pugni <<Voi tornate a casa e io... scendo dalla giostra.>> non ho mai visto nessuno dei presenti piangere se non Edoardo eppure adesso sono tutti in lacrime. Francesco si alza dal divano e mi guarda in tutta la sua altezza.
<<Tu ci ficchi in questo casino e pretendi che la tua morte sarà la liberazione ai nostri problemi? Hai detto che la famiglia si è allargata, non puoi lavartene le mani e lasciarci in questo modo.>>
<<Io non ti sto lasciando. Io non vi sto lasciando, ma muoio per lasciar vivere voi.>>
<<Se tu muori noi con te.>> mi pizzica la guancia e si rimette seduto.
<<Sai, prima che ci rovinassi il resto dell'eternità.>> guardo Nicola <<C'era qualcuno qui fuori che voleva parlarti.>> sposto lo sguardo verso Edoardo che annuisce impercettibilmente <<Però se devi fare come l'ultima volta eviterei.>> scuoto la testa e mi avvicino alla porta, esco e quando arrivo al cancello principale trovo Alessandro e Delilah poggiati al muretto.
<<Ciao.>>
<<Abbiamo sentito quel che hai fatto.>> dice il biondo e io alzo le spalle.
<<Mi dispiace.>> lo ammettiamo tutti e tre allo stesso momento e io li guardo confusa <<Io... non volevo scagliarmi contro di te in quel modo, in fondo ciò che hai fatto l'hai fatto per paura e molto probabilmente l'avrei fatto anche io.>>
<<No, è stata colpa mia, io non solo ho cacciato nei guai tutti quanti, ma ho tradito Edoardo e per me era, ed è, come un fratello anche se lui mi odia.>>
<<È solo troppo orgoglioso.>>
<<È un demone.>> Alessandro si gira verso Delilah e le da una gomitata.
<<Scusa se ti ho cercata di uccidere... più volte. E mi dispiace davvero tanto per Tiziano.>> sorrido e alzo le spalle <<Ma questo non vuol dire che siamo amiche.>>
<<Oh no, tranquilla.>>
<<Bene, speriamo solo che quest->> quando gli occhi di Delilah si spalancano guardando per aria mi giro confusa, ma un dolore lancinante mi colpisce dritto sulla parte sinistra dello stomaco e mi fa cadere a terra senza fiato.
<<Abigor!>> Alessandro urla quel nome con disperazione mentre spalanca le ali nere e mi ci avvolge dentro come una coperta <<Delilah vai!>> continuo ad agitarmi senza aver la possibilità di respirare e la pelle continua a bruciarmi come fuoco <<È ancora viva!>>
<<Vieni, ti prendo io.>> delle braccia mi afferrano e mi caricano con delicatezza, riportandomi dentro casa di corsa, ma la vista pian piano si appanna <<Aurora, Aurora!>> vedo il viso di Nicola che mi urla contro ma la sua voce è più lontana della sua bocca <<Ci siamo quasi, resisti.>> si inginocchia accanto a me e nel momento in cui alza la mano non faccio in tempo a connettere che una lama mi sta tagliando la pelle della pancia. Le mie urla riescono a stordire anche me ma il dolore è troppo <<Ho quasi finito.>> gli vedo afferrare delle pinzette e guardo il divano pieno di sangue e scuoto la testa cercando di mettere a fuoco <<Cazzo non lo vedo!>> urlo quando le dita di Nicola aprono ancora di più il taglio e sul punto dello svenimento lo spintono dopo avergli preso le pinzette dalla mano. Mi alzo con il busto e dopo aver diviso la carne insanguinata noto un pezzo di non so che conficcato come una sanguisuga e vedo le stelle quando con tutte le forze che mi rimangono lo tiro fuori, per poi crollare sul divano e sentire come ultima cosa le pinzette che cadono a terra.

Il Mio Cuore Chiede Di TeWhere stories live. Discover now