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I giorni successivi all'accaduto con Alexandra non sono andata a scuola, non mi sentivo proprio di vederla.
Sono ancora arrabbiata con lei.
Ha fatto quelle cose senza che io lo volessi, e anche se mi è piaciuto, l'ha fatto comunque senza il mio volere.
E in più, come se non bastasse, non ha risposto alle mie domande!
Penso che finirò per impazzire davvero se continua così.

Durante questi giorni in cui non sono andata a scuola, ogni pomeriggio, qualcuno suonava alla mia porta e so che era lei, e proprio per questo non ho voluto vedere neanche chi fosse.

Mi sento molto giù di morale, vorrei solo che lei mi spiegasse il motivo, vorrei che non facesse quelle cose senza il mio volere.

In quel momento in cui si è spinta più delle altre volte, avevo capito che voleva farlo da molto tempo.
Accidenti!
È tutto così complicato!

Guardo l'orologio, sono le 8.30 di lunedì mattina, mi alzo con calma, mi vesto e faccio colazione.
Ho deciso di entrare in seconda ora in modo da saltare la lezione di inglese.
Non mi sento ancora pronta per vederla e affrontarla, non so se riuscirei a mantenere la calma, non so se riuscirei a non urlarle addosso tutta la confusione che mi ha fatta passare in quei giorni trascorsi a casa.

Una volta arrivata a scuola, entro in classe sperando che Alexandra non sia ancora lì, e per mia fortuna c'è il professore di alimentazione che si presenta alla classe e inizia a spiegarci il programma del terzo anno.
L'alimentazione mi piace e questo professore è anche molto socievole e amichevole con noi, e da quanto e da come sta spiegando, per la prima volta dall'inizio della scuola, sto attenta a una lezione che non sia italiano.

Dopo un'ora di spiegazione, la campanella suona, segnando la fine della lezione di alimentazione e segnando l'inizio della lezione di francese.
La professoressa entra e si presenta, è una bella ragazza pure lei, giovane, con sicuramente qualche anno in più di Alexandra.
Dopo essersi presentata continua dicendoci di fare attenzione al programma che dovremmo affrontare.
Il francese non mi piace, però me la cavo, e soprattutto questa professoressa non mi ispira molta fiducia, non mi piace affatto.
Anche se è giovane e bella non mi piace per niente.

La professoressa inizia a spiegarci il primo argomento in francese e io non ho difficoltà a capirla, questo argomento l'ho affrontato pure l'anno scorso, quindi sono tranquilla, ma i miei compagni invece sono nel panico.
Si vede dalle loro facce che non stanno capendo neanche una parola, e la professoressa in questo caso dovrebbe fermarsi e spiegare in italiano, ma sembra non importarle se i miei compagni capiscano o no, il che questo mi fa un pò arrabbiare.
Okey che non mi piacciono i miei compagni di classe, ma non mi sembra giusto nei loro confronti fregarsene e andare avanti a spiegare seppur loro non abbiano capito.
Non mi va di lasciarla continuare spiegare in francese, che lei voglia o no, deve assicurarsi che anche il resto della classe capisca bene l'argomento, ma continuando così è impossibile.

«Prof, scusi il disturbo, ma non mi sembra che qui tutti stiano capendo. Potrebbe spiegare in italiano, cosicchè nessuno di noi rimanga indietro, e capisca?» le chiedo con gentilezza, e sembra proprio che non le sia piaciuto per niente ciò che le ho chiesto.
«Non è colpa mia se non capiscono, anzi, questo dovrebbe spronarli a stare più attenti» mi dice come se fosse una cosa ovvia.
«Stare attenti è un conto, capire una lingua diversa dalla nostra, e pure parlata velocemente è un altro conto, non le pare?» le chiedo con sicurezza, mi fa innervosire questa...

I miei compagni iniziano a mormorare tra di loro dandomi ragione e la professoressa dopo avermi guardata male inizia a spiegare in italiano e io la guardo sorridendo con una aria di vittoria.

L'ora di francese passa davvero lentamente e quando suona la campanella segnando l'inizio di un'ora di supplenza i miei compagni sospirano e mi ringraziano per il mio intervento.

Durante l'ora di supplenza chiedo di andare in bagno e il professore mi manda dicendomi di riferire al professore di italiano (il mio prof preferito) di andare nella mia classe per parlare con lui.
Così faccio e dopo mi reco nel mio posto isolato della scuola, dico il mio perché è davvero dimenticato da tutti, e sembra che nessuno venga qui da mesi, o anni addirittura.
Mi siedo per terra accendendo una sigaretta, collego le cuffie al telefono e me ne metto una, non si sa mai qualcuno venga.
Mi rilasso un pò. In questi giorni mi è stato difficile rilassarmi. È tutto così confuso, è tutto così inaspettato e complicato.
Finisco la mia sigaretta e la butto a terra, scollego le cuffie e mi alzo.

Sento dei passi avvicinarsi. Chi sarà mai?.
Mi affaccio dal muro lentamente e forse sarei dovuta rimanere in classe...
E ora che faccio?! Mi agito e mi guardo intorno pensando dove potrei nascondermi.

'Perché devo nascondermi? Perché devo aver paura o timore di affrontarla? È tutta colpa sua se sto così agitata!'. Sospiro nuovamente e vado verso di lei.
Non appena mi vede mi guarda sorridendo, le passo di fianco, non guardandola nemmeno e la sorpasso continuando a camminare.

«Perchè mi stai evitando?» mi chiede, mentre cammina per raggiungermi.
«Penso che ti possa dare una risposta anche da sola, e per favore, stammi lontana» mi giro e la guardo  «Non voglio più che mi faccia ripetizioni, me la caverò da sola»
Sentendo questo si ferma di scatto e mi guarda preoccupata e triste «Ma io
«Va via, non avvicinarti a me, siamo alunna e professoressa, nient'altro»
Mi volto nuovamente e ritorno in classe.

Suona la campanella con l'inizio dell'intervallo, esco dalla classe e vado in bagno. In questa scuola non si può neanche andare in bagno in pace, devo sentire ste ragazzine del primo e secondo lamentarsi sempre.

Frustata esco dal bagno e mi dirigo alle macchinette.
Chi cavolo mai ha avuto la fantastica idea di posizionare le macchinette davanti all'aula insegnanti?
Ma che rottura!. Uno studente non può andare qui a prendersi qualcosa tranquillamente perché sti professori tengono pure la porta aperta.
Ma dai!!

Alzo gli occhi al cielo e dopo aver preso una bottiglia di tè, alla pesca ovviamente, mi avvicino all'aula insegnanti per vedere se ci sia il prof di italiano. Ma anziché lui, ci sono solo due prof, ma non capisco bene chi siano. Curiosa, mi avvicino di più non facendomi scoprire però, e noto che sono Alexandra e la prof di francese, che dovrebbe chiamarsi Cristal. Penso proprio che le due si conoscano. Di che staranno parlando?
Ascolto attentamente e guardandole noto che
la prof di francese sta filtrando con Alexandra e lei sta ci sta pure.

No, non può essere così. Può essere mai così stronza? Ci prova con me e si fa 'corteggiare' da quella.

'Ma cos...
Ma che...
Ma seriamente?'

Non so neanche che dire, non so che pensare...
La prof di francese ha baciato Alexandra, e lei, sta ricambiando...
Mi sento morire, mi sento una fitta al cuore, allo stomaco, alla testa. Fa male vedere questo.
Senza che me ne accorga mi ritrovo a piangere. Tutto questo fa male..

Corro in bagno, mi chiudo e piango, piango in silenzio.
Ma... perché? Perché sto piangendo? Che cosa mi prende? Perchè tutto questo?
Sono triste, delusa, mi fa male, ma sono arrabbiata, non capisco.
Perché sono arrabbiata?..
Sono gelosa? La mia non è rabbia, è gelosia?!
Mi piace? Ma non lo so!.
Troppe domande, troppo casino in testa, nel cuore, troppe emozioni estranee.
Mi piace Alexandra?...

'Mi sto innamorando?... oppure, lo sono già?..'




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