Sia io che lei restammo ad occhi aperti. Ecco perché erano così sporche: aveva scavato nella terra a mani nude per trovare quel fiore e stupire la sorellina. Annael si aprì in un dolcissimo sorriso, che fece sciogliere il cuore a me e, ne ero certa, anche a lui. Infatti, neanche due secondi dopo lo intravidi sorridere con la stessa dolcezza che le aveva rivolto la sorella, e prendendo la margheritina con due dita la mise tra i capelli della bambina, sopra il suo orecchio sinistro. Lei ovviamente sembrò ancora più felice, e gli si buttò tra le braccia, costringendolo a lasciare tutta la terra ancora nella mano sul pavimento per poter ricambiare l'abbraccio ed evitare che cadessero entrambi. Io non potei fare a meno di continuare a guardarli, mentre una piccola risatina mi saliva in gola. Non riuscii a bloccarla prima che uscisse, manifestando la mia presenza e facendo voltare entrambi nella mia direzione. Annael mantenne ancora di più quel suo dolcissimo sorriso da bambina, e lasciò la presa sul fratello per saltare sul pavimento (atterrando ovviamente sulla terra) e correre nella mia direzione. La presi subito in braccio, stringendola a me con amore e sclerando nuovamente perché, andiamo, era morbidissima! Come potevo non farlo?? Forochel invece si era ripreso velocemente una volta capito chi ero, sistemato sul letto con aria impettita ed ora mi guardava con uno sguardo infastidito. Se non assassino, ma non vi avrei giurato.
<<Ciao piccola, come stai?>> chiesi a quel punto, spostando la mia attenzione sulla bambina tra le mie braccia. Fece un cenno come a dire che andava tutto bene, per poi indicarmi il fiorellino ora un po' sgualcito che aveva tra i capelli. <<E' davvero bellissimo. Te l'ha dato tuo fratello, vero?>> Un altro movimento di assenso con la testa, e poi scalpitò un po' facendomi capire che voleva tornare con i piedi per terra. A malincuore l'accontentai, e lei scattò nuovamente verso il fratello, afferrandogli la mano con tutta la forza dei quattro anni che aveva per farlo avvicinare a me. Lui stranamente non ribatté, seguendola con rassegnazione e tenendo lo sguardo basso. Una volta tutti e tre insieme, fece vagare lo sguardo su noi due, per poi indicare alternativamente me e lui. Allora capii.
<<Capisco. Voleva fare una magia come quella che faccio io?>> domandai per sicurezza alla piccola, che annuì con gli occhi seri e profondi di un'adulta. Era davvero brava a comunicare con essi, anche senza bisogno di parole. Ma nonostante ciò avevo sempre più una gran voglia di sentirla parlare. Anche un semplice "ciao" mi sarebbe andato bene. Restammo un po' in silenzio, prima che lei tirasse la manica del fratello, gli desse un piccolo bacino sulla guancia (sempre più carina, oddio!) e scappasse al piano di sotto, a giocare forse, tenendo ben saldo in fiore sul suo orecchio. Appena soli in quella stanza calò un silenzio imbarazzante.
<<Non ti hanno insegnato che non si spiano le persone?>> domandò bruscamente Forochel, girandosi di spalle e andando a raccogliere la terra che aveva fatto cadere. Si era sparsa ovunque nella stanza. Adesso che ci pensavo, era la prima volta che entravo nella camera dei fratelli. Diedi un'occhiata in giro, soffermandomi sui lettini a castello da rifare ed i giochi sparsi qua e là. Alcuni erano ammucchiati in un angolo della stanza, in un finto ordine. <<Allora?>> ripeté lui a quel punto, riscuotendomi dalla mia trance ma continuando a non guardarmi.
<<Si... si, scusa, vi avevo sentito parlare e->>
<<Ed hai pensato di intrometterti.>> m'interruppe lui <<Davvero molto matura.>> Sospirai a quelle parole taglienti, ma decisi di non prendermela. Sapevo ormai che si comportava così quando si sentiva in imbarazzo per qualcosa, e che non era cattivo.
<<Senti, mi spiace aver origliato.>> tentai di scusarmi, ma lui continuava ad ignorarmi. Aveva iniziato a rifare il letto su cui erano seduti poco prima pur di non guardarmi direttamente. Sospirai ancora, e mi avvicinai anch'io ad uno dei letti.
<<Che fai adesso?>> mi chiese quasi subito, vedendo che toglievo i cuscini per metterli da parte.
<<Ti aiuto, ovvio.>>
<<Non servirà a farti perdonare, sappilo.>>
<<Lo so.>> Continuammo a fare il nostro dovere, saltando da un letto all'altro, ed in meno di dieci minuti erano tutti sistemati. Mi strofinai le mani soddisfatta, e girandomi notai che finalmente il ragazzino aveva smesso di ignorarmi. Mi guardava seduto su un piccolo letto vicino una finestra, il suo immagino. Spostò subito lo sguardo altrove quando lo guardai di rimando. A quel punto non sapevo cosa fare o dire.
<<Quello che hai fatto prima per tua sorella,>> tentai di nuovo <<è stata una cosa davvero bella.>>
<<Lo so.>> mi rispose poco dopo, continuando a guardare fuori.
<<Lo fai solo per lei?>>
<<Si. Gli altri mi prenderebbero per un'idiota.>>
<<Come fai a saperlo?>>
<<Lo so e basta.>> 'Ok, meglio non farlo arrabbiare di nuovo. ' Mi avvicinai lentamente verso il suo letto, e vedendo che non mi prestava attenzione continuai fino ad essere ad un paio di metri da lui.
<<Non volevo interrompere il vostro momento di intimità fraterna, o quel che era.>> mi scusai. Lui non risposte, così rassegnata a questa scena muta mi voltai per andarmene. Raggiunta la porta, però lo sentii parlare di nuovo.
<<Hai pensato a quel che ti ho detto?>> Aggrottai le sopracciglia, cercando di capire a cosa si riferisse esattamente. Lui sbuffò e mi guardò con i suoi occhi verde prato <<Riguardo lo smettere di essere così stupidamente umana.>>
<<Non posso certo smettere da un giorno all'altro. Sono nata umana.>> risposi a quel punto mettendo le mani sui fianchi.
<<Puoi sempre provarci.>> ribatté convinto <<Prova a sembrare più un elfo.>>
<<E scusami, esattamente perché dovrei farlo?>>
<<Perché forse, e dico forse, continui a cacciarti nei guai a causa della tua natura.>> Si alzò in piedi e mi si avvicinò, continuando a fissarmi. Anche se era molto più piccolo di me, gli sarebbe bastato poco per raggiungermi in altezza, se non superarmi del tutto. <<Qui non siamo a casa tua.>> continuò guardandomi così seriamente da farmi perdere il mio sangue freddo <<E' il mio mondo, il nostro mondo. Quindi accetta questo consiglio. Scegli cosa ti conviene fare: continuare a mostrare la tua umanità a tutto e tutti, mettendo in pericolo anche noi, o metterla da parte ed iniziare a comportarti come quella che dovresti essere.>> Con queste parole, dette in maniera completamente differente a come aveva parlato fino a poco prima con la sorellina, uscì lasciandomi turbata ed in balia dei miei pensieri. Era un consiglio secondo lui. Avrei dovuto fare una scelta quindi, seguire la mia natura o abbandonarla. Era possibile una cosa del genere? E se sì, cosa dovevo fare? Scossi la testa e tornai nella camera di Elly, poggiandomi sul bordo della finestra con i gomiti. Non sapevo che fare sinceramente, non in quel momento almeno. 'Non posso rinunciare così alla mia umanità. Però c'è questo potere elfico, in me, che non mi lascia molta scelta.' Non credevo fosse possibile rinunciare ad una parte di sé, ma Roche aveva anche detto che probabilmente continuavo a cacciarmi nei guai perché ero fatta così. Forse non aveva tutti i torti. Mi passai le mani sul viso, tirandomi indietro i capelli. Forse aveva ragione, forse avrei dovuto scegliere. E tenendo conto dei pro e contro di tutta quella situazione, avrei dovuto farlo presto. Perché mi ero ripromessa di essere più forte, di riuscire a cavarmela da sola. Di smettere di piangere. Mi ero ripromessa che al mio prossimo incontro con l'assassino non avrei mostrato le mie debolezze. Ed era quello che ero disposta a fare. Ma la mia salvezza valeva davvero più della mia umanità?
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My Life Now 2: My Own Choice
AdventureLexy è a pezzi. Non si aspettava di venir tradita dalle persone a cui teneva di più, e deve fare i conti con i suoi sentimenti e la minaccia di un nemico dalle capacità sconosciute. Si creeranno nuove amicizie, mentre l'inverno farà la sua comparsa...