Capitolo 6

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L'amore è quella strana cosa che ti si appiccica addosso, nello strato sottile tra le ossa e la carne.
E non ti chiede il permesso di farlo.
Non ne ha bisogno.
Lo fa e basta: quando e come vuole.
E tu vorresti strappartelo di dosso.
Tornare ad avere il pieno controllo sulle tue membra.
Ma non puoi.
Contro di lui, non hai nessun potere.

CANDICE

«Che voto ti ha messo Spencer?» mormora, sedendosi rumorosamente accanto a me. La cartella gettata malamente sul tavolo, i piedi della sedia che strisciano sul marmo del pavimento, facendo sollevare lo sguardo contrariato di un gruppo di ragazze sedute alla mia destra.

«A» farfuglio, riportando il viso tra le pagine del libro. Le formule di matematica scorrono tra le pupille, il bisbiglio della biblioteca mi riempie i timpani.

«Mia madre mi ammazzerà» borbotta afflitta, aprendo lo zaino «Quello stronzo mi ha messo C» il suo tono adombrato si acuisce senza preoccuparsi degli sguardi di disappunto dei presenti.

«Lo recupererai tranquilla» la rassicuro, voltandomi verso di lei che sbatte brutalmente il libro di fisica sul banco. Nervosamente lo apre, sfogliandolo alla cieca.

«Sono consapevole che avrei dovuto ascoltarti e studiare prima ma...» mugugna, congiungendo le mani davanti al petto «Mi aiuti pomeriggio?» chiede speranzosa, sgranando amareggiata i suoi grandi occhi azzurri.

«Ma certo» provo a rincuorarla dandole una leggera gomitata per smuoverla dalla sua posizione di preghiera «Inizia ad aprire il libro nel verso giusto però» farfuglio, indicando con lo sguardo il codice aperto al contrario.

Lei, segue stranita la traiettoria dei miei occhi, accorgendosi dello sbaglio «Le persone molto intelligenti riescono a leggere al contrario» si giustifica ridente, ruotandolo pigramente.

Scuoto lievemente il capo riportando l'attenzione tra le pagine. Cerchio il quinto esercizio con la matita, posandola poi nell'incavo della rilegatura dei fogli.

«Dio quanto è bono» prorompe, facendomi sollevare d'istinto lo sguardo. Le pupille intercettano il profilo di Noah in procinto di sedersi nel tavolo dinanzi al nostro e i nervi guizzano sotto la pelle.

«Davvero?» mi accerto stizzita riservandole uno sguardo contrariato «Parli del ragazzo che ti ha spinto la pasticca LSD giù per la gola» commento piccata, non riuscendo a credere alla sua clemenza. Voglio bene a Noah, ci conosciamo fin da bambini, ma non posso accettare che influenzi Stella con i suoi casini, facendole assumere droghe.

«Oddio Candy ancora...» si lamenta, portando scocciata gli occhi al cielo« E' stato solo uno sbaglio» lo giustifica fermamente.

«Uno sbaglio che ti è costato una lavanda gastrica e tre ore d'ospedale » postillo irritata riportando il muso sul libro.

«Esagerata...» la sento borbottare mentre picchietta  nervosamente la penna sulla scrivania «Comunque ne è valsa la pena, l'infermiere era un manzo da paura» sogghigna, facendo sorridere anche me perché riesce a trovare il lato positivo in qualsiasi situazione.

I minuti passano lenti, li sento scivolare dentro la testa scanditi delle mie pulsazioni che risuonano tra le orecchie, lungo i polsi irrigiditi . Mi inumidisco le labbra, scorgendo con le pupille il suo profilo, le iridi distrattamene rivolte sul libro che ha davanti.

Un sospiro impercettibile che mi accarezza la lingua «Potremmo tornarci...» propongo, rompendo il silenzio, mentre seguo distrattamente la punta della stilografica che scivola sul foglio. Un grumo di saliva si arpiona alle corde vocali, il cuore da un colpo crudo tra le costole.

Tu sei velenoWhere stories live. Discover now