Sabato 22:30

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Quando una fetta di pizza fu lanciata nella sua direzione e presa al volo da Hunk, che subito la trangugiò con soddisfazione, ecco, quello fu il momento in cui Keith realizzò che la sua vita non poteva prendere una piega più assurda.

"Prova solo a ripetere" stava intanto dicendo Lance, il proprietario della fetta che aveva attentato alla sua vita, un dito minaccioso puntato contro di lui "che la pizza con l'ananas è buona e giuro su Dio che la prossima cosa che lancerò sarà una sedia, e questa volta ti colpirò"

"A me piace" lo fulminò Keith, tornando su da sotto il tavolo, dove si era momentaneamente nascosto. Lance afferrò la sedia.

"Potreste non distruggere casa mia, per favore?" piagnucolò Pidge.

"Amico" cercò di calmarlo Hunk "I gusti vanno rispettati, sempre. Il cibo è sacro"

Afferrò le spalle dell'amico e lo guardò intensamente negli occhi, spiegandogli per cinque solidi minuti che tutto ciò che poteva essere mangiato, meritava di essere mangiato perché il Signore aveva creato un'infinità di gusti solo per permettere loro di godere delle gioie della vita che si celavano dietro di essi. Alla fine, Lance era di nuovo seduto e guardava il tavolo con le mani tra i capelli, le certezze della vita che gli crollavano addosso. Keith fu contento di poter finire la sua pizza preferita in santa pace.

Finito il divoramento di pizze, Pidge si reggeva la pancia piena e dolorante steso sul pavimento, Lance osservava il paesaggio fuori dalla finestra, le mani dietro la schiena, ancora perso nei pensieri sul senso della vita, Hunk frugava in cucina in cerca di qualcos'altro da sgranocchiare e Keith sedeva sul divano, lo sguardo preoccupato puntato sugli alcolici poggiati sul tavolino.

"Abbiamo preso tutto quell'alcool, ma voi davvero avete intenzione di berlo tutto?" se ne uscì alla fine. Lance, tornato in sé in un secondo, si girò entusiasta.

"Mi pare ovvio!" iniziò a frugare nella busta, cacciando le prime birre "Altrimenti non abbiamo alcun diritto di chiamarci adolescenti, che cavolo"

"Penso che ci siano altri modi per divertirsi che non includino il distruggersi il fegato" borbottò Keith.

"O mio Dio come sei noiosoooo"

Lance, che a quanto sembrava quel giorno sembrava particolarmente in vena di lanciare oggetti pericolosi nella sua direzione, gli lanciò contro una lattina di birra, che Keith prontamente schivò, causando l'impatto di quest'ultima contro il muro. La lattina scoppiò e un getto di birra ne fuoriuscì.

"Lance, ti uccido!" gridò Pidge, balzando in piedi e fissando con orrore il disastro combinato.

"Tranquillo, ora pulisco!" il cubano corse in cucina per prendere delle pezze e si chinò a pulire il lago in espansione sul parquet. Il quale sembrò espandersi ulteriormente. Lance strofinò con più foga, inutilmente.

"Non funziona" notò Keith.

"Wow, grazie genio di averci regalato un commento così perspicace. Perchè non mi aiuti, visto che tutto questo è colpa tua?"

"E' colpa mia perchè non mi sono fatto colpire?!"

"Provo a prendere del detersivo" propose Hunk. Dopo una mezz'ora in cui tutti e quattro (Keith non capiva come si fosse ritrovato anche lui a strofinare per terra insieme a Lance, ma era successo) si ingegnarono in ogni modo possibile per pulire la macchia, decisero infine di spostare la poltrona su di essa e il problema fu risolto.

"Giochiamo a io non ho mai" propose Lance quando si sedettero in cerchio per terra. Keith teneva un braccio appoggiato sul divano e decise di prendere l'iniziativa, un ghigno sul volto.

I'm falling so I'm taking my time on my ride // KlanceWhere stories live. Discover now