Capitolo 43

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Pov's Martina
Cerco di non darci peso e non farci troppo caso, anche se è più difficile di quanto immaginassi, e mi siedo su una delle due sedie lasciate libere per me e Gaia, ma che quest'ultima non sta utilizzando, e faccio mettere Frida in braccio a me.
<Tu li conosci?> le chiedo io, per cercare di capire la situazione, potrebbe essere il suo migliore amico, così come potrebbe essere il suo ex, non ne ho idea e ora non posso scoprirlo.
In risposta la piccolina annuisce leggermente, per poi dirmi i nomi di ognuno, e spiegarmi come si sono conosciuti con la sorella. Arriva al ragazzo accanto a lei, che, se vogliamo, è il vero e proprio motivo della mia domanda, ed io ho quasi paura di ascoltare ciò che ha da dire.
<Erano fidanzati fino a un po' di tempo fa> mi sussurra all'orecchio per non farsi sentire dagli altri, ed io mi irrigidisco in un modo tutt'altro che impercettibile, tanto è vero che lo nota anche Frida.
<Che hai?> mi domanda, cercando di capire il perché della mia reazione e del mio cambio di umore che, mi duole dirlo, credo mi accompagnerà per tutta la giornata, anche se si prospettava una delle più belle, sia per me che per Gaia, che è ancora in piedi accanto a quel ragazzo, mi sembra si chiami Lorenzo, sinceramente non mi interessa più di tanto.
Lei lo guarda negli occhi mentre ridono, sono molto vicini e mi sembra di tornare a respirare solo quando, dopo che lei ha portato alla bocca la sua sigaretta ed ha aspirato, si allontana dal ragazzo e si gira leggermente per non ricacciare il fumo in faccia a lui.
Mi soffermo a guardare anche lui, un bel ragazzo, senza dubbio, ha uno di quei ciuffi che vanno tanto di moda ora, una maglietta a maniche corte che mette in risalto i muscoli, e un jeans nero stretto. La scruta con attenzione, chissà quanto è cambiata dall'ultima volta in cui si sono visti, chissà quanto le è mancata, ma soprattutto chissà cosa hanno condiviso, quanto hanno condiviso. Penso a tutte le volte in cui lui l'ha guardata come la guardo io ora, e non come se al mondo non ci fosse nient'altro al di fuori di lei, anzi, ci sono tante altre cose e persone bellissime, ma non ti importa così tanto perché davanti agli occhi hai lei. Penso a tutte le volte in cui le ha accarezzato il corpo, alle volte in cui lei l'ha letto dentro attraverso il suo sguardo, e a tutte le volte che i loro occhi si sono incontrati e lui ha perso un battito alla vista di quelli di lei: limpidi, profondi e sempre lucidi.
Sospiro e cerco di tornare in me, non posso essere gelosa anche del suo passato, non posso e non avrebbe senso.
<Sei più bella tu Marti> mi risveglia dai miei pensieri Frida, che, evidentemente, deve aver capito il perché di questo mio improvviso cambio di stato d'animo, nonostante io non le avessi risposto alla domanda.
<Sei sicura?> le chiedo con una faccia buffa per cercare di alleggerirmi un po' il peso sul petto che ho da quando siamo arrivate, e per non farlo notare alla piccolina che voleva solo passare un po' di tempo con noi.
Lei in risposta annuisce per poi abbracciarmi, stando attenta a non sporcarmi con il gelato che ha ancora in mano.
<Hai una nuova amica, Frì?> le chiede un altro amico di Gaia, riferendosi, ovviamente, a me.
<Si l'ho conosciuta oggi> gli risponde la piccolina, per poi annuire energicamente con un sorriso sincero stampato sul viso.
<È la fidanzata di Gaia, bella vero?> le risponde e le chiede di rimando Frida, con l'ingenuità e la leggerezza che la caratterizzano.
Mi sento un po' in imbarazzo, e l'imbarazzo si trasforma in preoccupazione quando, sul viso del ragazzo che si trova davanti a me, compare un'espressione confusa, sorpresa e un po' interdetta.
<Tutto bene?> gli chiedo agitata, cercando di capire la motivazione di una reazione del genere, non credo sia perché siamo due ragazze, non mi sembrano così retrogradi e l'espressione non è di chi è in disaccordo, la sua espressione è confusa, quasi come se non se lo aspettasse.
<Si, non sapevo che le piacessero anche le ragazze, tutto qui. Mi hai colto di sorpresa> mi risponde, ed io non so se tranquillizzarmi perché avevo pensato a cose peggiori, o agitarmi perché a Frida è uscita involontariamente dalla bocca una cosa che forse Gaia non aveva voglia di confidare ai suoi amici.
<Ah oddio non lo sapevo> esclamo portandomi una mano davanti alla bocca come per fermare le parole uscite precedentemente, e che, per giunta, non ho nemmeno pronunciato io.
<Tranquilla, non credo sia un problema per lei> cerca di rassicurarmi vedendo il mio sguardo preoccupato, ed io gli sorrido educatamente, è molto gentile.
<Lo spero> ammetto, per poi spostare lo sguardo e guardarmi un po' intorno.
Mi chiede dove abito, come ci siamo conosciute, quanti anni ho e se studio ancora, lui si chiama Alessandro, ha l'età di Gaia e lavora come cameriere in un ristorante. Passiamo un'oretta a parlare, mi racconta che si sono conosciuti quando avevano circa undici anni, andavano in classe insieme e dice che Gaia è cambiata pochissimo nel tempo, solo lo stretto necessario.
Sorrido immaginandomi una Gaia alta quanto Frida, con i capelli mossi sciolti e un po' incasinati sulle spalle, i suoi occhi blu intensi come sempre ma reduci di meno sofferenze, meno tagli e con addosso meno cicatrici. Me li immagino meno lucidi di ora, meno consapevoli, e sicuramente più accesi, forse dalla spensieratezza che si ha da bambini, grazie alla quale tutto sembra un po' più bello e magico del normale. Me la immagino cantare a casa sotto voce davanti allo specchio mentre fa mosse strane per sentirsi più bella. Mi immagino i suoi sogni, vorrei scoprire se erano gli stessi che ha ora, se li ha realizzati tutti o se ne manca qualcuno. Se posso aiutarla a raggiungerli e a portarli più vicini a lei, per poi stringerli tra noi per evitare che scappino.

Ecco a voi! Se avete un minuto vi chiedo gentilmente di leggere ciò che sto per scrivere. Capisco che vogliate meno "pali" qui nelle ff però secondo bene una storia con solo content non avrebbe molto senso.
Spero, in ogni caso, che stia continuando a piacervi, io ci metto il cuore. Fatemi sapere❤️

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