La luce del sole questa mattina è più raggiante del solito, tant'è che ancora non riesco ad aprire gli occhi totalmente. Sto cercando di rigirarmi nel letto quando sento una presenza sconosciuta al mio fianco. Spaventata, spalanco gli occhi realizzando purtroppo o per fortuna, di non essere sola soletta a casa mia ma bensì in una camera assieme a un ragazzo che attualmente sta girato di spalle.
Nonostante io mi stia sforzando, non ricordo proprio niente della sera precedente, è come se avessi rimosso ogni singolo ricordo di ciò che è successo, quasi come se mi fossi teletrasportata nel futuro.
Nel momento in cui, ancora dormiente, il moro al mio fianco si gira nella mia direzione, quasi non caccio un urlo nel vedere che si tratta proprio dNella figura di Moriconi. Comincio a sudare freddo, non avendo la men che minima idea di che cosa possa essere successo ieri sera. Mi basta però scuotere la testa un paio di volte, per realizzare che c'è solo un misero lenzuolo bianco a coprire i nostri corpi, ancora privi di vestiti.
Cosa cazzo ho combinato?
Porto una mano alla fronte cominciando a pensare a una possibile scusa da dare a mio padre una volta che sarò tornata a casa. O peggio ancora quella che darò a Desirè. Che poi nemmeno saprei spiegare quello che è accaduto, ero troppo ubriaca per ricordarmelo. Sento le lenzuola tirarsi nella direzione opposta alla mia, segno che il moro si è mosso e ne ho la conferma quando lo vedo stringerle forte assumendo un'espressione imbronciata. Neanche faccio in tempo a pensarlo che ho un sorriso da ebete sul volto, devo ammettere che è davvero bello con l'innocenza mattutina.
Scuoto la testa rimuovendo ogni tipo di pensiero non bene accetto e mi ricordo il motivo per il quale sono qui. Lo vedo girarsi, fino ad arrivare ad un palmo dalla mia mano che è ancora poggiata sul cuscino. I suoi occhi si aprono di poco per poi richiudersi. Sta seriamente fingendo di dormire dopo tutto questo?
"Apri quei fottutissimi occhi, adesso" ordino minacciosa.
Sembra ascoltarmi dato che appena pronuncio tali parole si mette a pancia in su sopra il letto stropicciandosi gli occhi con le mani, per poi fissarli nei miei. Il mio cuore perde un battito al solo pensiero di quello che può aver visto questa notte dato ciò che è palesemente accaduto, di quello che questi occhi tanto profondi adesso possano conoscere di me.
"Cos'è successo?" chiedo in tono serio.
"Buongiorno eh" mi fa il piacere di farmi ascoltare la sua voce, che di prima mattina è ancora più roca del normale.
"Niccolò cosa cazzo è successo?" chiedo di nuovo sperando, in una piccola parte, che almeno lui non abbia scordato tutto.
"Quando?"
"Ieri sera! Dimmi cosa cazzo è successo ieri sera Niccolò" lo supplico ormai senza più speranze.
"N-non me lo ricordo" balbetta mettendosi seduto sul materasso.
"Cristo" impreco alzandomi dal letto cominciando a camminare avanti e indietro.
Dal suo sguardo attento, che becco a scrutarmi di nascosto, mi accorgo di essere ancora completamente nuda. Perciò raccolgo l'intimo che sta per terra e lo indosso velocemente, non riuscendo però a sbarazzarmi della sua attenzione.
"Hai finito di fissarmi o cosa?" sbotto all'ennesimo sguardo, ricevendo una sua risata in risposta.
"Non c'è proprio un cazzo da ridere Moriconi" metto una mano sui fianchi e l'altra gliela punto contro.
"Forse qualcosa ricordo" dice in uno sbadiglio facendomi illuminare gli occhi.
"Ma non credo ti farà piacere saperla" si porta una mano dietro la nuca comiciando a grattarsi la testa nervoso.
"Dimmelo e basta" chiudo gli occhi in attesa di una parola.
"Credo che tu faccia prima a guardarti allo specchio" mi indica la porta alle mie spalle, suppongo sia quella del bagno. Entro e una volta che mi ritrovo dinnanzi allo specchio tutto ciò che riesco a fare è aprire la bocca, senza emettere alcun suono. Sul collo mi ritrovo una macchia scura grossa come un pugno, procurata sicuramente dallo stesso ragazzo che adesso mi sta osservando dall'argine della porta. Lo squadro in cagnesco, se fossimo stati in un fumetto di sicuro sarebbe disegnata una quantità industriale di fumo fuoriuscito dalle mie orecchie.
"Non guardarmi così! Vah che anche io non sono messo tanto meglio eh" si indica da solo il petto, ma io adesso tutto guardo tranne che gli innumerevoli segni lasciati da me questa notte. Non lo avevo mai visto senza maglietta prima d'ora, è completamente ricoperto da tatuaggi, risulta quasi complicato trovare una parte di pelle pulita.
"Ma quanti tatuaggi hai?" chiedo senza peli sulla lingua.
"Tutti quelli di cui ho bisogno per raccontarmi" afferma tranquillamente stupendomi. Di certo non mi aspettvo una risposta del genere, non da uno come lui.
"Dio santo ma come è possibile?" metto le mani tra i capelli, tirandoli apposta per procurarmi dolore.
"Hai immagazzinato per troppo tempo, ieri ti sei data alla pazza gioia" scherza facendomi rimanere di sasso.
"Ero ubriaca marcia" sottolineo.
"Dicono che gli ubriachi non mentono" si avvicina fino ad arrivare al mio orecchio.
"E tu mi hai detto palesemente che mi volevi" dice in un sussurro provocandomi un fastidio al basso ventre.
"Brutto stronzo allora non eri ubriaco"
"Si che lo ero, ma sempre meno di te" alza le mani come per togliersi ogni colpa.
Sto per ribattere, ma non riesco nemmeno ad aprire la bocca che improvvisamente comincio a non sentire la terra sotto i piedi, mi gira la testa e le gambe non mi reggono più. Crollo in ginocchio e senza nemmeno rendermene conto comincio a rimettere tutto ciò che ho ingerito ieri.
Mi accascio per l'ennesima volta facendo ricadere i capelli davanti al viso. Sto per tirarli indietro quando due mani tatuate non lo fanno al posto mio. Mi giro un secondo, giusto il tempo di guardarlo negli occhi e notare per la prima volta della piena sincerità da parte sua, per poi rimettere nuovamente. Lui rimane dietro me, non accenna nessun movimento, semplicemente ogni tanto si limita ad accarezzarmi il braccio destro ancora nudo, mentre con l'altra mano stringe i capelli in modo tale da non farli ricadere davanti."D-Devo andare" dico con un filo di voce dopo essermi svuotata, credo definitivamente. Mi avvicino alla parte destra del letto dove stanno ancora a terra i miei vestiti. Noto con piacere che le calze che indossavo ieri sono rotte.
"In queste condizioni? Non ci penso proprio" scuote la testa. Ma io ora devo andarmene, al più presto.
"Li hai un paio di pantaloni?" chiedo non dando alcun peso alla sua affermazione.
"Dovrei si"
"Dove sono" non lo lascio terminare.
"Qui a fianco, credo" indica un cassetto posto sotto il comodino.
Mi avvicino fino ad aprirlo trovando dentro dei pantaloni grigi della tuta.
Li idosso immediatamente avvicinandomi all'uscita quando però non lo sento afferrarmi dal polso."Non andare" sussurra a pochi centimetri dal mio viso, facendomi provare l'ennesima strana emozione data la vicinanza.
"Devo" accenno un saluto prima di sparire dalla sua vista.
SPAZIO AUTRICE
Non sono capace di tenermi l'ansia in tasca, scusate.

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Ho bisogno di amarti||ultimo
Fanfic•tratto dalla storia• "Resti stasera?" pronuncia tali parole con voce roca, ricordando la canzone che mi ha cantato poco fa. Per la prima volta da quando lo conosco, posso giurare di vederlo in uno stato di vulnerabilità. Lo guardo negli occhi, e ri...