29-Questa vita, così lunatica

2.5K 109 12
                                    

*Premetto, capitolo piuttosto pesante. Non so in quanti riusciranno a comprenderlo e chiedo scusa per l'estrema lunghessa che, dato l'argomento, sarebbe dovuta essere minore*

Sbatto la porta dietro di me, forte, fino a farla rimbombare. I vicini potrebbero aver sentito il rumore, mio padre potrebbe aver udito il breve fracasso che ho procurato, ma adesso non gli do alcuna importanza. Mi fiondo sul letto, afferro frettolosamente il cellulare scollegandolo dalla carica e faccio partire la mia playlist di spotify a tutto volume.

Parte "Domenica Lunatica" del mio Vasco. Ammetto che ora come ora non coincide per niente con il mio umore, con il senso di incomprensione innaturale che sto provando e che ho provato negli ultimi due tre giorni.
Ma forse questo grande contrasto della musica, rispetto a quello che ho dentro, sarà in grado di aiutarmi.

Ho messo un punto a quello che stava succedendo con Niccolò, ho messo fine a tutte le sue provocazioni, a tutti quei pochi momenti che ci capitava di passare insieme anche solo per errore. Che poi pensandoci, sto prendendo tutto troppo sul serio. Io non sono mai stata niente per lui e lui niente per me, non siamo mai stati nemmeno dei semplicissimi amici.
Anche perchè due come noi, amici non sarebbero mai potuti esserlo.

Parliamoci chiaro, nessun amico ti mette spalle al muro e nessun amico riceve dei brividi per tutto il corpo anche solo ad una singola parola pronunciata dall'altro. Nessun amico ha più momenti di lite che di pace e nessun amico ha l'innata voglia di sfiorare le labbra l'altro in ogni fottuto momento della giornata.
Perchè adesso sono arrivata ad un traguardo tale da riuscire ad ammetterlo, ad ammettere che è prooprio questo quello che succedeva.

Tutte le volte in cui negavo, a Desi, a Papà, a lui, era un po' per ingannare me.
Perchè lo sapevo, ho sempre saputo che quel ragazzo, dalla prima volta in cui ho incrociato il suo sguardo, per me non era come gli altri, non lo è mai stato.
Non lo era perchè in quegli occhi ci ho visto un mondo, o forse anche perchè dopo tanto, troppo tempo, è stata la prima persona a procurarmi delle attenzioni vere e proprie. Lui è stato il primo a guardarmi dritto negli occhi e riuscire a leggermi dentro senza bisogno di alcuna spiegazione.
Lo penso perchè nei suoi occhi ci ho letto anche io, nonostante il tempo per osservarli sia stato poco e di conseguenza il libro l'ho lasciato letto a metà.

Avrei potuto provarci, buttarmi e vedere che succedeva. Ma la paura di crollare questa volta superava l'adrenalina della sfida.

Mi stavo affezionando, stavo cominciando a provare delle emozioni diverse nei suoi confronti, stavo risvegliando delle parti di me che mi ero persino dimenticata di possedere. Il suo sorriso, quelle fossette sulla guancia destra e quegli occhi pianeti mi hanno dato tutto quello che per due lunghi anni mi è mancato e forse nemmeno me ne rendevo conto. Magari nel profondo l'ho sempre saputo, ma accettarlo nel bel mezzo della situazione sarebbe stato troppo rischioso.

Mi chiedo, che sarebbe successo se gliel'avessi data vinta fin da subito? Se mi fossi comportata esattamente come le altre, se avessi esaudito ogni suo desiderio anche il quel primo giorno, l'incontro-scontro che ricordo mi mise a tappeto. La prima volta di una lunga serie.

Eppure non l'ho dato a vedere, non lo darò a vedere mai.

È che in ogni sua parola, risata, o gesto, una parte della mia maschera pian piano cadeva. Se fossi andata avanti a mettere in gioco i miei sentimenti, a mostrarmi indifferente a ciò che invece mi faceva sentire bene, sicurmaente la maschera avrei finito per toglierla io stessa. Perchè per quanto io possa nascondere, possa provare a far vedere agli altri quella che non sono, io dentro rimango la stessa.

La stessa neonata cresciuta solo dal papà e dalla nonna, la stessa bimba delle elementari che non aveva tanti amici. Perchè lei la mamma non ce l'aveva. La stessa ragazzina delle medie che veniva catalogata come 'figlia della puttana', la stessa che ha incominciato a dare ascolto alle voci degli altri, la stessa che ha preso le parole della gente come dei macigni che ha scaricato su di sè, la stessa che proprio per colpa di questi ha sfiorato la fine con un dito.

La stessa che da quel momento, se riceve delle attenzioni anche minime, ti dona il mondo intero, e io lo so che, se fossi andata avanti a mentire, a lui ma soprattutto a me, sarei finita per crollare di nuovo.

Perciò lo ammetto.
Tutto questo l'ho voluto io.
Mi sono allontanata, l'ho allontanato da me.
Per evitare di farmi male.
Egoismo? Forse si, ma con il tempo ho imparato che finchè metti gli altri al primo posto continuerai a ricevere piedi in testa da chiunque incroci il tuo cammino.

Sono stata forse troppo altruista in passato. Avrei dato la vita per delle persone che adesso neanche vedo più. Mettevo sempre davanti il bene degli altri mentre il mio lo lasciavo negli scantinati della mia mente. Sapevo che avrei dovuto cambiare prima o poi, ma mi andava bene così, ero felice così.

Fino a quando non sono caduta in basso, talmente tanto da non riuscire più a risalire a galla. Ho grattato il fondo, e la cosa peggiore è che l'ho fatto per colpa di una persona, proprio una di quelle per cui avrei dato tutto.

"Com'è simpatica
Questa vita
Così lunatica
Non far del male a te"

Urlo a squarciagola, cercando di mettere a tacere i pensieri in testa. Comincio a ballare, salto e urlo le parole della canzone senza un freno, non tenendo conto di niente e nessuno.

Ma adesso non mi importa, adesso sono io.

SPAZIO AUTRICE
Più che un capitolo questo è forse uno sfogo.
Le parole sono uscite da sè, ho scritto tutto questo in circa dieci minuti ed è venuto dunque di pancia.
I pensieri sono confusi ma d'altronde traspare il casino che ho in testa.
Chiedo nuovamente scusa perchè è VERAMENTE pesante, io stessa faccio fatica a rileggerlo, posso immaginare voi.
E' un tema che mi sta inciso nel cuore, tutto qui.

Ho bisogno di amarti||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora