Prologo

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15 anni prima...

Hermione Granger posò la tazza di the sul tavolo della cucina, e si avvicinò alla finestra scostando le tende azzurre.
I lampioni di Higgins Drive lampeggiarono in modo sinistro, per poi spegnersi del tutto facendo piombare la stradina nel buio.
Buio che durò ben poco, dato che un lampo la illuminò nuovamente, rendendo la notte luminosa quanto il giorno.
La donna osservava gli alberi spogli piegarsi come frustati dal vento, e le gocce di pioggia rincorrersi sul vetro della finestra.
Aveva sempre amato i temporali, e adorava i tuoni che sembravano quasi voler rompere la notte, tanto erano rumorosi, le infondevano calma e tranquillità mentre li guardava illuminare di bianco il cielo.
Eppure quella notte, guardare la tempesta che infuriava fuori dalla sua abitazione le metteva addosso una sensazione di disagio.
Mise istintivamente una mano sull'enorme pancione, quasi a voler proteggere Hugo dal temporale, e lo sentì scalciare facendole emettere un gemito di dolore.
Corrugò le sopracciglia staccando lo sguardo dalla finestra e portandolo verso di sé: Hugo non era mai agitato, e quel piccolo calcio non fece che aumentare l'irrazionale paura di Hermione.
Decise di chiudere le tende e riprendere la tazza di the caldo, sperando che le calmasse i nervi.
Tirò una sedia da sotto il tavolo, e ci si sedette fissando il camino della cucina che scoppiettava, mentre prendeva un abbondante sorso dalla tazza.
Rabbrividì e iniziò a guardarsi attorno cercando Ron.
Suo marito entrò in cucina reggendo in mano la posta, con la testa rossiccia china sulle lettere si sedette a tavola al fianco di Hermione.
-Percy ci ha mandato la Gazzeta Del Profeta... strano che siano andati in stampa a quest'ora. C'è anche una lettera da parte di tua madre- disse Ron squadrando il giornale e rompendo il cordoncino che lo teneva arrotolato.
Hermione non lanciò nemmeno uno sguardo alla lettera della madre, e fissò suo marito aprire il giornale mentre la sensazione di paura aumentava.
-Che succede?- chiese subito desiderando strappare il giornale dalle mani di Ron e leggerlo lei stessa.
-Hanno avvistato Fenrir Greyback, in un piccolo quartiere di Londra...- disse lui stupito, dopodiché poggiò il giornale sul tavolo tra loro e Hermione si sporse in avanti per leggere.
-Merlino... perché? Dopo la guerra si era dato alla clandestinità, perché tornare ora e fare questo?- chiese lei preoccupata, prendendo a mangiarsi le unghie dall'agitazione.
Il Profeta mostrava in prima pagina una grande immagine dell'uomo lupo mentre sorrideva mettendo in mostra i denti aguzzi, e l'articolo parlava di un attacco da parte di quest'ultimo a una bambina di un anno e mezzo.
I genitori l'avevano sorpreso in camera della figlia, poco prima che la mordesse, e lui era scappato dalla finestra schivando i loro schiantesimi.
Hermione rabbrividì di nuovo leggendo quelle parole.
-Non è lontano da qui...- mormorò.
-Tranquilla amore, noi saremo preparati... sono un Auror, e proteggerò la nostra famiglia- disse lui con sicurezza accarezzandole una spalla, e Hermione sorrise vedendo l'uomo forte e maturo che era diventato, rispetto al ragazzo dei tempi della scuola.
-Hai controllato Rose?- chiese prendendo tra le mani la lettera di sua madre e giocherellando con il francobollo mezzo staccato.
-Dieci minuti fa, sta dormendo- rispose Ron iniziando a sfogliare il giornale.
-Tesoro ho una brutta sensazione- disse.
-Mione, è per quello che hai letto- rispose lui con un sorriso.
-No, Ron ho una brutta sensazione da ancora prima di questo... per favore andiamo a controllare Rose- mormorò la donna stringendo i pugni per placare il tremore delle mani, Ron gliele strinse e annuì alzandosi e baciandole i capelli castani.
Hermione aveva una mano già pronta ad afferrare la bacchetta nella tasca, le sembrò un gesto stupido ma la fece stare un po' meglio.
Mentre salivano le scale per dirigersi nella camera da letto, sentirono Rose iniziare a piangere con voce stridula.
I due iniziarono a salire le scale di corsa, e appena spalancarono la porta si trovarono di fronte alla scena più raccapricciante che potevano vedere: Fenrir Greyback aveva il viso a pochi centimetri dalla loro bambina, i denti aguzzi erano sporchi di sangue così come tutta la sua bocca ne era imbrattata fino al mento.
I suoi occhi gialli fissavano la coppia, e sulla bocca insanguinata comparve un sorriso.
-Stupeficium!- fu Hermione a gridarlo, aveva agitato la bacchetta così in fretta da stupirsene lei stessa, e Greyback era stato colpito in pieno dallo schiantesimo andando a colpire il muro color panna e ricadendo a terra svenuto.
-Ron chiama Harry! Prendi le Magi-manette!- esclamò Hermione.
Il pianto della bambina la assordava, e le rendeva impossibile ragionare e calmarsi; si appoggiò al muro e camminò traballante verso la culla della piccola Rose.
La bambina aveva un morso che copriva tutto l'avambraccio, e il sangue si estendeva sotto di lei in una macchia scura come di vernice.
Hermione sentì le gambe tremare, e si appoggiò alla culla mentre le lacrime le appannavano la vista.
Sbatté in fretta le palpebre per farle cadere, e prese un profondo respiro imponendosi di reagire.
Di sfuggita vide Ron ammanettare l'uomo lupo steso a terra, mentre lei si dirigeva verso l'armadietto nel bagno.
Gli sforzi di muoversi in fretta le procurarono fitte per via del pancione, ma le ignorò stringendo i denti.
-Accio Dittamo!- esclamò, e le ante dell'armadio a muro si spalancarono facendo volare verso di lei una boccetta di vetro scuro, che la donna afferrò al volo.
Si rese conto di non avere della polvere d'argento in casa, che per cicatrizzare il morso di un lupo era necessaria.
Si bloccò sul posto cercando di ignorare il pianto della figlia e cercare una soluzione, dopo pochi secondi lo sgaurdo le cadde sulla mano che reggeva il Dittamo e capì cosa doveva fare.
Si tolse la fede nuziale d'argento, e l'appoggiò sul bordo del lavandino colpendola con la bacchetta ed enunciando -Deprimo-
L'anello venne schiacciato da una pressione invisibile, ed Hermione ebbe cura di concentrarsi affinché non scivolasse via dal lavabo.
L'incantesimo lo schiacciò sempre di più fino a farlo diventare finalmente polvere.
Raccolse nel pugno la polverina grigia e tornò nella stanza con l'essenza di Dittamo nell'altra mano.
-Ron, tienila ferma- ordinò al marito mentre si avvicinava alla culla.
Il rosso tenne teso il braccio insanguinato della bambina, e Hermione ci versò sopra abbondanti gocce di Dittamo che fecero urlare Rose ancora più forte.
Con mani tremanti versò infine la polvere d'argento sulla ferita, che prese a ribollire ed emettere fumo come se bruciasse.
Vide Ron distogliere lo sguardo, mentre la sofferenza gli deformava i lineamenti.
-Shh, va tutto bene ora- mormorò Hermione accarezzando la testa della bambina.
-Ferula- dalla punta della sua bacchetta apparvero delle bende immacolate che fasciarono il suo minuscolo braccio.
Ron la lasciò andare, e la piccola si toccò d'istinto la benda guardandola con gli occhioni azzurri pieni di lacrime.
Urlò cominciando a piangere di nuovo, e allungò le mani verso sua madre per farsi prendere in braccio.
Hermione tuttavia si era accasciata a terra poggiando la schiena contro la ringhiera di legno della culla, e guardava Greyback steso sul tappeto e privo di sensi, con il viso sporco del sangue di sua figlia.
Si ritrovò a singhiozzare e prendere rapidi respiri che le si bloccavano in gola con un rantolo.
Ron la affiancò abbracciandola, e Hermione affondò il viso nella sua spalla mentre lasciava finalmente che lo shock la colpisse come uno schiaffo.
Sobbalzò sentendo il pop di una smaterializzazione, e si scostò in fretta dal marito puntando la bacchetta contro l'uomo apparso nella stanza.
-Mione tranquilla, è solo Harry- disse Ron facendole abbassare il braccio e accarezzandole una spalla.
-Per Merlino...- mormorò Harry guardando la culla e il Mangiamorte steso a terra, si passò una mano tra i ribelli capelli neri e fece un cenno del capo a Ron.
-Torno presto- disse il rosso dando un bacio sulla fronte della donna e guardandola dispiaciuto.
Dopodiché lui e Harry afferrano Greyback e si smaterializzarono portandolo via.
Hermione fissò il punto in cui erano scomparsi per qualche secondo, dopodiché prese un profondo respiro e si alzò in piedi sollevando la bambina dalla culla.
Se la portò al petto facendo attenzione a non toccarle il braccio ferito, e la cullò accarezzandole la testa.
-Va tutto bene- mormorò stringendo la bambina a sé, e per un attimo si chiese se quella frase l'avesse pronunciata per Rose o per sé stessa.

Angolo Autore
Salve! Questa è la mia nuova scorose, spero possa piacervi ^-^

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