2. Soffocante

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Rose si alzò dal divano nero della sala comune, dirigendosi verso l'enorme vetrata che occupava quasi tutto il muro.
-Ciao, Gilbert- mormorò toccando il vetro con le dita.
Il calamaro gigante che abitava il lago nero girò la testa allungata verso di lei, e il suo enorme occhio bianco la fissò per qualche secondo.
Dopodiché agitò i lunghi tentacoli nuotando via, e sparendo nelle profondità marine.
La sala comune dei Serpeverde era situata sotto il Lago Nero, e dalla vetrata capitava spesso di intravedere il calamaro gigante soffermarsi a guardare gli studenti.
Altrettanto comune era vedere anche gli Avvicini che si attaccavano al vetro come piccoli polipi, nell'inutile tentativo di romperlo.
Rose aveva raccontato di aver visto anche un tritone una volta, farle un occhiolino seducente, ma nessuno l'aveva creduta.
-Solo tu puoi dare un nome ai mostri- borbottò una voce dietro di lei.
Rose non sobbalzò: l'odore del ragazzo, che nessun umano era in grado di cogliere da quella distanza, l'aveva già avvisata della presenza di Albus dietro di lei.
-Gilbert è un nome carino, e lo sai, il calamaro gigante riporta sempre a riva gli studenti che cadono nel lago- gli ricordò Rose, mentre il cugino la  affiancava e osservare i fondali marini del lago con gli occhi blu scuro.
-Sai, si vocifera che lo faccia solo con gli studenti buoni, gli altri li mangia- disse lui con voce profonda, cercando di spaventarla.
-So dove buttarti se voglio sbarazzarmi di te, allora- disse Rose ridacchiando e dando una gomitata al moro.
Albus si voltò perlustrando la sala comune con lo sguardo.
-Non ci sta ascoltando nessuno- lo informò Rose e il cugino annuì.
-Come stai?- le chiese, e la rossa intuì immediatamente a cosa si riferisse il Potter, le faceva la stessa domanda ogni mese.
-Molto bene, manca ancora più di una settimana alla luna piena- gli spiegò incrociando le braccia dietro la schiena e passeggiando nella sala.
Si sedette di fronte al camino sul divanetto di pelle nera, e Albus la affiancò.
-Sei passata da Lumacorno per la pozione?- le chiese appoggiando i gomiti sulle ginocchia e fissando le fiamme che illuminavano di arancio il suo viso.
-Non ancora, non c'è fretta- rispose la rossa mettendosi a gambe incrociate sul divano -E poi lo sai com'è fatto quel vecchio svitato: mi guarderà con compassione e addolorato dalla mia condizione eccetera eccetera. Devo andare da lui fuori ora, quando non c'è nessuno- spiegò sbuffando.
Il professor Lumacorno non le andava molto a genio, ma lui non sembrava notarlo e la trattava con l'occhio di riguardo che riservava ai suoi studenti prediletti.
Rose era nella media in pozioni, nulla di geniale la distingueva dagli altri, eppure lei rientrava nella ristretta cerchia del LumaClub.
E lo faceva solo per assicurarsi da Lumacorno la pozione antilupo ogni mese.
-Lo sai che è lui a organizzare il ballo di Halloween quest'anno? Quell'uomo si lascia sempre prendere la mano dagli eventi in grande stile...- mormorò Albus con un sorriso.
-Io non ci andrò- disse Rose subito -Credo che Lorcan voglia invitarmi, quindi la scusa perfetta è non andare- fece spallucce appoggiandosi al morbido schienale del divano.
-Oppure puoi dirgli chiaro e tondo che non vuoi andarci con lui- insisté Albus scuotendo la testa contrariato.
-Va bene!- esclamò Rose -Ma lo sai benissimo che non funzionerà-
Si alzò guardando l'ora sull'orologio al polso, e Albus fece altrettanto.
-Ci conviene raggiungere la Serra, Paciock non tollera ritardi- mormorò incamminandosi con Albus al suo fianco.
Attraversarono il buco del ritratto spuntando nei sotterranei freddi del castello, e si diressero verso il giardino.
-Come mai il biondino non è con te?- chiese Rose guardandosi attorno, senza però vedere la sua chioma chiara tra i Serpeverde nel corridoio
-Beh... vuole saltare Erbologia- disse Albus lanciandole uno sguardo che la ragazza non seppe decifrare.
Rose fu tentata di chiedere perché, ma decise che non le importava cosa faceva Malfoy o meno.
-Penso che dovresti invitare Alice al ballo- disse Rose dopo un po' che camminavano, e gli occhi blu del cugino schizzarono verso di lei sorpresi.
-Perchè dovrei?-
-Mi sembrava ti piacesse- rispose Rose mentre attraversavano il cortile, stringendo la spallina della borsa a tracolla.
-Cosa ti fa pensare che io piaccia a lei?- chiese lui con una smorfia, passando una mano tra i capelli bruni e ondulati.
Rose avrebbe voluto rispondere  che era impossibile trovare una ragazza che non lo reputasse attraente, ma evitò di ingigantire ulteriormente l'ego di Albus.
Un po' di incertezza non faceva male a nessuno.
-Sai hai ragione, probabilmente non le piaci- rispose con un sorriso diabolico, e Albus le fece un gestaccio accelerando il passo e dirigendosi verso un gruppo di Serpeverde che entrava nella Serra.
Rose rallentò mentre il vento trasportava verso le sue narici un profumo di lavanda -Ciao Alice- disse senza voltarsi, e la ragazza sbucò da dietro di lei guardandola confusa.
-Per Merlino! Come fai a sapere sempre chi c'è dietro di te? Coglierti di sorpresa è impossibile!- esclamò lei guardandola dubbiosa, e sistemandosi la frangetta nera.
Quel giorno aveva i capelli raccolti in uno chignon disordinato, che metteva in evidenza il suo pallido e lungo collo da cigno.
-Sesto senso- rispose Rose facendo spallucce, ed entrando nella Serra piena di piante di ogni genere.
Si sistemò dal lato dei Serpeverde, e Alice davanti a lei dal lato dei Grifondoro, la lunga tavolata li divideva come uno spartiacque.
Alice si voltò strappando le foglie secche di una pianta carnivora dormiente, e le buttò in un cestino con un sorriso: aveva preso dal padre l'amore per le piante.
-Buongiorno!- esclamò Neville Paciock, passando di fianco ai Grifondoro e camminando svelto.
Molte studentesse si voltarono ad ammirarlo, e Rose non poté dare loro torto: il professore era alto e atletico come un modello.
-Benvenuti nella serra numero cinque, voi del quinto anno- esclamò con un sorriso smagliante arrivando a capotavola e guardandoli uno ad uno.
-Oggi riprenderemo l'argomento che avevamo lasciato inconcluso l'anno scorso-
Rose sentii una morsa di disagio stringerle lo stomaco, mentre guardava Alice raggiungere il padre e prendere in braccio un folto cespuglio di piante verde scuro dai fiori lilla, distribuendone uno a ciascun studente.
Era Luparia, meglio conosciuta come Aconito, e tra gli erboristi più esperti... strozzalupo.
Era così che la definivano, e Rose ne conosceva bene il motivo.
Il profumo di quelle piante, sebbene inodori per chiunque, le toglieva l'aria facendole gonfiare la gola e annaspare come sott'acqua. 
Non aveva mai provato a toccarne una, aveva troppa paura delle conseguenze per farlo.
-Weasley! Dove sta andando?- gridò il professor Paciock mentre Rose si dirigeva rapida verso l'uscita della serra.
-In bagno!- gridò lei con un sorriso, metà degli studenti nell'aula ridacchiò per la sua sfacciataggine.
Solo Albus la guardava preoccupato, conoscendo il motivo della sua fuga.
-Non si permetta di uscire! Le metterò un Troll in questa lezione!- gridò furioso Paciock.
-Che paura!- esclamò Rose, e vedendo Alice avvicinarsi con le piante salutò il professore agitando il braccio in aria e si diresse fuori dalla serra.
Aveva cercato di apparire normale, per non destare sospetti, ma il profumo dolciastro della Luparia le era arrivato come un pugno nello stomaco, rendendo l'aria pesante.
Percorse il giardino passando accanto alle serre vicine tra loro, e si fermò di fronte a una piccola fontana circolare.
Sedette sul bordo di essa, guardando il suo riflesso nell'acqua immobile.
I capelli le arrivavano poco sotto le spalle ed erano ricci e gonfi come una chioma leonina, e gli occhi azzurri ricambiavano il suo sguardo.
Li vide tristi, e Rose strinse le labbra colpendo la superficie dell'acqua con le dita e facendo dissolvere il suo riflesso.
Non aveva voluto farlo, un Troll era molto difficile da recuperare, tuttavia era stata costretta. Non avrebbe potuto giustificare la sua reazione a quella pianta.
-Quando intendevi dirmelo?- chiese Alice dietro di lei, e Rose si stupì di trovarla lì: era stata troppo presa dai suoi pensieri per accorgersi del suo arrivo.
La ragazza le si sedette affianco e la guardò severa -Sono la tua migliore amica, era mio diritto saperlo- disse incrociando le braccia al petto.
Rose abbassò il capo -Come hai fatto...?- le chiese.
-Io osservo Rose. Eri sempre malaticcia nel giorno dopo la luna piena, e l'anno prima te ne eri andata quando avevamo iniziato l'Aconito... vederti fare lo stesso oggi me ne ha dato la conferma-
Rose annuì, guardandosi la punta delle scarpe.
-Non dirlo a nessuno per favore...-
-Credi che lo direi in giro? Sei un'idiota- disse schietta Alice -È per questo che non me lo avevi detto? Credevi che non sarei stata in grado di tenere la bocca chiusa?-
Rose scosse subito il capo, tornando a guardarla allarmata -Ma certo che no! È solo che... non ne vado molto fiera, e volevo che non cambiassi idea su di me...- evitò di aggiungere che non voleva perdere la sua migliore amica, era troppo orgogliosa per ammetterlo.
Alice si sporse in avanti di slancio abbracciandola -Non essere ridicola, non cambia il bene che ti voglio- disse sulla sua spalla.
Rose si scostò in fretta portandosi le mani alla gola e tossendo mentre la sentiva chiudersi e schiacciarle le tonsille.
-Accidenti... ho tenuto l'Aconito in braccio... scusami!- esclamò la mora preoccupata, togliendosi subito il camice nero della divisa.
Rose le fece un segno con la mano, e si mise la testa tra le ginocchia respirando a fatica: di solito la aiutava.
Dopo un paio di minuti riuscì a respirare meglio, e prese una lunga boccata d'aria fresca.
-E così... ecco la tua kryptonite- disse Alice guardandola dispiaciuta.
-Una delle tante- mormorò Rose con un mezzo sorriso.

Clair De Lune  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora