cinquantatré.

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"The love game is never called off
on account of darkness."
- Tom Masson

Taehyung POV

C'era fin troppo caldo a causa della mancanza di finestre in quel piccolo club, dei corpi sudati tutti intorno e del ritmo della musica che martellava nelle orecchie. Riuscii a ballare solo per pochi minuti, perché mi ritrovai subito annoiato e troppo impaziente per poter aspettare un certo ragazzo dai capelli corvini.

Mi feci strada fuori da quella massa di persone sulla pista da ballo e cercai di capire dove mi trovavo in quel momento rispetto a dov'era posizionato il bar, dove avevo lasciato Jungkook. Il bar sembrava trovarsi dall'altra parte rispetto a me, che ero in piedi accanto a dei tavoli e delle sedie vuote lungo il muro.

Fu difficile trovare i suoi capelli scuri disordinati in mezzo a tutta quella gente che affollava il bar, le luci che lampeggiavano mi alteravano la vista ed avevo già cominciato a sentire la mancanza della sua mano nella mia.

Forse, se non fossi stato così distratto, non mi sarei scontrato contro un petto pompato. I miei occhi si chiusero in attesa dell'impatto del mio sedere contro il disgustoso pavimento del club, ma ciò non accadde. Un paio di mani mi avevano afferrato per i fianchi e mi avevano evitato la caduta. Il ragazzo mi lasciò andare non appena mi raddrizzai nuovamente, sembrava che non volesse tenere le mani su un estraneo in maniera così intima per un tempo più lungo del previsto. Sorrisi a quel pensiero e sollevai lo sguardo verso la persona con cui mi ero scontrato. «Grazie. Mi dispiace per non aver guardato dove stavo andando.» Mi scusai.

Mi sorrise dall'alto, dato che aveva qualche centimetro in più di me ed era anche piuttosto attraente, tanto che fui sicuro che a nessuno sarebbe mai dispiaciuto scontrarsi con lui. Questo pensiero non fece che ricordarmi del mio ragazzo attraente e dove si trovasse in quel momento.

«Non preoccuparti, è stata anche colpa mia.» Rispose, ridacchiando successivamente e infilandosi le mani dentro le tasche dei pantaloni. «Quindi, sei venuto qui da solo-»

Il ragazzo non riuscii mai a finire la sua frase, dato che una spinta aggressiva lo interruppe. «Togliti, Jae.» Era Jungkook.

Rivolse un'occhiataccia a quel ragazzo, che adesso sapevo si chiamasse Jae, e il linguaggio del suo corpo urlava rabbia. Se solo non stesse tenendo tra le mani quel drink dal colore rosa acceso sarebbe sembrato ancora più serio.

«Ehi Kook, fermo.» Mi misi tra i due ragazzi e afferrai il braccio di Jungkook. Non mi stava per niente guardando. «Mi sono scontrato con lui, è tutto okay, non succede nulla.»

«Esatto Kook, è successo solo questo.» Jae disse da dietro di me, il che fece roteare gli occhi in maniera oltremodo drammatica al mio ragazzo.

Il corvino sbuffò e mi porse il drink. «Questo è tuo, piccolo.» Disse a bassa voce così che potessi sentirlo solo io. Nonostante il suo atteggiamento fosse leggermente cambiato quando si era rivolto a me, potevo ancora vederlo rivolgere uno sguardo truce al ragazzo alle mie spalle.

«Non voglio litigare, Jungkook.» Continuò Jae, ma c'era qualcosa di diverso adesso, una sorta di atteggiamento provocante. «Che ne pensi invece di ballare con me proprio come i vecchi tempi?»

I tratti delicati e lo sguardo gentile che aveva prima erano spariti per essere sostituiti da un ghigno divertito rivolto al ragazzo dai capelli neri, forse perché Jungkook era diventato totalmente pallido e sconvolto a quella domanda. «Adesso fermati tu un attimo.» Ribattei, voltandomi verso di lui.

Sapevo che mi stessero ignorando. Jae stava guardando dritto oltre la mia testa verso Jungkook, il quale invece sembrava aver perso in pochi secondi quell'atteggiamento furbo. «Non voglio.» Riuscì a mormorare.

WALLFLOWER  [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora