35. Dolce carezza sul viso.

658 43 10
                                    

"Ma se ti dicessi di voler dormire con te stanotte, tu accetteresti? Ne ho proprio bisogno, Fede... noi due abbiamo bisogno di dormire insieme, all'interno dello stesso letto"
Lo guardo. Lo guardo e basta, senza riuscire a dire una parola, forse perché credo che non ci sia nulla da dire.
L'aria all'interno di questo ascensore sembra dimezzare, riuscendo a non farmi respirare in maniera normale.
Vorrei davvero cercare di afferrare un pizzico di forza, ma purtroppo non riesco.
Siamo io e lui, da soli. Da soli proprio come quella sera da me e la paura di poter cedere nuovamente mi terrorizza. Mi mordo il labbro e distolgo lo sguardo, lasciando che per un secondo, il suo sguardo mi scivoli lungo il viso. Pizzico lentamente la pelle delle mie mani con le unghie smaltate di rosso, sperando di arrivare al più presto a destinazione, in modo da allontanarmi da questa conversazione. "Porca merda, io e te abbiamo bisogno di stringerci. Perché non lo capisci?" È la sua voce ad interrompere ogni mio singolo pensiero e lo fa senza nessun briciolo di paura. Richiama la mia attenzione, sbattendo nervosamente la mano contro la sua coscia. Pronuncia ogni singola parola sottovoce, ma riesco perfettamente a percepire ogni sua singola emozione, positiva o negativa che sia.
"Non possiamo dormire insieme, Riccardo... lo sai" Quasi sbuffo, non sapendo minimamente come gestirmi questa situazione. Qualsiasi cosa che io possa dire potrebbe ferirlo, e malgrado tutto, non è assolutamente ciò che voglio fare.
"Perché no?" Solleva leggermente le spalle, rendendo visibile tutta la quantità di confusione che ha appena varcato la soglia del suo corpo.
"Perché no."
"Dobbiamo solo condividere un letto e dormirci, non faremo sesso" Chiarisce all'istante. Alle sue parole, alzo lentamente gli occhi al cielo. Beh, qualche settimana stavamo per farlo e so perfettamente che se la passione dovesse scoppiare all'improvviso, noi non riusciremo a fermarla assolutamente, commettendo un immenso errore che non conosce nessun tipo di descrizione.
"Io direi di evitare" Gli dico sinceramente, cacciando via un respiro un po' più profondo. A salvarmi da questa folle conversazione sono le porte automatiche dell'ascensore che si spalancano all'improvviso, non appena raggiungiamo il piano giusto. "Vieni, andiamo" Gli stringo le spalle con entrambe le mani, invitandolo ad uscire da quel piccolo posto. "Ti ricordi il numero della stanza?" Gli domando, sperando soltanto di ricevere una risposta.
"Si, credo che sia la centocinque" Sbuffa freneticamente, cacciando poi una ciocca di capelli che ricade sul suo viso con lentezza.
"Credi o ne sei sicuro?"
Attraversiamo il corridoio lentamente, sperando soltanto di essere abbastanza forte per poter superare tutto questo. Mi sembra una cosa più grande di me e spero vivamente di riuscire ad attraversare questo strano momento. Mi gira la testa e faccio fatica a mantenere un equilibrio sia mentale che fisico.
"Si, ne sono sicuro"
"Okay, adesso ti porto lì" Affermo con un filo di voce, continuando a sostenere il suo corpo con entrambe le mani. Averlo proprio al mio fianco e sapere che lui abbia chiamato me per ritornare in hotel, mi fa sorridere leggermente. Dio mio, è una situazione che non avrei mai pensato di affrontare, eppure perché percepisco un pizzico di felicità in tutto ciò?
Mentre camminiamo lascio che il mio sguardo sfiori ogni singolo numero proprio sulla superficie della porta, facendo notevolmente aumentare la mia tensione. Quando pizzico il centocinque, sospiro di sollievo, e non appena giro il capo verso Riccardo, non posso non notare quanto il suo corpo sia distrutto. Ha la testa appoggiata sulla mia spalla, gli occhi completamente chiusi e le mani sul mio bacino per cercare di stare in equilibrio e non cadere contro il pavimento come se fosse una pera cotta. "Riccardo, dov'è la scheda magnetica?" Gli chiedo sottovoce. Sospira lentamente, mugugnando qualcosa che non riesco assolutamente a capire. "Riccardo, mi serve la scheda... dov'è?"
"Nella tasca... dei miei jeans" Afferma l'istante dopo, sospirando con lentezza. So quante le sue forze siano ridotte al minimo e so che non posso assolutamente contare su di lui, per cui faccio scivolare le dita lungo i suoi jeans, lasciando che si insinuino all'interno del tessuto per poter afferrare la scheda magnetica. Provo un pizzico d'imbarazzo nel toccare un punto così vicino alla parte più sensibile del suo corpo, ma cerco di non pensarci. "Mi mancavano le tue mani..." Me lo sussurra con un filo di voce e tutto ciò riesce perfettamente a farmi percepire il suo caldo fiato soffiare lungo una piccola parte del mio collo, un po' scoperta a causa del giubbotto.
"Piantala di dirmi certe cose..." Sospiro, lanciandogli uno sguardo e non appena lo faccio, riesco perfettamente ad incrociare i suoi occhioni celesti, che sembrano essere sempre più belli e luminosi.
"Scusa, non lo farò più... tu devi togliere la mano da lì però. Potrei non badare alle mie azioni" Lancia una veloce occhiata sulla mia mano all'interno della tasca dei suoi jeans, risvegliandomi dal mio improvviso stato di trance. Rimango in silenzio mentre percepisco un intenso calore varcarmi la soglia delle guance, che cerco di nascondere all'istante abbassando il capo. Non appena afferro la scheda, dalle mie labbra scappa un vero e proprio sospiro di sollievo, che riesce perfettamente a far rasserenare ogni muscolo che compone il mio corpo.
Lo sento ridacchiare sotto i baffi e non appena la leggera risata risuona all'intero del mio cuore, mi scappa un leggero sorriso. Faccio scivolare via la mano dalla tasca dei suoi jeans, per poi far scorrere la scheda lungo la fessura dell'aggeggio per far aprire la porta. Tutto ciò accade l'istante dopo, obbligandomi a stringere nuovamente le braccia di Riccardo per fargli varcare la soglia della camera. Lui lo fa senza nessun problema e non appena raggiungiamo il letto, il suo corpo si getta letteralmente sul materasso, provocando un vero e proprio tonfo. Riesce a darmi la completa visione del suo fondoschiena e nonostante tutta la forza applicata per non fissarlo come un'idiota, non riesco a non farlo. Malgrado sia ubriaco e sia disordinatamente sistemato su questo letto come se fosse un sacco di patate, non riesce a smettere di essere attraente, e giuro che mi odio per continuare a mantenere sempre questo maledetto pensiero. Vorrei cercare di essere un po' più forte, eppure non riesco ad esserlo.
Lascio scivolare il mio sguardo lungo la sua schiena, le spalle, le braccia e il collo, e per un secondo ripenso a quando ogni singolo angolo del suo corpo era destinato a me e alle mie mani, che lo accarezzavano come se fosse la cosa principale da fare. Avevo la consapevolezza che tutti potevano guardarlo, eppure ero l'unica donna ad avere l'onore di toccarlo, e per me, non esisteva cosa più bella. Lo riempivo di baci, di carezze, di graffi e di morsi ogni volta che facevamo l'amore, e giuro che a me non serviva nient'altro.
Chiudo gli occhi lentamente, sperando di cacciare via questi pensieri che mi hanno attraversato la mente. Faccio un passo verso il letto, sistemandomi proprio accanto a lui per cercare, in qualche maniera, di attirare la sua attenzione. "Ce la fai a farti una doccia?" Istintivamente appoggio una mano sulla sua spalla, ancora coperta dal cappotto, per farlo risvegliare, e non appena ruota il capo per cercare il mio sguardo, non posso non sorridere. Santo Cielo, è così tenero.
"Si che ce la faccio"
"Perfetto, allora andiamo in bagno" Lo giro con un veloce movimento, sollevandolo con entrambe le mani. Lui riesce ad aiutarmi, applicando un pizzico di forza in più per rimettersi in piedi. Proprio nel momento in cui lo fa, mi guarda negli occhi, lasciando che il colore intenso delle sue iridi possa travolgermi senza nessun problema. Quasi mi manca l'aria e non appena lui fa scivolare la sua mano sulla mia guancia, questo piccolo dettaglio sembra aumentare senza nessun tipo di preavviso. Le sue dita mi lasciano una dolce carezza sul viso e lo fanno con una lentezza quasi esasperante, mandando in frantumi ogni singolo obiettivo che possedevo fino a qualche minuto fa. Percepisco un brivido attraversarmi la schiena, ma cerco di non dargli molto peso, sperando che si tratti di una semplice sensazione, che svanirà fra pochi secondi.
Lui mi guarda. Io faccio lo stesso. Ci guardiamo intensamente, illuminati dalla leggera luce della luna e quella della piccola lampada sul comodino.
Ogni singolo centimetro del mio corpo è attraversato da un leggero tremore, che purtroppo non riesco a fermare in nessun modo. Le sue dita iniziano a disegnare un percorso ordinato proprio lungo il mio collo, per poi salire lungo il mento e scendere di nuovo. Dio mio, ma cosa sta facendo? Il mio organismo reagisce da solo, perdendo senza preavviso, una piccola parte di stabilità.
"Ti prego, Fede..." La sua voce è bassa, quasi trasparente. Lo è così tanto che faccio anche fatica a sentirlo.
"P-per cosa mi preghi?" Cerco di rimanere lucida, ma il mio cuore è già andato. Ed è in balia delle sue mani, della sua voce, delle sue labbra, delle sue carezze e delle sue parole.
"Resta qui. Resta a dormire qui da me."
"Lo sai che non è possibile, Riccardo... perché devi farmi litigare con Luca?"
"Lui non lo saprà, ma ti prego resta. Ho bisogno di te più di chiunque altro" Nonostante sia ubriaco, riesce a mantenere sempre quella fermezza che ha sempre posseduto e questo piccolo dettaglio mi fa impazzire ancora di più. Sospiro nel vuoto senza preavviso, lasciando che la mia mano si appoggi sulla sua, calda e morbida.
"I-io non lo so... non lo so"
"Ti prego" Insiste. "Resta. Resta stanotte e se vuoi, resta per tutta la vita"
L'unica cosa che riesco a fare è sospirare. Sospirare nel vuoto.
"Sono qui e resto. Resto qui con te, Riccardo"
Le sue labbra si curvano all'insù all'istante, riuscendo a farmi capire quanto sia immensa la felicità che sta assaporando in questo istante. Si tratta di una quantità di felicità davvero sconfinata, impossibile da descrivere e dannatamente contagiosa. 
La verità è questa: sapere che lui sia felice, mi rende felice. Ma parlo di quella felicità che solo lui riesce a farmi percepire nonostante il tempo continui a volare senza nessun tipo di ostacolo.

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now