Messo al tappeto da un capra

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"Chi semina dolore, raccoglie dolore."




Chuuya, appena ricevuta la chiamata di Mori era uscito in fretta, super teso e carico di adrenalina, si era perfino dimenticato di chiudere la porta di casa.

Salì in macchina e si diresse verso il punto di raccolta dove i suoi uomini lo stavano aspettando, doveva essere un lavoro rapido. Andare là, cogliere di sorpresa i rivali e eliminarli tutti senza, possibilmente, lasciare superstiti.

Insomma quel genere di lavoro facile e tranquillo, giusto un po' noioso e che non si vede l'ora di finire.

Ne aveva uccise tante di persone... Ormai si era abituato a convivere con il leggero senso di colpa, causato da tutte le anime rubate.

Ma infondo cosa c'era di sbagliato? Alla fine lui uccideva quelli che non meritavano di esistere, persone stupide, pronte a tutto pur di arricchirsi e raggiungere i propri scopi, probabilmente assassini ancora più spietati di lui.

Si costringeva a non pensare alla famiglia delle sue vittime, sempre se ne avessero una... Però non riusciva comunque a trovare in questo una motivazione per non uccidere.

Si sentiva un mostro, ma alla fine la cosa non gli dispiaceva...

Raggiunse i suoi uomini e diede le indicazioni, spiegando come si sarebbe svolta l'operazione.

Nulla di nuovo, nulla di complesso.

Infiltrarsi nella base nemica e fare fuoco.

Potevano farcela, Chuuya era consapevole del fatto che poteva trattarsi di una trappola, era tutto troppo facile e scontato, ma era convinto che anche in quel caso ce l'avrebbero fatta, erano i suoi uomini migliori, tutti ben addestrati, anche se nessuno possedeva un'abilità oltre a lui.

Irruppero nel magazzino e cominciarono a fare fuoco, mentre i complici dell'associazione rivale venivano ammazzati brutalmente, altri e numerosi nemici circondarono l'edificio impedendo qualsiasi via di fuga agli uomini di Chuuya.

Lui se l'aspettava, ma era pronto a combattere, non avrebbe avuto pietà per nessuno.

Invertì gridando, con il suo controllo della gravità, la prima pioggia di proiettili sparata contro i suoi uomini, e la rispedì al nemico, facendo fuori un po' di gente. Ghignò divertito, adorava quel vecchio ma infallibile trucchetto.

Era la dimostrazione ad una frase che l'aveva sempre colpito: chi semina dolore, raccoglie dolore.

Si permise un attimo di distrazione e questo gli fu fatale.

Sentì il rumore di un'arma da fuoco, un dolore lancinante al fianco, prima di crollare in ginocchio si guardò intorno alla ricerca della persona che gli aveva sparato, ma non vide nessuno.

Strinse i denti. Probabilmente c'era anche qualche altro dotato di poteri.

Chuuya, si fece forza, non poteva mollare e crollare come una ragazzina, alzò lo sguardo sui nemici e, con un grido folle, ne fece fuori un bel pò senza perdere il suo ghigno crudele, usando soltanto il suo potere.

Poi di colpo qualcosa lo colpì in testa con forza, gli si appannò la vista, sentì la sua testa scontrarsi con il terreno e poi gli occhi gli si riempirono di buio.

Nella semi incoscienza in cui si trovava, si stava chiedendo come aveva fatto ad essere così stupido e distratto.

Certo...

SUICIDES AND HATS (Dazai x Chuuya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora