Mi tocca fare l'infermiera

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"Aveva troppi pensieri che gli ronzavano per la testa, mille domande a cui ormai aveva smesso di cercare una risposta."


Dazai riportò Chuuya nel suo appartamento e dopo averlo sistemato sul letto gli tolse la camicia ed esaminò la sua ferita, fortunatamente il proiettile non era rimasto nel suo corpo.

Ribaltò tutta la casa del ex collega alla ricerca delle bende, del disinfettante e di tutto il necessario per curare le ferite di Chuuya.

Una volta recuperato l'occorrente ripulì con attenzione la ferita sulla tempia di Chuuya con una garza imbevuta di disinfettante, quello aprì gli occhi un secondo, lo guardò confuso e con una punta di fastidio, poi li richiuse, perdendo i sensi di nuovo.

Dazai, dopo aver disinfettato e pulito bene la ferita sul fianco, la fasciò stretta per fermare l'emorragia, l'amico aveva perso davvero parecchio sangue, ma non doveva essere in pericolo di vita.

In teoria.

Dazai sospirò, poi raccolse la camicia  e gli altri indumenti sporchi di sangue di Chuuya e li buttò a lavare, prima che il sangue lasciasse su di essi macchie permanenti.

Poi si sedette stanco morto sul divano, verso le tre e mezza di notte cominciò ad avere fame...

Come se abitasse lì da sempre si alzò dal divano e andò in cucina.

Dazai trovò nel figro degli avanzi di pizza, se li scaldò sul fornello e mangiò con calma fischiettando tra sè e sè.

Poi sbadigliò, sentiva la stanchezza, ma sapeva che, anche se si sarebbe coricato, non sarebbe riuscito a prendere sonno, come gli succedeva troppo spesso.

Aveva troppi pensieri che gli ronzavano per la testa, mille domande a cui ormai aveva smesso di cercare una risposta.

Allontanò quella miriade di confusi pensieri con un gesto seccato della testa, aveva imparato ad odiare tutte le sue riflessioni e le sue domande che lo mandavano puntualmente fuori di testa.

Dazai cominciò a girare per la casa curiosando in giro e canticchiando sottovoce.

La casa non era molto grande e non c'era molto da fare, era evidente che Chuuya non passasse lì dentro la maggior parte del suo tempo.

Dazai rimase un bel pò ad osservare Yokohama di notte dal piccolo balcone dell'appartamento godendosi l'aria fresca della notte, poi tornò in camera a controllare come stava Chuuya.

Si sedette sul letto accanto a lui e, vedendolo rabbrividire, gli sistemò le coperte.

Chuuya era parecchio pallido, aveva la faccia contratta in un'espressione di dolore e la pelle sudaticcia.

Dazai lo guardò pieno di preoccupazione, poi posò la mano sulla fronte dell'amico e constatò che doveva avere un po' di febbre. Ci mancava solo quello!

Fantastico.

Dazai sospirò seccato.

Fare l'infermiera non rientrava esattamente nella lista dei suoi desideri.

Si alzò stancamente, recuperò, dopo varie ricerche una bacinella, che riempì di acqua fresca e un fazzoletto pulito, poi ritornò in camera da letto.

Bagnò il fazzoletto, lo strizzò il più possibile, poi lo piegò accuratamente e lo posò sulla testa bollente di Chuuya, sperando che potesse fare qualcosa...

Dazai lo guardò un altro po' in silenzio, sperando di aver fatto la scelta giusta a non portarlo in ospedale, poi sentí la stanchezza farsi più presente.

Uffa, non aveva voglia di dormire e non aveva neanche un letto per farlo.

Dazai si buttò con stanchezza accanto a Chuuya, che fortunatamente aveva un letto abbastanza grande per due persone, sicuro che non si sarebbe addormentato, ma fisicamente troppo esausto per alzarsi.

Fissò il soffitto per un po', poi Chuuya si lamentò nel sonno, Dazai si girò a guardarlo con un sorriso divertito, poi tornò a guardare le crepe sul soffitto sopra di sè...

Non se lo aspettava, ma il sonno ebbe la meglio.

Non aveva intenzione di dormire e rischiare così che Chuuya si svegliasse e lo strangolasse nel sonno, ma lentamente i suoi occhi si chiusero e con un ultimo sbadiglio Dazai si arrese e si addormentò.


Dazai non dormì troppo bene, forse perchè era in un letto che non era il suo.

Lo svegliò, a mattina inoltrata, un po' di trambusto e qualcosa di freddo appoggiato sulla sua gola.

Aprì di controvoglia un occhio e rischiò di scoppiare a ridere.

Un incazzato e arruffato Chuuya era a cavalcioni sopra di lui, premendo un pugnale contro la sua gola e uno sguardo pieno di rabbia folle negli occhi.

- Cosa cazzo ci fai nel mio letto, bastardo?

A. A.
Ed eccoci qui signori... IO LI AMO TROPPO GRAZIEPREGOCIAO

SUICIDES AND HATS (Dazai x Chuuya)Onde histórias criam vida. Descubra agora