thief

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POV'S CHARLOTTE
Non si sente volare una mosca. Mi avvicino il più possibile a Louis, il quale è pur sempre l'unico "uomo" della situazione e pigolo: -Cosa diavolo è stato?-

Nessuno mi risponde. È bello essere ascoltati.
Un altro rumore mi fa venire la pelle d'oca.
Louis ricompare con una vecchia mazza da baseball trovata chissà dove.
-Ok, io vado a vedere- bisbiglia.
-Ma neanche per sogno!- sbotto sottovoce -tu non ci lascerai qui da sole mentre giochi a fare Batman-
-Allora venite con me-
-Ma non posso lasciare qui Sophie, e nemmeno portarla di là!-
-Char, deciditi- Perrie si torce le mani.

Al contrario di noi, non sembra spaventata. Solo molto, molto nervosa. Una strana sensazione si fa strada nella mia mente.
Prima di poter darle un nome, un terzo colpo ci fa sobbalzare tutti quanti.

-Ok, andiamo!- dice Louis.
Gli tiro un calcio negli stinchi a metà frase per ricordargli di tenere un volume basso.
Mentre camminiamo molto lentamente nel corridoio desidero di avere il passo felpato della pantera rosa. Anche un palombaro farebbe meno rumore di me.

-Devo starnutire!- fa Louis cercando di reprimere l'impulso.
-Non farlo!-
-Ma non posso!-
-Hai presente il calcio di prima? Starnutisci e ne riceverai uno molto ma molto più forte.-
Deglutisce.

Il corridoio di quella casa non mi è mai sembrato così lungo. Giungiamo davanti alla porta della camera da letto di Perrie e ci si annoda lo stomaco.

-Ci siamo-

Louis stringe la maniglia. Louis fissa la maniglia. Louis deglutisce e apre di scatto la porta. Louis strilla.
Qualcuno sta cercando di saltare dalla finestra. Gridammo tutti e quattro (sì, anche lui si lascia scappare un urletto isterico).

Quello che sta succedendo è abbastanza confuso.
Sono abbastanza sicura di aver urlato "Louis, fa qualcosa!". Poi Tomlinson e la sua mazza da baseball si lanciano verso l'intruso, che ha qualche problema a scavalcare il davanzale.

Senza riflettere, mi tolgo un anfibio e glielo tiro contro. Lo colpisco sulla spalla, lui si lamenta e sparisce oltre la finestra.

-Cazzo!- io e Louis ci affacciammo, appena in tempo per vedere il ladro rialzarsi e correre a tutta velocità in strada. Tutta l'adrenalina mi abbandona di colpo e mi siedo tremando sul letto.
-È... scappato?- pigola Perrie, ancora ferma sulla porta. Accenniamo un "si" con la testa.

Perrie Edwards è una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto, ma perfino la mia gatta Lady mente meglio di lei.

Dopo aver controllato che non manchi nulla, ci invita con gentilezza ad uscire, blaterando qualcosa sulla polizia. Sta mentendo e c'è qualcosa che non va. È chiaro come il sole.
Ci assicura che starà benissimo anche da sola e ci sbatte la porta in faccia.

-Le hai creduto?- chiede Louis.
-No. Tu?-
-No-
Sospira -Cosa facciamo?-
-Non so te, ma io devo andare in giardino a recuperare la mia scarpa- gli deposito in braccio mia figlia e mi avventuro nel retro della casetta di Perrie.

Dopo un paio di metri capisco di aver commesso un errore tattico abbandonando Louis, perché ho una paura tremenda.
Anche un idiota capirebbe che non puoi cercare una scarpa nera in un prato nel buio più completo. Nemmeno se il tuo cellulare ha un'applicazione così figa come la torcia.

In compenso faccio una scoperta affascinante. Il cappellino in lana grigia è ai piedi di un albero . Conosco molto bene quel cappellino.
E anche la H nera che ho fatto ricamare su un lato in occasione dei diciannove anni di mio fratello.
La mia scarpa giace qualche centimetro a destra.

Vorrei rientrare nella casa della mia migliore amica e urlare tutto quello che pensavo di lei, della sua sconsideratezza e di quell'idiota che purtroppo è imparentato con me, ma non lo meglio non farlo. Voglio vedere come si sarà evoluta la faccenda..

Still - Sequel of "Same Mistakes" Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang