IX - Credo tu mi piaccia, che si fa?

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"Pensaci attentamente. Se adesso te ne vai, abbandonerai davvero gli insegnamenti classici e l'ortodossia. Non potrai più tornare indietro."
Pronunciò quelle parole piano, scandendo pian piano ogni sillaba, come se avesse paura che se se le fosse fatte sfuggire tutte di bocca la figura davanti a lui sarebbe scappata all'istante.

Quel giorno, il cielo piangeva lacrime amare. I tuoni squarciavano l'oscurità del cielo, mostrandosi in improvvise esplosioni di luce e suono.
La pioggia, invece, non poteva far altro che lasciarsi cadere, come se fosse quasi rassegnata al proprio destino.
Colpiva con tentata irruenza qualunque cosa su cui capitasse; che fosse il terreno umido e sabbioso o il dorso dei cavalli dalla pelle liscia.
Essi si innalzavano in nitriti scoordinati, la criniera completamente zuppa che pendeva da un lato del loro collo, gli occhietti neri che cercavano di focalizzarsi su un qualunque punto.
Sottostavano al peso degli umani sopra la propria schiena, anch'essi bagnati e infreddoliti, mentre il vento freddo sfiorava le loro tremolanti figure e si infiltrava tra le pieghe dei loro vestiti consumati e consunti.

Wei Wuxian esplose in una mera risata al sentir quelle parole. In effetti, non si capiva se stesse piangendo o ridendo; probabilente tutt'e due. Non riesci a ridere senza piangere quando l'intero mondo di volta le spalle, quando la crudeltà umana ti travolge a tal punto da farti restare in ginocchio. Quando ti senti addosso gli occhi colmi di disprezzo delle persone, che pur non conoscendoti sono pronte a sputare veleno su di te. Quando stai facendo la cosa giusta, ma il improvvisamente l'intero universo diventa cieco pur di non appoggiarti; e allora tu sta lì, da solo, al buio, al freddo. Mentre l'indignazione e la rabbia ti salgono su per l'esofago raschiandoti la gola come bile e le lacrime non possono far altro che scendere a fiotti sulle tue guance.

"Abbandonare quali insegnamenti classici? Ribellarsi a quale ortodossia?"
La risata gli morì sulle labbra con la stessa velocità con cui era nata. Il suo sguardo serio era scalfito dalle gocce di pioggia che scivolavano lentamente sui contorni del suo viso, creando rivoli umidi sulla sua pelle pallida e lambendo le sue sottili e rosse labbra.
Gocce di pioggia si impennavano sulle sue lunghe ciglia, cadendo con lentezza sulle sue guance ogni qual volta battesse le palpebre, mescolandosi con le sue lacrime salate.

Improvvisamente, i suoi occhi duri si ammorbidirono, lasciando però intatta la scintilla di determinazione che li illuminava nell'oscurità.

"Lan Zhan" Pronunciò contro il vento freddo, fissando le pupille in quelle del ragazzo davanti a sé.

"Ricordi ancora la promessa che ci siamo fatti quella volta?"

Lan Zhan non proferì parola, continuando a guardare il ragazzo sopra il cavallo mentre un leggero strato di lacrime gli offuscava la vista.
Come mai avrebbe potuto dimenticare? Nonostante fossero passati degli anni, quel ricordo era ancora fresco nella sua mente come se fosse successo il giorno prima.
La sua mente ritornò ai meandri di quella gioventù leggera e spensierata.

Il cielo azzurro era costellato da lanterne bianche che volavano mosse dal vento, le sue vesti immacolate fluttuavano nell'aria ad ogni minimo movimento, e i lunghi capelli neri si afflosciavano sulla sulla sua schiena ogni qual volta si girasse a guardarlo.

Brillava come non mai, Wei Ying. In quel suo candido sorriso, in quella purezza tipica della fanciullezza che non l'avrebbe mai abbandonato. Spiccava tra tutti come fosse la stella polare in mezzo a miriadi di altre stelle, che però non riuscivano, non potevano esser luminose quanto lui.

Lan Zhan si girò a guardarlo mentre quello chiudeva gli occhi rilassando i suoi tratti fanciulleschi, univa le mani in preghiera e se le portava quasi contro la propria bocca, piegata in un mesto sorriso sempre presente.

Il Sentiero Che Il Destino Ha Tracciato Per Noi || WangXianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora