𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐈𝐕 | 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒄𝒂𝒔𝒂

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Taehyung aveva poi chiuso la chiamata con i ragazzi ─ avvisandoli di come li avrebbe richiamati quella stessa sera ─ per poi voltarsi verso di me e sorridermi.

«Ho una proposta» mi guardò calmo e spensierato, oserei dire. «Tempo fa ti ho promesso, oltre al trovarci una sistemazione definitiva, anche una pomeriggio alla sala giochi, ti va ancora di andarci?» domandò, sporgendosi verso di me senza mai distogliere lo sguardo dal mio. «Mh?»

«Certo che mi va» risposi contento, sporgendomi a mia volta in modo da lasciargli un veloce bacio. «Ma sappi che il discorso di Esprit non finisce qui» lo avvisai, puntandogli il dito contro.

Lui ridacchiò, mi prese per mano e mi trascinò verso la porta d'ingresso, indicandomi poi un casco a terra. La moto.

«C'è una bella giornata per sprecarla in auto» disse solamente, attendendo che uscissi da quella specie di trance in cui mi aveva portato la visione di un semplice casco. Tutte le volte che lo avevo stretto a me, tutte le volte che era passato a prendermi o riportarmi a casa, tutte le volte in cui mi diceva che era una moto ad uso esclusivo suo ma poi potevo sempre salirci.

Erano questi i ricordi che mi facevano sia sorridere malinconico che piangere angosciato.

Avevo vissuto quei mesi spensierato senza comprendere al vera gravità di far parte di un'organizzazione criminale, la presenza di Taehyung aveva reso il tutto meno disumano di quanto in realtà fosse e il mio amore per lui mi aveva inconsciamente obbligato ad indirizzare la mia attenzione unicamente su di lui, sorvolando su qualunque altra cosa succedesse all'interno di Esprit.

Avevo sorvolato sulla morte di alcune persone ─ buone o cattive che fossero ─ avevo sorvolato sulla vendita di una droga che crea dipendenza anche se in intensità inferiore, avevo sorvolato sui ricatti con i quali avevano attirato me o Jimin e addirittura avevo sorvolato su tutto il male che mi era successo unicamente a causa loro.

L'amore mi aveva reso cieco, mi aveva impedito di pensare ed agire in modo razionale e ─ no, non rimpiangevo affatto i momenti passati con Taehyung ─ rimpiangevo solamente di aver dato peso solo alla nostra relazione senza badare a tutto il resto.

Avevo messo lui ed il mio amore nei suoi confronti al primo posto acquisendo empatia a livello sentimentale, perdendo però parte della mia umanità.

«Va tutto bene?» domandò cautamente, interrompendo ogni mio pensiero. Mi portai il dorso della mano ad asciugare l'accenno di lacrime e poi raccolsi il casco seguendo Taehyung verso la sua solita Kawasaki nera.

«Non te l'hanno sequestrata?» domandai notando come effettivamente fosse la stessa e non avesse semplicemente deciso di comprarne un altro identico modello.

«Fortunatamente no, Jaebum me l'ha recuperata non appena la corte nord coreana ha richiesto la sua estradizione» spiegò tranquillo, montando in moto e facendo cenno di avvicinarmi. «Vieni qui, te lo allaccio» indicò con lo sguardo il casco, rivolsi a mia volta l'attenzione a questo e poi mi avvicinai porgendoglielo.

Passò una mano tra i miei capelli un paio di volte per portarli all'indietro e poi mi calò il casco sulla testa, toccandomi delicatamente il mento come segno di inclinare leggermente la testa. Lo feci, lui l'allacciò e poi ─ piegando la testa per non far scontrare i nostri caschi ─ unì di nuovo le sue labbra con le mie.

«Sali Jungkook» mi incitò, attirandomi a lui. «E mi raccomando, tieniti forte»

«Andrai veloce» conclusi la frase per lui, percependo l'ennesimo vuoto al petto.

Possibile che esser tornato da me non gli provochi le mie stesse sensazioni? Perché sembra così tranquillo in merito alla nostra relazione? Perché è sempre così difficile da leggere?

➽ Silver Heart | Taekook ✔  [2/2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora