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LUCIFER

Seal senza neanche pronunciare l'incantesimo ad alta voce separa il lago lasciando un corridoio al centro completamente asciutto. La seguo in silenzio ancora sconcertato dal fatto che si sia aperta con me e che ancora prima sia riuscito ad usare i miei poteri su di lei.

La prima volta non avevo avuto successo, mentre ora, con un po' più di fatica rispetto al solito, sono riuscito a governare i suoi pensieri. Mi crede solo un ragazzo anche se più volte, dato che non mento, le ho detto chi sono davvero.

Che sono il diavolo. Ma non mi crede e come darle torto? In questi momenti però mi sento davvero solo un ragazzo con dei poteri che ha problemi con suo padre e li riversa seducendo e controllando chiunque perché non può controllare lui. Ma adesso anche lei è un'altra persona che non riesce a controllare. Almeno non del tutto.

Arrivati al centro del lago fa un altro incantesimo, ma non succede niente apparentemente. Mi guarda divertita.

-Cosa dovrebbe succedere adesso?- alzo un sopracciglio confuso

-Guarda sotto i piedi- ride osservando attentamente la mia reazione quando mi rendo conto di essere sopra una porta. In realtà ci siamo sopra entrambi.

-Enter- dice, gli occhi le brillano di un dorato. La porta si apre sotto i nostri piedi, cadiamo e poi ci capovolgiamo tornando con i piedi per terra. Solo che non siamo più al lago.

-Benvenuto alla città di Solvé- dice camminando all'indietro, indicando il grosso cancello di ferro con la scritta "Solvé". Torna al mio fianco e aspetta che sia io a parlare.

-Questo è... Wow. Ci sono folletti, troll, fantasmi, licantropi, stregoni e ogni tipo di creatura immaginabile- mi guardo intorno. In tutti i secoli in cui ho vissuto non ho mai saputo di questa città segreta.

-Gli stregoni non dovrebbero indossare il mantello e il cappello?- chiedo

-Non siamo mica a Hogwarts. Ci siamo evoluti con gli anni. È per questo che dovresti studiare la storia della tua gente. indossiamo mantello e cappello solo in ricorrenze speciali. Come il bagno di sangue che si terrà domani sera alla quale tutti gli studenti dell'accademia parteciperanno. Quindi dovrai procurarti ance una bacchetta-

-La bacchetta a che serve? Voi non la usate per gli incantesimi-

-Solo i principiati, per la maggior parte i bambini, usano le bacchette per gli incantesimi. È più facile. Poi col tempo imparano a fare magie senza neanche pronunciare la formula- dice facendo comparire nella mia mano una bacchetta magica

-Inizierai anche tu con quella-

-E la scopa?- chiedo quando noto un bambino che vola nel cielo. Lì è già scuro anche se prima il sole era appena tramontato.

-Lo stesso. È più facile per i bambini imparare a volare utilizzando un sostegno. Così riescono a tenersi meglio in equilibrio e poi possono volare anche senza-

-Anche tu sai volare?-

Annuisce orgogliosa. Non ho mai saputo le usanze delle streghe, di solito mi giuravano fedeltà e questo mi bastava. Quindi non chiedevo loro come funzionassero le cose, ma forse, in fin dei conti avrei dovuto.

-Non è da tutti saper volare bene però. Non è come la magia. Anche il mago più inetto, che in questo caso saresti tu, con un buon addestramento è capace di fare magie senza bacchetta. Ma volare è un altro conto-

-E quando inizierà quest'addestramento?-

-Sei riuscito ad entrare nella mia testa- e mi lancia un'occhiata che se potesse mi vaporizzerebbe

-Quindi non sei così indietro come credevo... Prova a far levitare questa piuma- dice raccogliendo dalla strada una piuma bianca e mettendosela sul palco della mano.

-Dì. Levitas. È uno degli incantesimi base- mi spiega facendomi vedere come muovere la bacchetta

-Levitas- dico, ma non succede niente quindi riprovo con più convinzione.

-Levitas- ancora niente. È umiliante. Io sono il re degli inferi e non riesco a fare una magia elementare.

-Ce la puoi fare- dice Seal toccandomi la spalla

-Levitas!- finalmente la piuma si alza e la indirizzo utilizzando la bacchetta

-Lo sapevo che ci saresti riuscito. Poi passeremo agli incantesimi più complessi- mi rivolge un sorriso.

Riprendiamo a camminare e mi mostra l'intera città. Quando ritorniamo al lago è scuro, ma prima di tornare in città. Quella di Peable no di Solvé. Concedo a Seal di entrare nella mia mente. Nella parte più infinitesimamente piccola della mia mente. Come ricompensa per avermi fatto entrare nella sua, anche senza che lo volesse.

-Fallo. Per capirmi meglio. Così sarà anche più facile insegnarmi la magia- dico sedendomi sui sassolini a gambe incrociate. Lei fa lo stesso e mi mette una mano sulla testa. Chiude gli occhi e muove appena le labbra. La sento dentro di me. la vedo nei pezzetti di ricordi in cui le permetto l'accesso. Dopo poco riapre gli occhi.

-Credi davvero di essere il diavolo eh?... Grazie- mi rivolge un sorriso tenero. Estremamente dolce. Poi torniamo in città e restiamo in silenzio perché non abbiamo bisogno per forza di parlare. Nessuno dei due è a disagio anche stando in silenzio. Era una sensazione che non provavo da parecchio.

Il Mio Diavolo Guardiano. LuciferWhere stories live. Discover now