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LUCIFER

Ha detto che sono immaturo. Pff. Lucifer. Il Diavolo. Io. Quello di cui le persone hanno timore anche solo a pronunciare il nome. Avere queste sembianze costantemente per quasi un mese rinchiuso in questa scuola pieno di streghe e creature magiche che hanno compassione, mi sta facendo ricordare che anch'io ho dei sentimenti.

Non sono più quelli di una volta. Adesso hanno compassione, uccidono solo i mostri. Che spreco di tempo. Sono venuto qui per divertirmi e invece devo sentirmi dare dell'immaturo. Io che ho più anni di tutti quelli che vivono qui messi insieme. Incredibile.

Mentre entro dentro la scuola dopo che il drago è andato via e tutti l'hanno accerchiata, sento i suoi occhi che bruciano sulla mia schiena. Sento il suo sguardo sulla mia pelle senza neanche avere il bisogno di voltarmi per averne la conferma. Sta anche per arrivare un temporale degno di questo nome.

Una volta in camera chiudo la porta e riprendo le mie sembianze. Quelle del mostro che tutti pensano che io sia. Con il volto deforme, rosso come l'inferno.

Scarico la rabbia così, guardandomi nello specchio, quando Seal cerca di entrare nella stanza, ma mi appoggio prontamente alla porta bloccandola.

-Lucifer fammi entrare!- continua a battere pugni sulla porta di legno. Riprendo le sembianze del ragazzo che ho avuto per tutto questo tempo. Le sembianze del ragazzo che una volta sono stato. E mi scosto lasciandola libera di entrare. Siamo uno di fronte all'altra.

-Sta arrivando un temporale con i fiocchi. Come piacciono a me-

-Non hai paura di scioglierti con l'acqua?- chiedo per farla innervosire. So che non è vero, ma solo un folclore.

-Sei serio? Ma i tuoi genitori non ti hanno insegnato proprio niente?-

-Mio padre mi ha ripudiato. Quindi quando ho scoperto i miei poteri ho capito da solo come funzionavano- le spiego, ancora le braccia strette al petto.

-Come hai capito di avere dei poteri e di essere uno stregone?-

-Quando una ragazza, che non voleva accontentarmi perché faceva la difficile, dopo che l'ho guardata negli occhi ha accettato. L'avrebbe fatto lo stesso, ma lì ho capito che era strano quanto successo-

-Perché sei arrabbiato con me?- alzo un sopracciglio sorpreso. Non credevo se ne accorgesse. Insomma sono immaturo e non siamo neanche amici.

-Ti ho sentito prima con Poli. E così sono immaturo e non siamo amici eh? È solo un patto no?-

-Vedi? Ho ragione. Ti stai comportando come un bambino. Tu sei immaturo-

-Allora sono giustificato se faccio questo- con un gesto della mano e pronunciando un incantesimo le faccio comparire un secchio pieno d'acqua sopra la sua testa. Non ha neanche il tempo di farlo sparire che subito il secchio si rovescia bagnandola tutta. Qualche schizzo arriva fino ai miei piedi. Sorrido soddisfatto.

-Questa me la paghi novellino. Sai che spreco d'acqua è questo? È per cosa? Perché sei immaturo. Il mondo sta cadendo a pezzi e tu contribuisci invece di cercare di salvarlo- se potesse gli uscirebbe il fumo dalle orecchie. Fa comparire sulla mia testa un secchio. Si rovesci all'istante ricoprendomi di... cos'è miele? Sono tutto appiccicoso mentre con gesto della mano si asciuga.

-Miele?-

-Magari ti addolcisci- risponde acida

-Ah, così adesso sei tu quella arrabbiata?- mi ripulisco con un incantesimo e con un altro la lascio in biancheria intima. Lei fa lo stesso con me.

-Farai meglio a goderti il momento perché non mi rivedrai mai più in intimo- dice rivestendosi con uno schiocco di dita.

-Ora siamo pari? Io ho fatto arrabbiare te e tu me- si avvicina a me lasciando cadere le braccia lungo i fianchi

-Non m'importa ciò che pensi di me fiorellino. Ma va bene. Siamo pari-

-Tregua novellino- mi allunga la mano all'altezza del busto. È qualche centimetro più bassa di me, ora me ne sono accorta.

-Tregua- le stringo la mano attirandola ancora un po' verso di me

-Mi dispiace averti offeso. Davvero-

-Vieni con me- dico afferrandole la mano e portandola in biblioteca. Ho intenzione di mantenere fede al patto che abbiamo fatto e per farlo devo scoprire come salvarla da Tabitha.

Siamo seduti a terra, appoggiati agli scaffali ai lati opposti, circondati da libri di magia. Non c'è scritto niente di utile. Chiudo di scatto il libro che ho in mano e lo getto a terra. Finisce ai piedi di Seal. I guarda con compassione. Non lo sopporto. Striscia verso di me, posando il libro sullo scaffale. Poggia la testa sulla mia spalla, io sulla sua sentendo il profumo dei sui capelli. Inizio ad accarezzarli, non so bene perché. Avviene d'istinto.

-Troveremo un modo Lucifer. Adesso ho anche un altro motivo per cui restare-

-Stai finalmente ammettendo che siamo amici- dico ridendo appena

-Sì, Lucifer. Sto dicendo che siamo amici. Non rovinare tutto-

Il Mio Diavolo Guardiano. LuciferWhere stories live. Discover now