Ci organizzammo su sue collinette di scarti accumulati dalle creature di Sauron. Cavalcai in avanti con Aragorn, Gandalf, Boromir, éomer, Gimli e Legolas. Pipino era in groppa ad Ombromanto, insieme a Gandalf. Portava la divisa dei soldati della cittadella che era stata di Fararmir quando era bambino.
"Che il signore della terra nera si faccia avanti, che giustizia sia fatta su di lui" chiamò Aragorn con voce possente. Il mio ginocchio strusciò contro quello di éomer mentre i nostri cavalli si avvicinavano. Le nostre mani si cercarono e si strinsero mentre i nostri occhi non lasciavano il cancello. In attesa.
Si aprì uno spiraglio e uscì un uomo a cavallo. Almeno, credetti fosse un uomo. Aveva un elmo nero che gli copriva il volto e un lungo mantello che non riusciva a nascondere del tutto il corpo deforme. Si fermò a debita distanza, guardandoci con un ghigno beffardo. Il suo nome non lo ricordava nessuno, nemmeno lui. Si chiamava la Bocca di Sauron ed era il suo luogotenente.
"C'è qualcuno che abbia l'autorità di parlare con me?" chiese derisorio.
Aragorn non parlò ma lo fissò e improvvisamente il messaggero ebbe paura ed esclamò: "Sono un ambasciatore, non posso essere attaccato!"
"In paesi dove vige questa regola solitamente i messaggeri sono più educati" intervenne Gandalf.
"Ah, Gandalf" disse lui, il tono tornato beffardo "Sempre a ficcare il tuo lungo naso dove non dovresti. Ho un pegno da mostrarti" e così divento dal mantello trasse la maglia di mithiril di Frodo e lo spadino di Sam. Sentii Boromir trattenere il fiato. Strinsi la mano di éomer tanto forte da farmi male lottando per cercare di rimanere impassibile ma Pipino non ce la fece, un urlo di dispiacere scappò dalle sue labbra.
"Ah, vedo che chi portava queste cose vi era caro" disse soddisfatto. Il viso di Gandalf aveva il colore della cenere. Improvvisamente sembrò più vecchio di innumerevoli anni.
"Il prigioniero possiamo consegnarvelo se vi atterrete alla proposte del mio signore Sauron"
"Dì le tue condizioni" disse debolmente Gandalf.
"Il suddetto esercito di Gondor si ritirerà nella terre oltre l'Anduin, giurando di mai più prendere le armi contro il mio signore. Gondor e Rohan saranno tributari dei Mordor con pagamenti in cibo, cavalli e qualsiasi altra cosa necessiterà il mio signore" Sentii éomer fremere di rabbia "Cederete Isengard che verrà data a qualcuno più degno di fiducia rispetto a Saruman" e qui intuimmo tutti chiaramente che questa persona sarebbe stata lui. "Rifiutate e il prigioniero soffrirà terribilmente e a lungo e forse verrà rilasciato quando sarà spezzato e rovinato in modo che possa venire da voi e mostrare cosa gli avete fatto".
Improvvisamente però Gandalf si raddrizzò, gettò a lato il grigio mantello che lo copriva e brillò di luce propria. Quasi contemporaneamente Aragorn sguainò Anduril, la fiamma dell'Ovesturia, che brillò chiara quasi quando Gandalf. Improvvisamente la speranza rinacque in me e lasciai andare il respiro che stavo trattenendo.
"Prenderemo questi, in memoria del nostro amico" tuonò Gandalf facendosi avanti e strappando la maglia di Mithril e la spada dalle mani della Bocca di Sauron "Quanto alle condizioni del tuo padrone le rigettiamo tutte! Va ora e sii veloce perché la morte è su di te"
Allora lui ci guardò e di nuovo ebbe paura. Con un urlo girò il cavallo e galoppò via verso il nero cancello. Ma mentre se ne andava suonò un corno e la trappola che Sauron ci aveva preparato scattò. Il cancello si aprì e innumerevoli orchi sciamarono fuori.
Non ci restò che girare i cavalli e tornare dall'esercito per l'ultima, disperata battaglia. Con un ultimo sguardo la mia mano e quella di éomer si lasciarono. Su una collinetta sventolava lo stendardo di Gondor. Sull'altra il cavallo bianco e il cigno di Del Amroth garrivano al vento. Tra le due alture, dove l'attacco sarebbe stato più forte stavano i Dunedain e i figli di Elrond.
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Gondorian Ranger
FanfictionBoromir stava ammucchiando delle provviste, come se si stesse preparando a partire. "Che succede?" chiesi all'erta "Hai presente il nostro sogno?" chiese Faramir riferendosi al sogno che ormai facevamo in maniera ricorrente tutti e tre. Annuii. "N...