Capitolo 9

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POV JONGIN

A quell’affermazione, su cui avevo rimuginato tutta la sera, Hyejin smise di sorridere e mi guardò quasi fosse spaventata dalle mie parole.

Sospirò, iniziando a giocherellare con il tovagliolo di stoffa accanto al piatto.

«Jongin ti prego…»

«Cosa ti aspettavi, Hyejin… Insomma, sei così incredibile come potresti non piacermi?» le dissi, sollevandole delicatamente il mento per incontrare i suoi occhi castani. «Perché hai così tanta paura di me?»

«Non sei tu il problema… Non sei tu a spaventarmi, ma l’idea di quello che potrebbe nascere fra noi.»

«Perché?» mi morsi il labbro inferiore continuando a guardarla, cercando di trasmetterle fiducia. Allungai la mano e presi la sua tra le mie, stringendola delicatamente. La allontanò subito, portandola in grembo.

«Scusami, io non sono abituata a questo. Sono rimasta ferite troppe volte da persone che dicevano di tenere a me e poi sono semplicemente scomparse dalla mia vita, come se nulla fosse. È un rischio che non so se sono pronta a correre di nuovo…»

«Non voglio farti del male, HyeJin… Farò qualsiasi cosa perché tu possa fidarti di me.»

«Lo prometti?» chiese, sondando il mio viso con gli occhi lucidi.

Annuii, e le porsi un mignolo perché lo intrecciasse al suo. Questo la fece ridere.

«Non è una cosa un po’ da bambini una promessa con il mignolo?»

«Forse… Ma non ne ho mai spezzata una! Quindi immagino che tu possa prenderla sul serio.» Mi strinse il mignolo, regalandomi un piccolo sorriso e facendo sparire gli occhi lucidi di qualche attimo prima battendo le palpebre un paio di volte.

Diventò di nuovo seria, prima di parlare. «Ti conviene mantenerla sul serio quella promessa, perché credo stia cominciando a piacermi anche tu e questa cosa mi spaventa a morte.»

«Lo farò.»

***

«Quindi hai dei nipoti eh? Tua sorella prima ha detto…»

La fermai rispondendo subito, con gli occhi che brillarono al pensiero di quei piccoli monelli. «Si, quelle piccole pesti sono il mio orgoglio più grande. E fare lo zio è uno dei miei passatempi preferiti.»

Le mostrai qualche foto dalla galleria del mio telefono, e vedere la sua risata spontanea mi rese felice e rilassato come non succedeva da molto tempo.

«Cos’altro ti piace fare, oltre allo zio?»

«Amo tantissimo ballare e lo faccio da quando avevo otto anni. Qualsiasi genere, non ne ho uno in particolare. Mi piace semplicemente stare in sala prove e ballare fino a farmi girare la testa.»

«Dev’essere bello lasciarsi andare in quel modo, staccare la spina da tutto e concentrarsi solo sui passi da fare… Non so se ne sarei capace.» Il suo sguardo vagò per la sala con occhi innocenti, e pieni di meraviglia. «Mi piacerebbe vederti una volta…»

«Certo! Ti porterò con me e ti mostrerò che tutti possono ballare, anche chi dice di non saperlo fare.»

«Va bene. Scommettiamo che con me non ci riuscirai?» Ed ecco che mostrava nuovamente il suo lato competitivo. Risi e le strinsi la mano per suggellare quella scommessa.

«Non sai con chi ti sei messa contro Hyejin! Sono il miglior ballerino che tu possa mai incontrare.» Scherzai.

«Si, e sei anche la persona più modesta che potessi incontrare!» Tirò fuori la lingua, facendo una linguaccia e incrociò le braccia al petto, con uno sguardo di sfida.

«E tu invece? Cosa fai quando non lavori o studi?»

«In realtà i miei hobby sono piuttosto noiosi, non credo ti piacerebbero…»

«Tu credi? Vediamo…»

«Bè amo la fotografia, il disegno…» Sembrò riflettere sul resto, prima di continuare. «Amo visitare posti nuovi e frequentare mostre d’arte, soprattutto contemporanee o che riguardino il design…»

«Ti piace sviluppare il tuo lato artistico e ti capisco, per me è lo stesso ma con la danza. Non c’è nulla di noioso in questo, soprattutto se è una cosa per cui hai passione.»

«Non saprei… Forse hai ragione.» si portò alle labbra l’ultimo pezzo di bistecca, prima di pulirsi le labbra con il tovagliolo.

Finimmo di cenare, ordinando anche un delizioso dolce che dividemmo a metà.

Uscendo dal ristorante la città decise di accoglierci con uno splendido temporale.
La pioggia cadeva incessante sull’asfalto grigio piombo senza alcuna intenzione di smettere.

«Non abbiamo neanche un ombrello, mi sa che ci bagneremo per bene.» affermò HyeJin al mio fianco, sfregandosi le mani sulle braccia coperte soltanto da una giacca elegante piuttosto sottile.

«Non ho parcheggiato molto lontano, posso fare una corsa fino all’auto. Mi aspetti e sali quando sono qui sotto, almeno non ti bagnerai.»

«Ma tu si… Possiamo andare insieme, non preoccuparti. Non mi spaventa un po’ d’acqua.» sorrise facendo spallucce.

A quel punto mi tolsi la giacca e la usai come riparo per la pioggia.
Sperati di evitarci almeno un brutto raffreddore come ricordo di quella serata.
Guardai la ragazza al mio fianco e mi avvicinai di un passo perché fossimo entrambi coperti.

«Pronta?»

Lei annuì e insieme, fianco a fianco, ci lanciammo giù per le scale e percorremmo il piccolo pezzo di marciapiede che ci separava dal parcheggio.

Le aprii lo sportello, assicurandomi che fosse al sicuro e feci il giro per raggiungere il posto da guidatore.

Una volta dentro sentii la sua risata riempire l’abitacolo. «Mi piace correre sotto la pioggia. E sei tutto bagnato!» mi spettinò alcune ciocche di capelli facendovi passare le dita attraverso.

Mi meravigliai del sorriso spontaneo che nacque sulle mie labbra al vederla ridere e della sensazione che provai nel petto.

Era tanto che non mi sentivo così, Taemin aveva ragione.

Mi stavo innamorando. O forse lo ero già.

Durante il tragitto la curiosità di Hyejin sembrava non essersi placata affatto, nemmeno dopo tutte le domande fatte durante la cena.

«Non mi hai ancora detto che lavoro fai…» sembrò rilassata, con il braccio posato contro lo sportello e lo sguardo che scorreva sulla città al di fuori del vetro.

Non lo avevo fatto, vero. E avevo evitato la domanda persino la prima volta che me lo aveva chiesto. L’ostacolo più grande era questo per me. Dirle la verità o proteggerla dal mondo di cui faccio parte?

«Ecco…» esitai, fissando la strada davanti a me. «Lavoro come ambasciatore per alcuni brand di moda.»

«Oh, quindi sei un modello?»

«Si, più o meno...»

«Forte! Dev’essere divertente. Non vado pazza per la moda, però ci sono alcuni stilisti che adoro. Hanno una creatività pazzesca!»

«Sono anche parecchio strani però.» scoppiammo a ridere e nello stesso istante ci voltammo a guardarci.

«Direi di sì!»

Fermai l’auto una volta arrivati davanti al dormitorio.
La pioggia sembrava volerci dare una piccola tregua, quindi scesi dall’auto e raggiunsi Hyejin, ormai in piedi sul marciapiede.

Ci fissammo qualche istante. Volevo salutarla, ringraziarla per la cena ma allo stesso tempo volevo che quella serata non arrivasse mai al termine. Per questo forse, non trovavo le parole.

«Hey…» Mi toccò il braccio, facendomi tornare bruscamente alla realtà. Erano le undici passate e la notte era scesa ormai da ore.

«Non voglio lasciarti andare…» la mia espressione triste dovette suscitarle tenerezza perché sorrise allungando il palmo verso la mia guancia, che accarezzò.

«È stata una bella serata, ci rivedremo… non dovresti preoccuparti.»

«Davvero?» Lei annuì, abbassando la mano.

«Allora grazie per aver accettato il mio invito stasera...»

All’ultimo secondo, prima di andare via mi ricordai di una cosa rimasta nel portaoggetti dell’auto.
Lo aprii e recuperai una piccola margherita.
Gliela porsi. «Buon San Valentino, Hyejin e Buonanotte.»

Mi sbilanciai verso di lei e posai le labbra sulla sua guancia lasciandole un piccolo bacio, fuggendo poi prima che notasse il rossore sulle mie guance.

























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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2020 ⏰

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