VI

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«V-vuoi vederlo?» gli chiese dato che non sapeva cosa dire, ma Jimin annuì più velocemente che mai. Così il rosso andò a cercare una sedia a rotelle sulla quale far sedere il minore.

Quando il rosso ritornò dal minore lo vide lì che cercava di camminare senza nemmeno un'aiuto.

«Jimin! Ma sei diventato scemo?!» gli urlò contro e velocemente lo mise seduto sulla sedia a rotelle.

Jimin non voleva aspettare più, voleva vedere a tutti i costi il suo ragazzo, voleva stringergli la mano e baciare le sue labbra.

«Portami dal mio Kookie» quasi gli ordinò il biondino e Hoseok un po per paura, ma anche per dovere uscì dalla stanza di Jimin.

Il biondo poté finalmente vedere il numero della sua stanza, la 1997, una lacrima lasciò i suoi occhi marroni e profondi.
«Hobie...è l'anno in cui è nato Kookie» sussurrò indicando il numero che era inciso nella porta blu.

«Oh lo so...aspetta di vedere quella di Kookie allora» sorrise e portò il ragazzo sulla sedia davanti alla porta del corvino.
Jimin alzò lo sguardo sulla porta e sorrise a trentadue denti.
«1995...» sussurrò e mise una mano sulla maniglia pronto per entrare ma il rosso lo fermò avendo paura della sua reazione.

«Chiudi gli occhi...» gli disse il rosso con tono decisamente calmo e basso e il biondino chiuse gli occhi senza farsi pregare.

Hoseok appena lo vide con gli occhi chiusi sospirò e lentamente aprì la porta della staza e fece entrare Jimin con la sua carrozzina.

Jimin appena entrò sentì un'aria pesante, un forte odore di disinfettante si fece largo nelle sue narici.
«Posso aprirli?» sussurrò e il rosso uscì dalla stanza facendo capire a Jimin che poteva aprirli ma anche che voleva lasciargli soli.

Così il minore quando sentì la maniglia fare il rumore di chiusura strinse la presa che manteneva salda sui braccioli della sedia e si fece coraggio, poi finalmente gli aprì.

Si sentì mancare due battiti, non poteva essere vero.
Più lo guardava e più il suo cuore si spezzava, più non gli sembrava vero.

Il suo ragazzo, su un letto d'ospedale, in coma, con milioni di fili attorno, con quel magnifico labbro spaccato, il sopracciglio ricoperto da un enorme cerotto e la guancia con una cicatrice.

Gli cadde tutto il mondo addosso, non poteva essere vero tutto quello.

Poggiò la testa sul letto e prese delicatamente la mano pallida di Jungkook e la baciò dolcemente. Poté giurare di sentire i suoi battiti accelerare dalla macchina che continuava a monitorare i battiti del suo ragazzo.

«A-a-amore...» sussurrò con voce rotta dai singhiozzi nel mentre delle lacrime si fecero spazio sulle sue guance rosee.

«Amore mio...ti prego svegliati come facevi ogni mattina, di parolacce contro la tenda che restavi aperta, poi girati e baciami come facevi sempre per farmi svegliare...» disse e senza nemmeno accorgesene i battiti del suo ragazzo iniziarono a farsi sempre più intensi, più veloci alle parole del biondo.

Jungkook anche se era in coma avrebbe sempre riconosciuto quella voce angelica e quelle mani piccole che erano diventate il suo mondo, dopo il cuore del ragazzo.

Jungkook anche se era in coma avrebbe sempre riconosciuto quella voce angelica e quelle mani piccole che erano diventate il suo mondo, dopo il cuore del ragazzo

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𝙍𝙚𝙢𝙚𝙢𝙗𝙚𝙧 𝙢𝙚 ;; 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙢𝙞𝙣Donde viven las historias. Descúbrelo ahora