Chapter 6: Non sono stata in Francia

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Al solito suono al campanello della villa Woods alle 16:00 in punto. Oggi sarei andata con il signorino Woods al suo colloquio e data l'occasione ho indossato un tubino color panna che ho fortunatamente trovato nel mio armadio.
Tanto anche con questo sarei sembrata spazzatura accanto a tutti quei marchi e vestiti firmati.
Che brutta la vita da poracci ah.

Stavolta ad aprirmi è il signorino Woods.
«ben arrivata Janette»mi squadra da sotto a sopra e si inumidisce le labbra. Avvampo e sento le guancia andare a fuoco.
Contieniti.

«possiamo andare?»chiede«possiamo andare»affermo, attraversiamo il perfetto e curato giardino inglese della villa per poi raggiungere la macchina del signorino Woods.
Saliamo e accende i motori.

«come mai oggi vado con lei signorino Woods?»chiedo rompendo il silenzio che si è creato«non c'è alcun motivo»dice.
Scusami?
Mi sono vestita per nessun motivo?
Correzione: ti sei messa in tiro per lui, scema.

«semplicemente volevo accompagnarti un può fuori, stare sempre a casa è brutto»ah, ora è tutto spiegato. Faccio pena al signorino Woods.
Dio dammi un'altra botta di culo e fammi diventare una figlia di papà figa.

Arriviamo davanti ad un'azienda con una grande insegna "WOODS COMPANY".
Parcheggia e mi apre la portiera, mi porge la mano e poi mi aiuta ad uscire dalla macchina.
Mi sistemo il vestito e seguo il signorino Woods.

Entriamo in ascensore e cala il silenzio.
Non appena si apre una marea di impiegati che corrono di qua e di la si fanno avanti.
Vedendomi un po' persa il signorino Woods afferra la mia mano.
Spalanco gli occhi e continuo a fissare la sua mano intrecciata alla mia.
A momenti svengo.

Cerco di non farci caso anche se le sue mani sono così attraenti. Come si fa ad essere così?
Lui è tutto attraente, anche i suoi piedi saranno attraenti.

«a cosa pensi? Sei così distratta»le mie guance vanno a fuoco, pensavo a quanto potevano essere attraenti i suoi piedi Signorino Woods.
Sicuramente mi avrebbe licenziata dopo questa.

Scuoto la testa ed entriamo in una stanza.
Tutti i presenti si girano verso di noi.
Sono tutti seduti intorno ad tavolo rotondo.
Sono circa una trentina e mi scrutano tutti attentamente.

«salve signorino Woods»lo salutano, ricambia.
Mi fa accomodare e poi si siede accanto a me.
«vi presento la signorina Miller, un'amica»menomale, se avesse detto che ero una governate sicuramente mi avrebbero riservato anche loro smorfie.
E di smorfie ne ho già la dose giornaliera che mi basta e avanza.

***

Usciti finalmente da quella stanza ci dirigiamo fuori dall'azienda.
E solo quando mettiamo piede fuori mi accorgo che è già buio.
Illumino lo schermo del mio cellulare e controllo l'orario, sono le 20:17.

Entriamo in macchina ed il signorino Woods fa partire i motori. Ho passato praticamente tutto il tempo ad annoiarmi ascoltando tutti quegli uomini e donne d'affari parlare di accordi e terreni da comprare.
Insomma cose che mi riguardano.

Il signorino Woods parcheggia ed esce, fa il giro e mi apre la portiera«grazie»dico.
Solo ora mi accorgo che siamo davanti ad un ristorante e non il mio appartamento.
«mi scusi signorino Woods, come mai non siamo a casa?»chiedo.

«ti porto a cena Janette, poi se vuoi tornare a casa posso tranquillamente accompagnarti»dice chiudendo la portiera.
«no-»mi interrompe«perfetto»mi fa passare ed insieme entriamo nel lussuoso ristorante accuratamente scelto da signorino Woods.

Altro che profumo di cibo, io qui sento solo profumo di ricchezza.
Il signorino Woods sposta la sedia e mi fa accomodare.
Poi fa un gesto inaspettato.
Appoggia le sue mani sulle mie spalle nude e scende giù accarezzandomi le braccia.

Ho la pelle d'oca.
Sento bruciare ogni lembo di pelle che il signorino Woods ha toccato.
Chiamate i pompieri, qui c'è un terreno(non da comprare) che brucia.

Il signorino Woods sembra completamente a suo agio. Beh ci credo, sicuramente mangia più in ristoranti lussuosi che a casa.

«buonasera, cosa desiderate ordinare?»un cameriere si avvicina noi e ci chiede gentilmente cosa vogliamo ordinare.
Cavoletti, meglio ordinare poco, qua un bicchiere d'acqua costerà sicuramente milioni.

Il signorino Woods ha già ordinato, quindi il cameriere posa il suo sguardo su di me aspettando il mio ordine.
Guardo subito il menù e ordino la prima cosa che capita. «per me un'insalata...nizzarda»ma si dai scegliamo cose a caso.

Vedo il signorino Woods ridere sotto i baffi. Cavolo avrà capito che ho ardinato qualcosa a caso di cui non so manco l'aspetto. Ma perché mi ficco in questa situazioni? Potevo semplicemente farmi riaccompagnare a casa.

I nostri ordini arrivano e fortunatamente il mio piatto non è male.
Non è male ma quando tornerò a casa mi farò un paninone perché questa insalata è semplicemente un insulto a mia nonna e le sue ricette.
Ed anche un insulto al mio stomaco, aka pozzo.

«insalata nizzarda eh?»il signorino Woods mi guarda mangiando elegantemente la sua bistecca, ha un'espressione divertita in faccia.

«si, l'ho mangiata quando ero in Francia quindi vedendola nel menù ho deciso di prenderla»cosa cavolo ho appena detto? Lo champagne di questo ristorante è magico.

«sei stata in Francia?»chiede posando gli occhi su di me. «no»rispondo e scoppia in una risata.
Rido nervosamente anch'io. Che problemi mi affliggono?

La cena con il signorino Woods è stata fantastica, a parte alcuni miei deliri.
Colpa dello champagne shh.

Mi riaccompagna al mio appartamento e dopo avermi salutata rientro nel mio appartamento.
Ma non appena se ne va noto una cosa strana vicino al campanello, proprio vicino al mio nome.
C'era una x.
Una dannata x rossa.

Holaaaa!
Come state? Io bene.
Che mi dite del capitolo?
La cenetta con il signorino?
Janette è proprio stupida ah
E la x? Io non dico niente puhahahaha
Vabbè dai.
Vi adoro byeee

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