41. Riappacificazione

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- Stavolta lo schianto, fosse l'ultima cosa che faccio! - urlò su tutte le furie Draco Malfoy, una volta che le idee su quanto accaduto gli furono più chiare. - Lenticchia dei miei stivali! - commentò poco dopo, precipitandosi sulla maniglia della porta.

- Per tutte le cavallette, Draco! - imprecò Hermione Granger, avventandosi sul suo polso con l'intento di trattenerlo dal fare qualche scempiaggine. - Fermati!

- Perché dovrei? - domandò lui, allibito dalle parole dell'altra. - Ci ha fatto del male, Hermione! - le rammentò, posando le mani sulle sue spalle.

- Lo so... - mormorò la ragazza, abbassando lo sguardo verso il pavimento.

- A volte non riesco proprio a capirti. - disse l'altro, soffiando appena e spostando lo sguardo altrove. - Lo hai di già perdonato? - chiese dopo una pausa, con tono più sorpreso che risentito.

- È pur sempre il mio migliore amico. - rispose lei impensierita, non prima di aver tratto un profondo respiro. - Ma l'importante è che ora tutto si sia risolto, no? - domandò infine, portando le mani all'altezza delle guance dell'altro e dedicandogli un timido sorriso.

Il bel Serpeverde si mise a contemplarla per diversi attimi, incantato da tanta bellezza e contemporaneamente incuriosito dal suo non voler portare rancore nei confronti di chi, fino a poco prima, l'aveva pugnalata alle spalle.
Vederla sorridere così spontaneamente era come prendere una boccata d'aria fresca in piena estate.
In quel sorriso c'era il senso di tutto quello che stava cercando.
Contagiato dalla dolcezza di Hermione, piegò le sue soffici labbra nella curva di un sorriso, sincero come mai lo era stato prima d'ora.
Senza aspettare oltre, si avventò sulle rosee labbra dell'altra, cingendole con fare possessivo la vita. Era mancato ad entrambi tornare ad assaporare le labbra l'uno dell'altra, tornare a stringersi amorevolmente, tornare a stare realmente insieme.
Assalito dal desiderio inarrestabile di farla una volta per tutte solo sua, prese a sbottonarle la camicia in modo sensuale, senza mai, però, staccarsi dalle sue labbra provocanti e al tempo stesso ancora inesperte.
Hermione Granger, vestita solo dalla gonna della divisa, si ritrovò solo in reggiseno - rigorosamente di pizzo nero - a respirare ogni centimetro della pelle profumata di Draco Malfoy. Lasciò cadere la testa all'indietro, così da permettergli di lasciare una scia di umidi e delicati baci sul suo collo, mentre le piccole dita stringevano le ciocche di capelli biondo platino - tendente al bianco - del ragazzo.
Riuscì a capire l'esatte intenzioni dell'altro nel momento in cui venne spinta bruscamente sul letto a baldacchino e quando lo vide avanzare con un malizioso sorriso stampato sulle labbra.
Non aveva mai fatto sesso, né tantomeno l'amore, e se si fosse trovata in una situazione nella quale fosse stata sul punto farlo, sarebbe sicuramente scappata via per l'imbarazzo, conoscendosi.
Ma ora non provava né vergogna né imbarazzo nel mostrare a Draco Malfoy - che continuò ad avvicinarsi lentamente - ogni singola parte del suo corpo.

- Poi sarei io a non resistere al tuo fascino. - commentò lei con un pizzico di ironia, non appena lo vide assumere quell'atteggiamento più spinto rispetto al solito.

- Ma sta' zitta. - rispose divertito il Re delle Serpi, premendo nuovamente sulle sue labbra dopo che la raggiunse a gattoni sul letto a baldacchino.

Proprio nell'istante in cui Draco Malfoy stava per giungere con la mano alla cinta della gonna dell'altra per, chiaramente, sfilargliela, qualcuno interruppe tutto ciò battendo ripetutamente con le nocche sul legno della porta.
I due complici si staccarono bruscamente dalle labbra l'uno dell'altra e si guardarono in viso, particolarmente indispettiti per essere stati appena disturbati in un momento piuttosto intimo.

- Draco, dobbiamo correre nell'ufficio della Umbridge! - lo informò la riconoscibile e altrettanto turbata voce di Blaise Zabini.

- Possibile che debba rovinarmi ogni sacrosanto pomeriggio? - sbuffò lui, piombando giù dal letto con fare scocciato.

- Si può entrare o c'è la Granger in condizioni poco presentabili anche stavolta? - domandò Theodore Nott, che suscitò immediatamente stupore nella coppia all'interno della stanza.

- Nott, fa' che tu non ci stia spiando dallo spioncino o passerai un brutto quarto d'ora. - lo avvertì ringhioso Draco Malfoy, specchiandosi per assicurarsi che fosse impeccabile come sempre.

- Oh, per carità. - rispose l'altro, accennando a una sorriso divertito. - Non vorrei ritrovarmi dall'altra parte del Mondo Magico.

Nel frattempo, Hermione Granger ascoltava quel dialogo in assoluto silenzio, di tanto in tanto soffiando rumorosamente. Restando pur sempre seduta sul letto a baldacchino, allungò un braccio per afferrare la sua camicia bianca a terra. Allacciò repentinamente i bottoni, per poi riposizionarsi a braccia conserte e assumere un'espressione imbronciata, che non passò inosservata agli occhi di Draco Malfoy.
Difatti lo vide avvicinarsi con un piccolo sorriso stampato sulle labbra, sfiorandole dolcemente una guancia poco dopo.
Lei, al contrario, decise di reagire in un modo abbastanza infantile che provocò una lieve risata in Draco stesso; si voltò quindi dall'altra parte e ignorò le amorevoli carezze che stava ricevendo.
Non era la prima volta che i suoi amici li interrompevano sul più bello.
Ma insomma, c'era una buona volta dove non venissero disturbati?
Ovvio che no.
Era questa la sola ed unica cosa che irritava in particolar modo Hermione Granger.

- Va' pure dal rospo. - disse, continuando a tenere le braccia incrociate sotto il seno. - Ti starà aspettando. - aggiunse sarcastica dopo una pausa.

- Smettila di fare l'imbronciata. - la pregò il biondo, sedendosi di fianco a lei con dell'evidente esasperazione dipinta in volto. - Sai bene che non dipende da me. - terminò, spostandole una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.

- Draco, dobbiamo andare! - esclamò Blaise Zabini dal corridoio, battendo impazientemente un piede a terra.

Il bel Serpeverde, dopo aver scoccato un tenero bacio sulla fronte corrugata della ragazza, si diresse controvoglia verso la porta della stanza. Abbassò la maniglia e si ritrovò davanti le espressioni annoiate e parecchio stufe di aver aspettato sin troppo a lungo dei suoi amici.

- Alla buon'ora. - commentò Theodore Nott, fingendo uno sbadiglio per la noia.

Una volta che Draco Malfoy lo ebbe letteralmente fulminato con lo sguardo, si recarono tutti e tre nell'ufficio dell'Inquisitore Supremo, e per di più, preside di Hogwarts. In quei giorni, infatti, quando Dolores Umbridge andò a convocare alcuni studenti nel suo ufficio incolpando Harry Potter di aver fondato un esercito cospirante contro il Ministero, Albus Silente si sacrificò per salvarlo, assumendosi così le responsabilità delle azioni dei suoi studenti. Accusato ufficialmente di cospirazione, Silente sfuggì all'arresto da parte del Ministro Fudge, perdendo però la carica di Preside e venendo sostituito dalla stessa Umbridge.
Non appena fecero la loro entrata nell'ufficio, oltre a notare quel color rosa acciecante, videro Pansy Parkinson, Vincent Tiger, Millicent Bulstrode e Gregory Goyle già presenti nella stanza.

- Cercate il signor Potter. - ordinò Dolores Umbridge, con tono pacato. - Lo voglio immediatamente qui nel mio ufficio.

Ciao a tutti!
Scusatemi se questo capitolo è leggermente più corto del solito, ma, onestamente, non avevo molta ispirazione e non sapevo cosa aggiungere per renderlo più lungo.
Mi auguro comunque che vi sia piaciuto.
A presto!

-Beatrice☀️

Fall in love. | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora