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Alla festa rimasi seduta al bancone con Zulema, che stava bevendo un po' di Rum.
Indossavo un paio di jeans bianchi e una magliettina bianca, mentre zulema aveva dei pantaloni neri e una maglietta nera, insomma, esprimeva tanta felicità.

-Non esagerare che poi devi guidare
-Ti pare che poi guido? Pfff
-io non guido
-Che palle

Lasciò il bicchiere sul tavolino e guardó davanti a se.
Mi si affiancò un ragazzo abbastanza alto e palestrato, mi iniziò a guardare ogni centimetro del mio corpo e io inizia ad avere ansia per una possibile reazione negativa di Zulema.

-Ehi splendore, sei sola?
-No
-Dov'è il tuo ragazzo?
-Dietro di te testa di cazzo.

A rispondere fu Zulema, e quando il tipo si giró, rise vedendo Zulema.

-Che cazzo ridi
-Ehi ehi, vedi di stare calma, non te la rubo la ragazza, che poi, guardo lei e guardo te, ma non capisco come fa a stare con te.

La situazione si bloccò nel momento esatto in cui Zulema prese i capelli del ragazzo e gli fece colpire col viso il bancone.
Il naso del ragazzo iniziò a sanguinare e lui sembrava confuso per la botta.
Mi misi davanti a Zulema, tenendola, per evitare che gli facesse altro.

-Ma che problemi hai!??
-Devi stare lontano da lei, perché se ti vedo ancora vicino a lei, ti sparo in faccia.

Feci quasi fatica a tenere lontana Zulema, e in qualche modo riuscí a portarla nel parcheggio e mi ritornó in mente la serata in cui mi salvó e mi bació per la prima volta.

-Adesso mi sono calmata, puoi lasciarmi..
-Nono sembri calma
-Grazie al cazzo, l'hai visto o no quello? Deve ringraziare qualsiasi cazzo di Dio che non avevo una pistola sotto mano
-La gelosia non ti fa bene
-Non sono gelosa.
-No? E quella come la chiami?
-Difesa personale.
-Ma non ti sei difesa, hai difeso me
-Si  vabbe, stessa cosa

Le accarezzai il viso, nel tentativo di calmarla, la abbracciai e lei ricambiò, accarezzandomi la schiena, e finalmente si calmó.
Mi alzó leggermente dal terreno e mi prese in braccio, facendomi mettere le gambe attorno ai suoi fianchi.

-È Tardi, torniamo a casa dai
-Mi porti in braccio a casa?

Ridacchió guardandola negli occhi.

-Fino alla macchina, poi scendi perche peso
-Mi stai dando della grassa?
-No, con me non funziona il giochetto di farmi sentire in colpa

Iniziò a camminare per il parcheggio, cercando la sua macchina, mi rannicchiai tra le sue braccia, sentendomi finalmente al sicuro, il mio viso era appoggiato sulla sua spalla, e senza nemmeno farci caso mi addormentai.

El veneno del escorpión |Zulema Zahir|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora