Capitolo 14. Profumi di... shampoo

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Emma

Tra le mie più grandi doti riconoscitive, avevo l'essere smemorata. C'era chi era bello, intelligente, sportivo, spiritoso e solare. Io, invece, ero certa che la marca Smemoranda fosse stata creata per me.

Il bello era che mi accorsi di non avere il telefono solo dopo quasi due ore.

Quando ebbi il telefono in mio possesso, mi accorsi che mia zia mi aveva chiamata cinque volte nell'ultima ora. Roteando gli occhi, mi ripromisi di chiamarla.

Uscii dalla casa e fischiettai una canzoncina che non riuscivo a togliermi dalla testa, mentre iniziai a sentire delle risate profonde in lontananza.

<<Shh! Fa' piano>> diceva quella voce. <<Svegli tutti! Shh>> e rideva.

Non potevo dire di non essere spaventata, ma appena girai l'angolo, vidi una figura maschile alta e possente camminare davanti a me. Mi tappai la bocca con le mani per non urlare, poi lo riconobbi e aggrottai la fronte. <<Francesco?>>

Lui si girò, segno che avessi azzeccato il nome, e mi guardò ridendo. <<Ma ciaooo! Tu chi sei? Eva o Emma?>> Si portò un dito al mento, sollevando l'altra mano con la bottiglia. <<Credo Emma, hai questi occhioni graziosi. Anche Victoria aveva due occhi, però aveva i capelli rossi>> rise forte, poi si portò un dito alla bocca e disse: <<Shh!>>

Mi preoccupai un po', quindi feci un passo indietro, tenendolo d'occhio. <<Stai bene?>>

Francesco sollevò le braccia, allegandole. <<Certo! Non si vede? Ora devo tornare a casa da mia...>> si portò una mano alla bocca. <<Ora vomito.>>

Okay. Okay. <<No, non farlo! Se no vomito con te.>>

Francesco prese un bel respiro. <<Devo tornare...>>

<<Dove hai la macchina?>> Gli domandai, avvicinandomi un po'.

Notai che, nonostante io fossi alta più di un metro e settanta, lui mi sovrastava di almeno dieci centimetri. <<Io... credo di là>> indicò dei gradini. <<O di là?>> Rise. <<Non ricordo.>>

Ma dimme te, pensai sospirando. Mandai un messaggio alla svelta al primo contatto tra le ragazze che avevo e poi mi avvicinai di più a Francesco. <<Ti accompagno a casa.>>

Fece un passo indietro e per poco non cadde. <<Shh!>> Fece di nuovo.
Io sospirai e mi infilai sotto il suo braccio, facendolo appoggiare a me. In un altro momento, questo gesto mi avrebbe fatto sentire in imbarazzo e a disagio, ma Francesco era ubriaco come una spugna impregnata d'acqua e sarei stata una stronza bastarda, se non lo avessi accompagnato a casa.

Il tragitto verso l'auto fu davvero difficile e oscillante, poi lui se ne uscì con: <<Profumi di... shampoo.>>

<<Sai, mi sono lavata. A differenza tua>> feci una smorfia nel sentire il suo odore. Da quanto era che non si faceva una doccia?

Lui rise, poi si poggiò con troppo peso e per poco non caddi a terra. Al di fuori della comprensione umana, fu lui a tenermi dritta.

Quando finalmente arrivammo alla macchina, lo feci salire sul sedile del passeggero. <<Dove sono le chiavi?>>

<<Boh. In tasca?>> E buttò la testa sul sedile. <<Ma questo odore cos'è?>>

Sei tu, avrei voluto dire. <<Puoi prendere le chiavi?>>

Francesco sollevò la testa e mi fece un sorriso che mi mozzó il fiato. I suoi occhi verdi avevano una sfumatura azzurra che riuscivo a distinguere nel buio anche, e soprattutto, grazie alla sbronza. <<Hai paura di toccare qualcosa, Emma?>> Sorrise, provocante. Purtroppo per lui, era troppo ubriaco per capire con chi stesse flirtando.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora