Capitolo 24. Tu piaci a Luna, ma a me neanche un po'.

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Luna

Quella serata non poteva concludersi meglio, se non con il restare a dormire sulla spiaggia.

Questo genere di cose erano quelle che avrei sempre voluto fare con le mie amiche o Samuel, quando ci frequentavamo all'inizio. Lui non voleva mai, diceva di odiare la sabbia e l'odore di pesce che c'era al mare. Ogni volta che lo diceva, mi domandavo se andasse a farsi il bagno nel cesso di una pescheria.

Ora che il sole era completamente calato e che la luna faceva capolino al nostro lato, io era seduta a riva del mare, con i piedi in acqua e la testa sulle ginocchia.

Mi sentivo come se un enorme macigno fosse stato fatto cadere dal mio petto, e tutto grazie alle mie amiche. Confidarmi con loro, aveva tolto più della metà dei miei dubbi e delle mie insicurezze. Certo, non mi sarei mai aspettata una reazione così esagerata di Natalia, ma la capivo perfettamente.

Lei era sempre stata, tra tutte, quella a cui Samuel non piaceva, quella che gli rispondeva male, quella che mi diceva che non era giusto per me. E aveva ragione. Aveva ragione, ma io ero troppo idiota e spaventata per accettare la cosa.

Sentii qualcuno sedersi vicino a me, ma non ebbi bisogno di guardare per capire chi fosse. Eva si mise nella mia stessa posizione, solo che le braccia le allacciò sulle gambe. <<Una nuova posizione per lo yoga?>>

Risi, poi sollevai il viso e osservai il mare. <<Sai che ti voglio un mondo di bene. Lo sai, vero?>>

Lei mi cinse le spalle con le braccia, quindi io le poggiai la testa sulla spalla. <<Lo so. E la stessa cosa è per me, socia>> disse, usando il modo in cui ci chiamavamo spesso.

<<Che dovrei fare? Con Samuel e Ivo, intendo.>>

Eva tolse il braccio dalle mie spalle e aggrottò la fronte. <<Ivo sa di Samuel e che è il tuo ragazzo attuale?>>

Annuii, quasi vergognandomi di me stessa.

<<Be', vuoi un parere da amica onesta o da amica moralista?>>

<<Il parere più onesto del mondo.>>

<<Accanna quel pezzo di merda>> disse in gergo romanesco. <<Non ti merita e avresti dovuto capirlo da subito. Anzi, avremmo dovuto capirlo da subito, senza insultare Nat pensando che fosse la solita stronza.>>

Mi venne da sorridere. <<Dici?>>

<<Sì>> annuì, sicura. <<Chiamalo, ora. Fregatene di quello che ti dice. Chiamalo e mollalo. Ora. Now. Ahora.>>

Risi un po', poi mi feci coraggio e tirai fuori il telefono. Andai sulla rubrica e cercai il nome di Samuel, ma prima di chiamarlo, cambiai il contatto con il nome e il cognome.

<<Ti lascio sola>> Eva si alzò e mi baciò la testa. <<Fai vedere chi è Luna De Blasi!>>

Così restai lì, con tutto il chiasso dietro di me, e il silenzio nel mio cuore. Non sapevo cosa fare. Okay, una volta chiamato, che gli avrei detto?

Proprio quando stavo per perdere il coraggio e spegnere il telefono, Ivo si sedette dietro di me, cingendomi con le sue braccia e facendomi poggiare al suo petto. <<Che fai, princesa?>>

Con il cuore a mille, spensi il telefono, e mi rilassai un po'. <<Penso.>>

Ivo dovette aver letto il nome sul telefono, perché lo sentii irrigidirsi. <<Vuoi chiamarlo?>> Il suo tono di voce era neutrale, quasi distaccato.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora