34. Ex

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VI RICORDO DI PASSARE A LEGGERE LA MIA STORIA "SOBER"

VI RICORDO DI PASSARE A LEGGERE LA MIA STORIA "SOBER"

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- Costumi da bagno -

- Presi - riposi senza controllare effettivamente. Karina era in bagno da più di dieci minuti e continua a ripetere le cose che avevamo messo in valigia.

- Teli -

- Ci sono -

- kit medico - aggiunse.

- Sta anche quello - dissi con monotonia mentre finisco di mandare un messaggio a Garrett. Da quando ci eravamo  rivisti, avevamo ripreso il rapporto di amicizia che avevamo un tempo; mi piaceva la sua compagnia e finalmente avevo trovato una persona con cui sfogare tutto ciò che avevo architettato prima di conoscere mia figlia. Garrett mi suggeriva di parlarne con Karina anche se, sapevo come sarebbe andata a finire e non volevo perderla. Non ora. Le avevo promesso un nuovo inizio e glielo avrei dato.

- C'è anche... -

- Sta tutto - tagliai corto interrompendola. Scesi dal letto e mi avvicinai alla porta del bagno. Stava prendendo le ultime cose: spazzolino, elastici, pigiama.
Aveva i capelli sciolti, indossava un vestito bianco che mostrava la sua schiena nuda e che in questo mese avevo baciato un sacco di volte.
La raggiunsi arrivando dietro di lei abbracciandola. Le spostai i capelli su un lato, le lasciai un bacio sul collo e ciò la fece rabbrividire. Ridacchiò e dallo specchio ovale appeso davanti a noi,la vidi mordersi il labbro, così decisi di ripetere quel gesto posando ancora una volta le labbra sul suo collo.

- Hai di nuovo voglia? Lo abbiamo fatto tutta la notte - rise. Come darle torto, aveva detto la verità. Eravamo andati a dormire alle tre del mattino dopo aver fatto follie. Non ne avevo mai abbastanza e non me ne pentivo, lei era così bella e ogni giorno mi chiedevo cosa avessi fatto di tanto speciale per meritarla anche se sapevo che sarebbe durato poco. Finché non saprà tutto.

- Tanto Julia ci metterà un tempo infinito nel scegliere i giocattoli da portare- le ricordai accarezzandole la coscia facendola sospirare. Lo sapeva anche lei che avevo ragione. Le abbiamo detto che può portare massimo due giocattoli nonostante avesse pianto per due ore di seguito per questa decisione, aveva accettato dopo le minacce di Karina di portarne solo uno se avesse continuato a piangere.

- Quindi, mentre lei prende una decisione, noi consumiamo le energie - rise come se fosse un'idea buffa. Bloccò la mia mano che stava sotto il suo vestito; volevo toccarla e farle provare piacere. Impazzivo dal desiderio di sentirla ansimare.

- Non ti piace l'idea? - chiesi e posai l'altra mano sul suo seno. La desideravo ogni istante di più. Non sapevo neanche se fosse possibile volerla così tanto.

- Julia potrà anche aver finito ed entrare tra due istanti. Non lo sappiamo - si girò verso di me e posò le mani sul mio petto mentre si mordeva il labbro, gesto che mi mandava fuori controllo - e poi avremo una notte intera - sorrise baciandomi un attimo dopo. Ricambiai quel dolce bacio beandomi tra le sue labbra che bramavo dall'ultima volta che le avevo sfiorate. Erano passati svariati minuti da quando l'avevo baciata, prima che decidesse di controllare se avessimo preso tutto. Tuttavia, dall'istante in cui si era allontanata, già speravo di sfiorare le sue labbra.
Sembravo un sentimentale e non era da me. Stavo uscendo fuori di testa.
Posai le mani sui suoi fianchi e la tirai verso di me facendola sussultare per la sorpresa.
La mia lingua si scontrò la sua e in un attimo quel bacio diventò più passionale. Le mordicchiai il labbro inferiore facendola ansimare contro le mie labbra.
Le abbassai la spallina del vestito.

- Ho scelto - sentimmo la voce di Julia provenire dalla nostra stanza, Karina si sistemò il vestito e uscimmo dal bagno. Teneva stretta la bambola che le avevo regalato quando ero arrivato in città e un peluche con le sembianze di un panda.

- Mi piacciono queste scelte - sorrisi prendendola in braccio. Le provocai un sorriso e poi annuì: -Lo so, sono stata brava - guardò sua madre che aveva le guance rosse e le diede i due giocattoli.

****

Dopo un'ora in macchina arrivammo alla nostra destinazione, non ci avevamo messo molto per scegliere. Karina voleva rilassarsi e non pensare al resto del mondo per i prossimi sette giorni, ormai il suo telefono squillava in continuazione a causa di Emily che stava cercando in tutti i modi di avere un'altra possibilità con lei. Ogni tanto però, i suoi genitori si facevano vivi mandando un messaggio e promettendo che sarebbero tornati a trovarla ma non c'era ancora nessuna traccia di loro il che, rattristava Karina. Era stato facile trovare un posto in cui alloggiare per una settimana, questo posto era stato consigliato da Lucie e nonostante non lo avessi detto a Karina, avevo qualche dubbio a riguardo. Avevo conosciuto la futura sposa del mio amico ed ero arrivato ad una conclusione: Lucie ama il lusso, adora esagerare e in questo, è l'opposto di Karina. Quindi, avevo parecchi dubbi.

- Siamo arrivati? - domandò Julia. Lo aveva domandato una quindicina di volta e finalmente annuimmo e scendemmo dalla macchina.
Prendemmo le valigie e dopo un'ora ad aspettare di fare il check-in, ci diedero la chiave  della nostra stanza.

La nostra bambina corse e si buttò sul letto matrimoniale: -Bello, mi piace tanto-

Aveva ragione, la stanza era grande, le pareti erano bianche e sulla destra c'era il letto matrimoniale
mentre, sulla sinistra, il letto per Julia. Accanto al suo letto era posizionato un mini frigo attaccato a un mobile con sopra la tv. Di fronte alla porta da cui si entra c'è una finestra da cui si può uscire e stare nel giardino.

- Vado in bagno, faccio in fretta - comunicó Karina aprendo la porta scorrevole nera accanto alla porta d'ingresso.

Accanto al letto c'era un armadio in legno, posai le valigie contro di esso, mi sedetti su letto accanto a Julia che stringeva il cuscino.
- Ti piace la stanza, tesoro ? - le accarezzai i capelli e lei sorrise prima di annuire. Piaceva anche a me, questa volta Lucie aveva consigliato in una maniera positiva, dovevo ammetterlo.

- Ora andiamo al mare? - domandò mettendosi a sedere senza mollare il cuscino.

- Appena esce la mamma -

- Ho finito - rispose Karina uscendo dal bagno, ora i suoi capelli erano legati in una morbida treccia. Sorrise e si appoggiò al muro.

- Andiamo? - domandò e in risposta, Julia scese velocemente dal letto e corse verso la mamma facendosi prendere in braccio.

Quando arrivammo in spiaggia, occupammo l'ombrellone che ci avevano assegnato.

- Andiamo! Andiamo! Andiamo - iniziò a ripetere Julia saltando impedendo a Karina di toglierle il vestito che aveva addosso.

- Se resti ferma si - la riprese e finalmente le tolse l'indumento mostrando il costume bianco con i fiori colorati che aveva comprato qualche giorno prima della partenza.
- Ora andiamo ? -chiese.

Mi tolsi la canotta e i pantaloncini in tuta. Restando con il costume da bagno nero. Karina fece lo stesso mostrando il bikini azzurro, era bellissima e non solo perché quel costume sembrava fatto apposta per lei ma perché,  finalmente mostrava il suo corpo senza nessuna traccia di lividi,  graffi  o altri segni.
- Andiamo - le rispose e Julia corse subito verso l'acqua.

- Pronta? - domandai prendendole la mano.

- Si, ci voleva proprio un po' di tempo solo noi tre e basta - sorrise e si avvicinò dandomi un bacio a stampo.

- Concordo con te, James - sorrisi

- Grazie, Smith -

- Karina? - una voce maschile fece girare entrambi e vedemmo un ragazzo che avrà sicuramente la nostra età avvicinarsi, aveva gli occhiali da sole e i capelli neri bagnati. Il petto pieno di tatuaggi e sorrideva.

- Sono io, Gabe -

- Mio dio - Karina lo abbracciò e io volevo solo capire la situazione senza concentrarmi sulle mani di questo Gabe che scendevano troppo.

- Caleb, lui è il mio ex vicino di casa, Gabe. Gabe, lui è il mio fidanzato Caleb - sorrise presentandoci.
Gli diedi una stretta di mano senza parlare,  non ci voleva questa.

- E anche suo ex ragazzo- precisò lui.
Ecco, ora mi piaceva ancora meno

#SPAZIOAUTRICE
SCUSATE IL RITARDO, MA ECCO IL CAPITOLO.
COME VI SEMBRA QUESTO GABE?
COME SEMPRE VOTATE.

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