-{➋ ➋}-

116 21 5
                                    

-Hoseok vieni a salutare il nostro ospite- lo incitò la madre.

Quel volto quasi sconosciuto lo continuava a fissare con estrema collera e disgusto, possibile che il detestare qualcuno spuntasse come l'amore a prima vista?

-Ho da fare- con un cenno rapidissimo si accomiatò.

-Hoseok? Scusalo, di solito non si comporta così sgarbatamente...caro deve essere successo qualcosa, va a parlargli-

-Lo stai assillando un po' troppo ultimamente, lascialo in pace- le adagiò una mano sulla spalla.

-Hai ragione, ma per favore...se c'è qualcosa che non va...potremmo dargli aiuto, ti prego va da lui che ci penso io qui- scansò il palmo stringendoglielo.

Ecco il comune rimorso del cieco.

Non avevano fatto nulla per Jimin e ora come se non bastasse soffocavano il fratello con un impensierirsi eccessivo.

Poco non serviva e troppo asfissiava.

L'uomo pedinò allora il giovane nell'altra stanza.

-Di cosa hai bisogno?- imbeccava la cassetta dei medicinali cosparsi sul tavolino.

-Signora...non è facile per me chiederlo, ma vede...a scuola stiamo organizzando un altarino in memoria di suo figlio Jimin e...-

-Tu sai di...- passarono alcuni secondi ed ella si impietrì al solo riflettere, dalla mano planò una garza sul pavimento.

-Tutto bene?- si allarmò Yoongi.

-Certo è-è che non molti parlano più del mio Jimin e n-non pensavo che a scuola girassero ancora certe voci- cominciò a seviziare le dita con le unghie per l'agitazione.

-Non si preoccupi, nessuno è contrario, anzi tanti si sono offerti per contribuire. Mi creda, non è stato semplice venire qui e parlargliene, non immagino quanto dolor...-

-No, no non dire quella parola. La nostra famiglia ha superato il lutto...- mentiva con straordinaria eleganza a quelle lacrime appena createsi -...sono incantata di un gesto simile, in questi anni nessuno ha mai fatto un evento del genere, quindi immagino che tu sia qui per farmi firmare qualche liberatoria o consenso, giusto?- tirava su con il naso.

-Si...-

"Cazzo io non ho documenti di questo tipo" frugava nello zaino per non insospettirla, ma in un qualche modo avrebbe dovuto raggirarla.

-Dove sono?- fingeva di spostare quaderni ed ingombri per rendere credibile la sceneggiata.

-Che succede?- allungò il collo.

-Davvero mi dispiace, non so dove abbia la testa...non ci sono- si diede una pacca alle cosce -Il memoriale sarà allestito verso la fine della scuola, quindi ha ancora tutto il tempo per pensarci-

-Sì, forse è meglio che prima mi consulti con mio marito. Grazie per essere venuto di persona ad informarci di questa iniziativa-

-Si figuri, devo coordinare io il lavoro, quindi era il minimo che potessi fare- sorrise perché costretto dalle continue fandonie.

-Che stupida, non ti ho nemmeno offerto qualcosa da bere...che ne dici di una tazza di tè?- si alzò con la croce del pronto soccorso tra le braccia.

-Volentieri, ma prima dovrei andare in bagno- alzò la mano fasciata.

-Certo, su per le scale a destra e attento alla garza- lo lasciò vicino al corrimano.

Raggiunto il piano superiore trovò un certo sollievo nel sapere che tutti si trovassero in quello inferiore.

Il bagno era lì a due passi, ma la direzione fu un'altra.

C'erano solo altre tre stanze sull'ala manca, ma solo uno di quei pomelli era velato di una colma polvere.

Era sicuro fosse quella la sua camera.

Spinse piano la porta guardandosi alle spalle e ci si chiuse dentro.

Come un'onda lo investì una fitta di rammarico, supponeva che ogni cosa si trovasse nella stessa identica posizione da ben due anni e se quello era ciò che provava un conoscente, comprendeva la decisione dei genitori di non fare visita a quel luogo.

Le lenzuola in perfetto ordine, un letto rifatto e mai più disfatto, la pianola nella custodia, gli armadi serrati, le foto stampate di vita e una candela cianotica sfusa sugli anelli e i braccialetti macchiati di cera.

Si sentiva un intruso, odiava fare tutto quello all'insaputa di quella deliziosa signora, ma il ricordare di Jimin era necessario.

Tirò fuori il telefono ed iniziò a scattare scorci di angoli, oggetti e memorie di estati auree.

Cosa gli avrebbe risposto riguardando la sua vecchia ed unica vita?

Il profumo di quello che doveva essere, quando ancora il fiato lo saziava, si mescolò presto all'aria evaporando.

Lo avrebbe descritto come un cocktail di frutta e crema solare o forse era solo l'influenza di tutti quei sorrisi sotto la sabbia appesi per la stanza.

Lo ardeva il desiderio di conoscere ancora di più di quello che gli sostava sotto gli occhi e perciò decise di aprire i cassetti uno ad uno.

Un senso di incompresa moda lo investì, finché alla terza apertura uno spigolo troppo acuto per essere una piega di stoffa lo incuriosì.

"Un diario? I ragazzi tengono dei diari?" lo rigirò stranito "Magari è un piccolo pentagramma" sistemò la camicia che fungeva da coperchio tentando di fargli riacquistare il più possibile la forma originaria.

Provò ad aprirlo invano.

Si accorse solo dopo quella prima prova che su una cantonata sostava un massiccio lucchetto.

"Cavolo, doveva avere segreti pesanti per una simile chiusura...e la chiave?" stando alle dimensioni di quella serratura poteva trovarsi benissimo all'interno di un cofanetto come in un ditale e di tempo non ce n'era abbastanza.

Era già molto che nessuno fosse venuto a cercarlo.

Attaccato dal batticuore mise quella miniera di prove nello zaino.

Sapeva che non sarebbe tornato in quella casa, sia per le enormi bugie dette e per il suo essere impostore.

Con un martello avrebbe risolto la situazione di quel blocco di ferro tutelativo, il riportarlo in quel cassetto era un problema da rimandare più avanti.

Guardò per un' ultima volta quel nido ricolmo di misteri ed uscì con cautela.

Percorse con velocità silenziosa il corridoio, quando sui primi scalini incontrò il capo basso di Hoseok, il quale rimediò scattando con quel continuo sguardo dispregiativo.

-Ehm sono andato in bagno-

-Sei un amico di Taehyung?- lo colse impreparato.

-Cos-cosa? Chi?- balbettò per essere stato trafitto in una zona vulnerabile alla sua missione.

-Ti ho visto in quel locale...nella sua stanza-

-Io? Non lo conosco, guarda che ti sbagli- lo superò sbattendogli contro la spalla.

-Anche se fosse stagli alla larga- si voltò fissandolo dall'alto al basso.

-Perché?-

-È uno che rovina le persone quello- salì le scale sparendo.



Chissà cosa avrà combinato il nostro Taehyung e cosa sa Hoseok...come vi sta sembrando la ff? Scusate la domanda ripetitiva, ma non ricevo commenti o altro quindi non so che supporre❤️

ßℓαcк Yσυηg Cђαηg  ||  YσσηmιηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora