➖War inside my head➖

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OLI'S POV

Ero rientrato a Londra da una settimana. Una cazzo di settimana in cui non avevo mai smesso di pormi interrogativi sul figlio di Alessia e di come avesse potuto andare avanti così facilmente senza di me. Lei era spensierata e cresceva il bambino fatto con Ash mentre io pagavo sterline su sterline all'investigatore privato per rintracciarla. Ero stato un coglione in passato ma, anche se non l'avevo dimostrato, tenevo a lei piu' della mia stessa vita e non avevo mai smesso di cercarla forse perché speravo ancora , in fondo al cuore, di rimettermi con lei. Quei quattro anni e mezzo di ricerche mi avevano tenuto legato a lei con un filo invisibile.. Che lei invece aveva gia' reciso. Strana la vita, dissi a me stesso. Forse avevo solo avuto ciò che meritavo: la sua indifferenza. Gli sbagli si pagano e io ne ero la prova vivente.
"Amore, che ne dici di questi fiori rossi, per la chiesa?" domando' Hannah, eccitata per i preparativi del nostro imminente matrimonio. "Belli" risposi, senza nemmeno fingere entusiasmo. "Devo uscire, ci vediamo stasera!" Dissi distrattamente, e le diedi un bacio veloce sulle sue labbra rosse e piene, dovevo scappare per qualche ora per non pensare a tutto quel casino e soprattutto al matrimonio.
Misi lo zaino, pieno di sterline, in spalla, e mi avviai verso l'ufficio dell'Investigatore, per saldare l'onorario dei suoi anni di ricerca. Sarebbe stato meglio non trovarla mai, conclusi con rabbia, piuttosto che fare la figura del coglione e doverle pure asciugare quelle lacrime finte.
Strinsi la mano all'investigatore mentre l'uomo mi faceva accomodare e mi allungava una busta. "Cosa c'è' ancora qui dentro?" Gli chiesi, scocciato.
"Oli pensavo volessi tenere qualche foto del bambino..."
"E perché mai dovrei volere delle foto del figlio di Alessia e Ash?mi prende in giro?" Ebbi un moto di rabbia e gettai la busta giù dal tavolo, imprecando. Essa si aprì e le foto del bambino svolazzarono in aria come grossi coriandoli, finché una di loro piroetto' in aria, posandosi su un mio piede. La guardai con rabbia, pronto a strapparla, ma la mano mi si fermò a mezz'aria mentre il mio sguardo si soffermava per la prima volta sui lineamenti di quella creatura. I suoi occhi color caramello, le sue labbra, i suoi capelli.. Ero io da bambino. Per un istante mi sentii mancare e mi appoggiai con entrambe le mani al tavolo, tremando . "Tutto bene signor Sykes?" ..La voce dell'investigatore mi giungeva ovattata, lontana. No, non poteva essere, e comunque non stavo affatto bene. Eppure DOVEVA essere mio figlio. Io padre? Mio dio, come era potuto accadere ? E soprattutto perché lei me l'aveva nascosto?
Raccolsi con mano tremante la foto, quasi avendo paura di romperla: mi rendevo conto che l'investigatore mi stava ancora parlando, ma non riuscivo a dargli retta. Non ero lucido , ma sentii comunque la sua domanda "Non lo sapeva signor Sykes?". I nervi stavano per cedere. "Porca puttana.. Ovvio che non lo sapevo ! ovvio!!!" Mi misi la faccia tra le mani e, per la prima volta dopo tanto tempo, piansi disperatamente, mentre l'investigatore mi appoggiava una mano sulla spalla, probabilmente compatendomi.

ALESSIA's POV

Finii di asciugare il lavello, dopo aver lavato i piatti. Ash si era gia' appisolato sul divano, con Dylan in braccio e osservai quella tenera scena considerando quanto fossi fortunata ad avere accanto un uomo come Ash,
Ultimamente il bambino era sempre piu' pallido, e davo la colpa allo stress e allo shock di aver visto il padre
naturale e me la prendevo ancora di più con Oli, accrescendo il mio rancore verso di lui. Oli se n'era andato gia da una decina di giorni e, d'accordo con Ash, avevamo deciso di non nominarlo piu', nonostante le domande insistenti di Dylan. Ora per fortuna il discorso sembrava archiviato anche
per il mio piccolo angelo. Ma lo era per me? Mi concessi una breve passeggiata in giardino e mi accesi una sigaretta mentre i miei capelli castani
ondeggivano al vento che soffiava dalla scogliera, piu' mite del solito. Mi appoggiai al muretto che delimitava casa nostra da quella dei vicini e aprii instagram sul cellulare. Olobersykes. Quello era il primo profilo che guardavo, quando ero sola e lontana da occhi indiscreti. Quattro foto di Oli ed Hannah in macchina mi colpirono con forza, come un pugno in pieno volto. "Lo stiamo facendo davvero?" questa la didascalia. Stavano andando a
consegnare i documenti per il matrimonio, pensai. Dovevo esserci io accanto a lui, non quella strega... Nelle foto Hannah rideva e faceva le smorfie, finalmente aveva raggiunto il suo obiettivo, rovinando la mia vita fin dal primo giorno in cui vi era entrata. Potevo sopportare di vederli sposati? No, risposi a me stessa, non ce l'avrei mai fatta a vedere la gioia che era mia, stampata sul volto di quella troia. Con un gesto di rabbia bloccai sia il profilo di Oli sia quello di Hannah, tornai in casa e, presa la bicicletta, mi concessi una lunga escursione in riva al mare. Quelle onde mi ricordavano l'Australia, mi ricordavano quando io e Oli ci eravamo riabbracciati, e realizzai che io e lui eravamo uguali, due anime in eterna tempesta....
E per Ash cosa provavo? Affetto? Amore? Mi ponevo quelle domande da tempo ormai... E ancora non ero riuscita ad avere una risposta dal mio cuore.
Rientrai a casa e lo trovai intento a giocare col bambino, la scena era di una dolcezza disarmante e gli ero grata per tutto ciò che stava facendo per il piccolo: mi unii a loro e costruimmo un castello con il lego, mentre fissavo gli occhi color caramello di Dylan che mi ricordavano sempre più quelli di Oliver.

HANNAH's POV

Mi sedetti al tavolino scuro di Starbucks, fuori il tempo londinese stava dando il peggio di se': raffiche di acqua e vento violentavano gli alberi del viale da almeno due ore, senza tregua. Avevo aspettato che Oliver rientrasse da chissà quale commissione ma poi mi ero rassegnata e avevo preso accordi per bere qualcosa con la mia migliore amica. Mi girai verso la porta proprio mentre Grace faceva il suo ingresso. Come sempre tutti si giravano a fissarla, colpa del fatto che un anno prima si era tatuata interamente gli occhi di blu.
"Amore ciaooo" mi disse, schioccandomi un bacio a stampo sulle labbra. Le sorrisi, ordinando due the caldi. "Beh che mi racconti? Oliver?"
Abbassai lo sguardo, Oliver era il mio punto debole. Piacevo a tutti ma sembrava che per qualche motivo lui non riuscisse ad amarmi davvero. "Ci sposiamo tra poco , lo sai. A proposito , ecco l 'invito!" E le allungai il cartoncino con l'invito alla cerimonia, su cui campeggiava la scritta "Shit is real " , un'idea di Oli.. Io avrei preferito qualcosa di più romantico ma vabbè...
"Sai che mi hanno intervistata l'altro giorno?" Dissi a Grace. "Si ho visto su YouTube! Direi che questo matrimonio con Oli ti sta portando parecchia pubblicità !!! Batti cinque!"
Ridemmo insieme. Ci avevo messo anni ma alla fine stavo per sposarlo davvero e grazie a lui ero diventata ricca e famosa.. Fin da piccola bramavo il successo ma era difficile , essendo cresciuta in un paesino anonimo dell'Inghilterra, ottenere la fama che tanto sognavo. Oli era stato da subito la preda ideale: confuso, in crisi e sensibile alla mia bellezza. Non mi importava che non mi amasse, del resto a me bastavano i suoi soldi e anche scopare con lui non era affatto male... Non mi dava il piacere che ricavavo dai miei incontri segreti con Grace, però.
"Hannah ascolta... ma questo matrimonio cambierà le cose tra noi?" La vidi intimidirsi, cosa insolita per una ragazza forte come Grace.
"Tesoro tra noi non cambierà niente! Lui è sempre impegnato con la band e quando sarà in tour tu potrai sempre dormire da me.." Le feci l'occhiolino, sfiorandole il ginocchio sotto il tavolo; Grace arrossì, felice che il nostro rapporto fosse ancora solido nonostante tutto. Non mi fraintendete: mi attraeva Oliver, ma anche per le donne avevo sempre provato interesse e Grace mi dava delle sensazioni che lui non riusciva nemmeno lontanamente a farmi provare.
Pagammo e uscimmo dal bar, la salutai e mi diressi verso l'Atelier di abiti da sposa, dove mia madre, pazza di felicità, mi attendeva da una mezz'ora.

There Is a heaven (seguito di Can you feel my heart?)Where stories live. Discover now