Papà

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Eravamo nell'appartamento quando papà iniziò a raccontarci com'era andata la sua storia.
"Bhe vedi sembrerà impossibile ma è così. Quel giorno ero andato a prenderti un gioco al centro commerciale. Qualche giorno prima ci eravamo passati insieme e mi ricordo di quanto ti fosse rimasto impressa quella specie di macchinina, quindi andai a compratela per farti un regalo. Purtroppo appena la pagai successe quel che successe. Come ben sai ci fu l'esplosione. Ma qui arriva la cosa quasi impossibile, come un miracolo potremmo dire: sopravvissi. Aprii gli occhi che mi ritrovai in mezzo al nulla. Sai che il centro commerciale si trovava un po'lontano dalla città, era in mezzo al nulla appunto. Io mi svegliai ed ero completamente circondato da alberi, non sentivo niente e avevo una gamba rotta, l'altra invece in pessime condizioni ma ci potevo camminare e la stessa cosa per le braccia. Continuavo a perdere sangue ma non capivo da dove, forse sarà stata la testa pensavo ma non riuscivo a trovare la ferita.
Il mio percorso per la salvezza è stato un andare e venire di svenimenti. Qualche volta strisciavo, altre volte invece cercavo di mettermi in piedi per andare più veloce. Comunque dove andavo andavo ci misi 3 giorni per arrivare in un paesino. Non sentivo niente quindi se ci fosse stata strada nei dintorni non l'avrei sentita.
Appena arrivai iniziai a chiedere aiuto a tutti quelli che vedevo ma si spaventavano al mio aspetto. Così dopo svariati tentativi mi arresi, non mi ricordavo nulla e le mie condizioni erano pessime, nessuno mi voleva aiutare, insomma la mia fine era ormai vicina. Andai in un posto all'ombra, chiusi gli occhi e mi addormentai, pensando di non alzarmi mai più. Ma questo fu interrotto da un picchettio accompagnato da "signore? Signore va tutto bene?". Aprii gli occhi e quella che vidi era una bambina davvero dolce che, mantenendosi a debita distanza, mi punzecchiava con il ramoscello. Il suo nome era Delilah E quando l'ho conosciuta aveva due codini in testa e un vestitino azzurro. Era tutta sporca di fango, aveva giocato qualche ora prima e così mi aveva trovato.
Così mi portò a casa sua, un po'più lontana da dove stavo io... infatti non ero passato a chiedere aiuto. I genitori di Delilah appena mi videro sbiancarono e non gli dò torto, uno sconosciuto trasandato in casa loro non sarà stato il massimo. Ad ogni modo erano una famiglia di medici quindi la prima cosa che fecero fu quella di occuparsi delle mie ferite. Una volta finito "l'intervento" che si tenne a casa loro dormii per 2 giorni consecutivi, nel frattempo mi era pure tornato l'udito, ma di ricordi neanche uno. Una volta riaperti gli inventai una storia su due piedi, dissi che ero stato cacciato di casa dal proprietario perché ero andato in bancarotta e che giravo come vagabondo, dissi pure che un branco di cani randagi mi aveva aggredito per giustificazione alle ferite. Se avessi detto che mi ero risvegliato in quel modo sarebbero andati dalla polizia e temevo nel caso fossi stato qualche specie di criminale.
In qualche modo si bevvero la mia storia e mi offrirono rifugio, da lì iniziò la mia nuova vita. Vivevo sotto il loro tetto ma mi trovai un lavoro così aiutavo anche quei gentili signori che mi accudivano, e nel frattempo giocavo con la piccola Delilah. I ricordi purtroppo non mi sono mai ritornati in tutti quegli anni e io non ne facevo un dramma: io mi trovavo bene e stavo bene e per me andava bene così. Mi ritornarono solo qualche mese fa. Delilah nel temo si era fatta grande e non passavo molto tempo con lei, ma quando era piccola avevamo il nostro posto segreto... come ce l'avevo con te. Un giorno mi prese per il braccio e mi ci portò con forza e una volta arrivati mi mise la mano sugli occhi. Mi diceva di stare tranquillo e nel frattempo mi guidava da una parte. Appena ci fermammo mi tolse le mani dalla faccia e io mi ritrovai di fronte a un albero. C'era intagliato un qualcosa. C'era un cuore e dentro c'era scritto "Ti voglio bene". Sorrisi a quello che mi aveva fatto e appena misi il dito sopra l'incisione mi tornò tutto. Tutto quello che era successo, mi ricordai di te, della mamma, della macchinina, dell'esplosione. Mi ricordai ogni singola cosa. Vedendomi disorientato Delilah mi chiese se ci fosse qualcosa di sbagliato e io le dissi di no, non volevo farla insospettire per il momento, dovevo vedere che dovevo fare ora che avevo tutti i ricordi.
Passarono così i giorni e finalmente, presi dei soldi da parte, decisi di parlare ai signori che mi avevano salvato la vita e soprattutto a Delilah. Raccontai della mia storia e di come avevo riavuto la memoria, furono contenti del mio progresso e stupefatti di come io fossi riuscito a sopravvivere a quella esplosione ma allo stesso tempo si vedeva la tristezza nei loro occhi, era arrivato il momento di salutarci dopo lunghi anni assieme.
Il giorno della mia partenza Delilah pianse a dirotto, mi abbracciava e non mi voleva più lasciare. Dovette intervenire la madre. Così li lasciai promettendogli di rivenire a fargli visita e di tenermi in contatto. Pensa che le ho pure promesso di farvi incontrare, è un po'più grande ma questo non credo sia un problema" disse ridendo, sì come se in quel momento mi potesse interessare, ma lui non lo sapeva e io non potevo farne una colpa. "Ad ogni modo non avevo un piano ben preciso ed è per questo che ho alloggiato per questi mesi in questa città vicino alla nostra. Avevo sempre l'ansia di una vostra possibile reazione oppure che Inko si fosse trovata un altro uomo... ma ad ogni modo sei stato tu a trovare me" disse mettendo una mano sui miei capelli e scompigliandoli un po'. "E se non ricordo male lui deve essere Bakugou, l'amico con cui uscivi sempre, giusto?" disse rivolgendosi a Kacchan. Lui annuì e si stinsero la mano. "E ditemi, perché voi siete qui?" domandò. E da quel momento era arrivato il mio turno per raccontare la mia storia.

Ok eccoci a fine capitolo. Che Ve ne pare?

Sorpresi per la storia del padre? No in realtà è abbastanza banale però vabbè. Ad ogni modo il prossimo capitolo riassumerà tutto quello che è successo fino ad adesso molto probabilmente (se non cambio idea :D ) una specie di checkpoint.

Se avete consigli non esitate a scrivere, un bacione! <3

Solo un ricordo {BAKUDEKU}Where stories live. Discover now