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Quella sera, un venerdì di inizio aprile, ero sul letto di Liam ed avevamo appena finito di fare l'amore per la seconda volta.

Sotto un groviglio di coperte e lenzuola, ero accoccolato al suo fianco, stanco morto.
La sua mano stava lentamente tracciando il percorso della mia spina dorsale, che a detta sua era troppo sporgente.
Il mio capo era poggiato sul suo petto ed il suo profumo riempiva le mie narici.

-Alla vecchia scuola mi bullizzavano- dissi.

Non c'era un motivo preciso per il quale iniziai quel discorso, sentivo semplicemente che era arrivato il momento di parlargli della mia vita.
Non volevo più avere segreti con lui.

-Perchè sei gay?-

Annuii.

-Nessuno sapeva nemmeno della mia esistenza prima che non iniziasse a circolare la voce riguardante la mia sessualità.
Ancora non ho capito come si sia diffusa la notizia, ma fatto sta che scoprirono anche dell'account in cui mi facevo quelle foto, anche se all'epoca ne avevo un altro.
Non ti dico quanto si divertivano a picchiarmi negli spogliatoi, a farmi i coretti in corridoio...-

Mi bloccai un momento. Presi un respiro profondo.

-Il peggiore era Daniel, lo stesso che mi ha mandato in ospedale.
Una volta mi ha rotto il braccio, un'altra ancora mi ha fatto slogare la caviglia.
Nel frattempo, il gruppetto di ragazzi musulmani della mia scuola mi aveva ormai inquadrato come gay e, se non lo sai, nella mia religione non si può essere omosessuali. È peccato.
Le voci sul mio conto iniziarono a circolare molto velocemente nella comunità musulmana, tra gli amici di mia mamma.
Lei si è vergognata così tanto, ha perso tutti gli amici che aveva, le sue amiche hanno smesso di parlarle, e tutto per colpa del figlio gay. Tutto per colpa mia-

Sospirai. Mi resi conto di star piangendo, e che diverse lacrime avevano già bagnato il petto scoperto di Liam, ma lui era completamente rapito dal mio racconto; indossava una maschera di tristezza e rabbia.

-Ha iniziato ad ignorarmi a casa, forse per farmela pagare, forse per sfogare la sua frustrazione.
Finito l'anno scolastico mi ha iscritto ad una scuola nuova, con la speranza di migliorare, anche se ha ricominciato a parlarmi da quella volta che ti sei presentato a casa mia.
Solo allora ha ammesso apertamente di accettarmi.
Ma prima di quel momento era una guerra fredda: occhiatacce, frecciatine durante i pasti, frasi borbottate alle mie sorelle, che facevano da tramiti.
Quando scoprì del mio lato "femminile", del mio amore per gli abiti rosa, e della vastità di tali capi che possedevo ha provato a gettarli.
Mi sono ovviamente opposto-

Ci furono alcuni istanti di silenzio.
Alzai lo sguardo verso di lui e i suoi occhi erano leggermente arrossati.

Mi misi al suo livello e lo baciai dolcemente.

-Mi dispiace che tu abbia passato tutto questo. Non ti meriti di soffrire- disse poi, in un sussurro.

Sorrisi e gli accarezzai i capelli, senza mai smettere di guardarlo.

-Ormai è passato, non importa. Adesso ho te, ho i ragazzi, ho di nuovo mia madre. Sto bene-

I suoi occhi si illuminarono piacevolmente ed io gli lasciai un bacio sulla fronte. Un bacio lento e casto.

-Continua- boccheggiò, quando mi allontanai.

Lo accontentai subito, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Il mio corpo era slittato, se possibile, ancora più vicino al suo, ed i nostri respiri si mescolavano.
Quando lo guardai sembrava implorarmi di non smettere con lo sguardo, così continuai.

I baci scesero piano lungo la mascella, per il collo - dove mi divertivo a mordere e succhiare lembi della sua pelle chiara - poi arrivai al petto.

Inutile dire che finimmo a fare l'amore per la terza volta.

Stavamo entrambi per venire: io ero sopra di lui e muovevo i fianchi per aumentare il piacere ad entrambi.
Le sue mani stringevano le mie cosce.

-Zay, continua, mi manca così poco- gemette, ed io velocizzai il ritmo dei movimenti.
Mi morsi forte il labbro nel momento in cui percepii il suo corpo tremare sotto il mio, segno che era appena venuto, ed io feci lo stesso l'istante immediatamente successivo, sporcando del mio seme il suo addome sudato.

Mi sollevai cautamente e feci in modo che uscisse da me. Quando ciò accadde si sfilò il preservativo e lo gettò a terra, mentre io mi stavo sporgendo verso il comodino per prendere una salvietta.
Ripulii il suo corpo dal mio sperma, poi il fazzoletto raggiunse il profilattico sul pavimento, ed io mi sdraiai nuovamente accanto a lui.

Avevo poggiato il capo sulla sua spalla ed il suo braccio mi teneva stretto a lui.
Socchiusi gli occhi, e quando ero in procinto di addormentarmi, disse una cosa che mi tolse il fiato per un istante.

Non me lo aveva mai detto prima d'allora - nemmeno io l'avevo fatto, d'altronde - e il fatto che me l'avesse detto proprio in quel momento lo rese ancora più speciale.

-Ti amo Zayn-

Era un mormorio, appena udibile, ma suonò così dolce e piacevole che non potei non sorridere.

Mossi leggermente il capo, alzandolo così da essere con le labbra più vicine al suo orecchio, e gli risposi, usando il suo medesimo tono.

-Ti amo anch'io Liam-


chiedo venia per la "scena smut", fa pietà scusate, non sono capace. più avanti ne avrete un'altra, spero migliore!

𝐈𝐧𝐬𝐭𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 ;; 𝐙𝐢𝐚𝐦 𝐌𝐚𝐲𝐧𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora