Capitolo III- Brutti presentimenti

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Mercoledì mattina.
Salem era diventata una vasca olimpionica.
Negli ultimi due giorni non fece altro che piovere a dirotto e diverse strade si allagarono talmente tanto che, l'acqua entrò in alcune case.

Il ministro consigliò di uscire con stivali di gomme e di stare attenti mentre altri stregoni crearono delle piccole barriere nelle loro case per non far entrare più acqua.

Il fatto è che il brutto tempo arrivò nella notte e nessuno s'immaginava potesse fare così tanti danni, altrimenti le barriere si sarebbe create molto prima.

La finestra della mansarda era bagnata dalle gocce che cadevano una dopo l'altra e il loro delicato rumore,rilassava ogni singolo muscolo del corpo.
Proprio per questo, avevo zero voglia di andare all'università e mi ero svegliata anche con brutti presentimenti.

Le temperature si abbassarono radicalmente quella settimana e dovetti rimettere il piumone dopo quattro lunghi mesi senza.

Ma in fin dei conti non potevo lamentarmi.
L'inverno era il mio mese preferito e si stava avvicinando.
Questo significava cioccolata calda la sera prima di andare a dormire, qualche film o serie tv da vedere dentro il caldo e comodo letto, felponi giganti che ti coprivano tutta, calzini pesanti e decorati con tanti, forse troppi disegni strani e così via.

Era senz'altro la stagione che adoravo di più.

Guardai l'orologio che segnava le otto precise e convinsi me stessa a stare altri due minuti contati nel letto per poi alzarmi, scendere giù e fare colazione.

Sentii bussare alla porta e Luan entrò già vestito e conciato.
«Ah sei sveglia allora. Pensavo stessi dormendo ancora che sono entrato prima ma dormivi come un ghiro»

Mi alzai mettendomi seduta.
«Dove stai andando così presto?»
«Vado a fare colazione con Reina e poi veniamo qui a casa»
«E all'università non ci va?»
«Quale università? Oggi sono chiuse»

«Cosa!?»
«Si,hanno mandato ieri l'ordinanza. Dicono che si sono allagate alcuni laboratori e diverse aule al piano terra e che la pioggia ha fatto saltare anche la luce, quindi le hanno chiuse tutti»

«Cazzo! Ed io che mi sono alzata presto per nulla»
«Davvero non lo sapevi? Non hai un gruppo su whatsapp o qualcosa del genere dove ti fanno sapere qualsiasi cosa?»
«Se l'avessi avuto non mi sarei svegliata a quest'ora»

«Mh vero ma potevi chiedere a Reina no? Vi vedete tutti i giorni all'università e lei mi ha detto che ti sta aiutando ad ambientarti»
Preferii non rispondere. Accennai solo un si con la testa senza dire lui la verità.

Non capii il perché Reina avesse detto una tale cazzata.
Si, è vero che la vedevo tutti i giorni all'università ma a malapena ci rivolgevamo la parola.
Lei era sempre con il suo solito gruppetto di amici snob ed io per conto mio.

Probabilmente voleva far bella figura con il suo ragazzo ma mentire non era una delle cose migliori.
Ed io lo capii tempo fa.

«Io sto per uscire comunque»
«Mamma, papà e Yaser?»
«Sono andati tutti e tre a lavoro. La pioggia ferma le università ma il lavoro no a quanto pare. Ah e mamma mi ha detto di ricordarti della cena di domani sera»

«Che cena? Possibile che io non so mai niente?»
«La cena con i colleghi di papà. Vengono due colleghi con le loro rispettive famiglie qui a casa»
«Ah va bene»

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Decisi di prepararmi una crêpes con la nutella ma mi cadde un intero sacco di farina a terra e dovetti pulire tutto.
Passò una ventina di minuti quando finii di pulire e anche la voglia si mangiare andò via.

Nightfall blackDonde viven las historias. Descúbrelo ahora