1

1.1K 25 10
                                    

Eccomi qui, ancora qui.
Seduto da ore davanti una porta chiusa.
Non so perché sono qui a sperare che quella porta si apra rivelando dietro di essa l'amore della mia vita.
Mi sento perso, confuso, triste...
Mi sento rotto, sono consapevole che da quella porta non entrerà nessuno, lo so, ma non posso fare a meno di sperare. Ormai consapevole che sarà una notte come le altre.
Io ingenuo e soprattutto codardo, perché non voglio affrontare la realtà, sto aspettando che il mio ragazzo ritorni a casa, che varchi quella soglia e che mi stringa a lui facendomi sentire ancora amato. Invece so perfettamente che entrerà e a malapena mi saluterà.

Diego: Tancredi- inizia Diego accovacciandosi difronte a me- basta...non tornerà lo sai, ne sei perfettamente consapevole.

È dura, permetto che delle lacrime amare mi solchino la pelle.

Tancredi: fa male, Diego... -dico tra un singhiozzo e l'altro- tanto.

Ad un tratto mi sento stringere in un caloroso abbraccio, non solo da parte di Diego, ma anche da parte di Gian. Questo gesto mi sorprende, mi sento protetto ed è una sensazione che non provavo da tanto tempo, mano mano mi lascio andare in un pianto liberatorio. Loro non dicono niente, mi stanno vicini, non chiedono di calmarmi, mi lasciano sfogare, ascoltano ciò che gridano le mie lacrime e cercano di capire le mie esigenze, per questo gli sono grato non potevo chiedere amici migliori.

Gian: Hey - mi accarezza una guancia, dopo poco che avevo finito di sfogarmi- tanc senti... Si è fatto tardi sono le 4 e tu non hai chiuso occhio non solo questa sera,ma anche le precedenti, lo so che sei una persona forte, ma di questo passo rischi di crollare. Adesso hai bisogno di riposare...- io lo guardo,ma non voglio andarmene da qui non senza di lui,da come mi guardo Gian credo che abbia capito a cosa sto pensando- tanc guardami- così faccio- da quella porta non entrerà Lele, ti stai facendo del male, ti stai autodistruggendo. In questa relazione hai messo lui prima di tutto soprattutto prima di te stesso, hai fatto di tutto. Ora basta, guardati allo specchio, stai diventando l'ombra di te stesso,ti sta annullando. Non posso decidere per te, ma io come Diego possiamo consigliarti affinché tu possa fare la scelta che ritieni più giusta. E quando ti rifiuterai di vedere la realtà come adesso, io sarò qui a farti aprire gli occhi. adesso basta alzati, stenditi su un letto e riposa. Se proprio ci tiene per sta sera/oggi sarò io ad aspettare Lele.

Io abbasso lo sguardo ed annuisco.
Gian guarda Diego

Gian- Diego vai con lui qua ci penso io- lo guardo con sguardo preoccupato- tanche non ti preoccupare non gli faccio niente.

Alla fine io e Diego ci incamminiamo verso la sua stanza, ci mettiamo sotto le coperte e con un bacio fraterno sulla fronte mi dà la buonanotte e stessa cosa faccio anch'io, per poi lasciarmi andare nel mondo dei sogni

Gian: NON OSARE...-mi sento confuso che succede è Gian che sta gridando, che ore sono. Mi giro e guardo l'orologio segna le sette è presto, come mai Gian è già sveglio, in punta di piedi arrivo davanti alla porta della cucina,ma mi blocco appena sento la voce di Lele.

Lele: fatti i cazzi tuoi non deve interessarti quello che faccio tanto meno la mia vita sentimentale.

Vedo Gian farsi rosso di rabbia

Gian: infatti, non mi interessa quello che fai, ma stiamo parlando del tuo ragazzo che è mio amico e sta affondando per te, se fosse stato per me ti avrei mandato a cagare da molto tempo, lui invece no, vuole per forza trovare qualcosa di buono in questa relazione perché ti ama, ma se tu non lo ami...- si avvicina di qualche passo vicino a Lele e incastra il suo sguardo pieno di rabbia nel suo- smettila di fallo soffrire, non lo merita.

Lele sembra sconvolto e io non so che fare, vedo Gian venire verso di me ed io di istinto lo abbraccio, tutte e due erano sorpresi non sapevano stessi ascoltando, non mi interessa se adesso Lele ci guarda e non mi interessa cosa sta pensando,ma mi sento difeso dopo tanto tempo, Gian sembra stupito dal mio gesto,ma poi ricambia l'abbraccio. Ci stacchiamo e vado verso Lele, lui è pietrificato, lo guardo,mi guarda vorrei dagli uno schiaffo e un abbraccio allo stesso tempo.

Tancredi: Lele...sono stanco , non capisco cosa ti prende e non posso gestire questo tuo mal d'umore, non in questo modo almeno, mi stai facendo tanto male e avevi promesso che mi avresti protetto ed io l'ho promesso a te e infatti lo sto facendo.
Qualsiasi cosa tu faccia quando esci da qui, so che non è contro di me e questo mi dà sollievo, quindi non penso tu mi stia tradendo o roba simile, ma ti sento freddo e distaccato cosa insolita visto che tu sei il coccolone della casa. La cosa che mi rammarica è il fatto che io continuo a credere che tu un giorno mi abbraccerai e dirai ti amo, ma so che questo non accadrà. MI HAI CREATO SOLO ILLUSIONI LELE .... E io ci sto male- sento delle lacrime rigarmi il volto - Lele io ti amo.

A quel punto scappo via, torno nella camera di Diego che sentendo il rumore della porta sbattere si alza di scatto. Mi osserva, ma io non alzo lo sguardo continuo a guardare a terra.

Tancredi: Diego, credo di aver detto l'ultimo ti amo a Lele-non dice niente- ho sbaglio qualcosa è vero sono freddo uno stronzo o almeno così dicono gli altri, ma io ci ho provato... Ci ho provato...ci ho -inizia a singhiozzare.

Vidi Diego accovacciarsi difronte a me, ci guardammo ma non dicemmo nulla, io continuavo a piangere, mentre Diego mi avvolge nelle sue braccia, mi calmai dopo un po'.

Diego: Tancredi non hai fatto nulla di sbagliato, Lele ha avuto paura di amarti e così facendo ti ha fatto soffrire, ma ti assicuro che non era sua intenzione, ti prego non odiarlo nonostante sia stato un coglione.

Tancredi: non potrei mai odiarlo.

ANGOLO BHO.
Salve a tutti questa è la mia prima storia spero vi piaccia, fatemi sapere se vi piace. Grazie mille per aver letto questo obbrobrio non sono molto brava*

Non So Che PensareWhere stories live. Discover now