capitolo uno.

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Il sole irrompe prepotentemente nella mia stanza, emanando troppo calore, tanto da svegliarmi.

Apro gli occhi e spero ancora che questa estate finisca al più presto. Voglio l'inverno, ora!

Ecco, adesso se fossi stata una di quelle persone con la magia nel sangue, sarebbe arrivato subito, ma purtroppo sono solo un essere umano che possiede come unica magia, la voglia di rimanere nel letto.

«Avanti» dico ancora mezza addormentata, appena sento bussare alla porta.

«Buongiorno signorina Sophie. Le ho portato la colazione» entra Marie, la cameriera di casa.

Il profumo di bacon, risveglia il mio stomaco che onestamente non è mai addormentato.

«Grazie Marie, puoi lasciarlo anche qui» dico battendo la mano sul mio letto matrimoniale, troppo grande per una sola persona.

«Buon appetito signorina» esclama prima di uscire dalla porta.

Dopo essermi gustata la colazione preparata con tanto amore da Marie, mi alzo e mi dirigo nel bagno interno della mia camera, e quasi mi spavento guardandomi allo specchio: sembro Anna di Frozen quando si sveglia per il grande giorno, solo che lei era bella pure in quelle condizioni, io sono un misto tra Frankestein e lo scienziato pazzo.

Mi dirigo in vasca, coccolandomi con il calore e il profumo del bagnoschiuma alla vaniglia. Dopo una buona mezz'ora decido di uscire dall'acqua, capendo che sennò non mi sarei più mossa.

Indosso un vestito aderente color rosso, un tacco dodici nero e una borsa della Luis Vitton.
Lascio i miei capelli biondi cenere sciolti, amando le mie ciocche mosse naturali ed esco dalla camera.

Entro nel salone di casa, dove trovo Balú, il mio volpino italiano. Lo prendo in braccio e gli lascio un bacio sul suo morbido pelo.

«Buongiorno» saluto mia madre Isabel e le mie sorelle sedute sul divano,Brittany, la maggiore, e Megan.

«Buongiorno a te sorellina, dormito bene?» mi chiede proprio quest'ultima.

«Dimmi quando non succede» esclamo. «Raggiungo papà, oggi è un gran giorno, abbiamo un grande affare da portare avanti».

Mia madre annuisce. «Balú te lo porti con te?».

«Si oggi si» rispondo per poi avviarmi verso la porta d'ingresso.

Trovo l'autista ad aspettarmi fuori la porta. Mi apre la portiera e mi lascia salire.

In meno di quindici minuti, siamo arrivati. «A dopo Francisco» saluto l'autista.

Infilo gli occhiali da sole ed entro con passo felpato. Il suono dei miei tacchi avvisa la mia entrata, facendo girare tutte le persone presenti all'interno.

«Buongiorno signorina Moore» mi saluta una delle tante segreterie, di cui non ricordo neanche il nome.

Ricambio il saluto e mi avvio verso l'ufficio di mio padre.

«Buongiorno papà» esclamo aprendo la porta senza bussare ed entro, cosa che forse devo smettere di fare, visto che davanti alla sua scrivania trovo seduti due uomini, che si girano di scatto al suono della mia squillante voce.

«Buongiorno figliola» ringhia mio padre lanciandomi un occhiataccia, per poi fare una smorfia osservando Balú in braccio a me. «Perdonatemi, lei è l'ultima delle mie figlie» mi presenta ai due uomini di mezza età che non smettono di fissarmi.

«Piacere Sophie» allungo la mano che viene accolta da entrambi con una stretta potente.

«Perdonatemi, stavamo dicendo?» continua poi mio padre, accendendosi un sigaro.

MR.BROWNDonde viven las historias. Descúbrelo ahora