-amarezza-

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Katsuki
«Stai bene, Hawks?» chiede la corvina al pennuto.
Che cazzo di domanda è? È ovvio che non sta bene, come non sta bene Scarlett.
«Vorrei solo sapere dove si trova Icaro...» sospira lui.

Non riesco più a trattenermi.
Non ci capisco più un cazzo.

«Potete spiegarci che cos'è successo sei anni fa?» Chiede il parafulmine.
È COME SE PENSASSIMO LE STASSE COSE, CAZZO.

Crimson Riot sospira, bevendo un sorso di thè.
«Sei anni fa, come sapete bene, furono appiccati svariati incendi; uno di questi fu appiccato nella casa in cui viveva la famiglia di Keigo e di Scarlett. La loro madre morì, davanti agli occhi di Scarlett, sommersa da un cumulo di macerie. Lei, dopo aver visto sua madre morire, riuscì a salvare Icaro, suo fratello minore. È così che si procurò la prima cicatrice, quella sulla spalla.
Una volta salvato Icaro, Keigo portò in ospedale entrambi in fratelli. I dottori ci dissero che non c'era niente da fare, per Icaro: i suoi polmoni avevano assimilato troppo fumo. Scarlett se la cavò, essendo fatta d'acciaio, ma da quel giorno ha sempre avuto l'immagine di sua madre, senza vita sotto tutte quelle macerie e le parole del medico che dicevano che Icaro non ce l'aveva fatta... si è sempre colpevolizzata per la sua morte.»

«Fai schifo a raccontare questo genere di cose, lo sai?» Lo interrompe Hawks. «Hai riassunto tutto e basta...» commenta.
«Cosa dovevo fare? Immedesimarmi nel personaggio?»

Sento il biondo sospirare.
«La cicatrice che ha sul fianco l'ha provocata nostro padre. La riteneva colpevole di entrambi le morti. Credeva che punirla il questo modo sarebbe stata la scelta migliore...»

La cicatrice che io tocco tanto, gliel'ha fatta il padre?

«Vedete... Scarlett era divorata dalla rabbia, era incontrollabile. Diceva di volere solo distruzione, perché la vita per lei aveva riservato solo quella. Parlava spesso di come avrebbe fatto fuori nostro padre, a volte mi ritrovavo a pensare che sarebbe diventata una Villain, una volta grande; avevo davvero paura che accadesse. Lo sguardo costantemente divorato dall'ira, le pulsazioni del suo cuore che non cessavano neanche un attimo... la rabbia stava crescendo dentro di lei ed io non potevo fare niente, mi sentivo talmente inutile...
Poi accadde: perse il controllo. L'avevo portata in montagna, speravo che sarebbe riuscita a dimenticare e a calmarsi, invece accadde l'effetto contrario. Arrivato il giorno dell'anniversario di morte di nostra madre e Icaro, lei non ebbe più le forze per controllarsi, impazzì; se fossimo stati in città, ne avrebbe raso al suolo tre quarti.»

La storia si interrompe, a causa di un suo singhiozzo che non avrei mai pensato di sentire.
«Se solo fossi entrato io quel giorno in casa, per cercare di salvarli, ora lei non si sentirebbe in colpa, ma ero bloccato dalla paura e, appena l'ho vista entrare in quella che era la nostra casa, un senso di vuoto e di impotenza mi ha fermato, non riuscivo a muovermi. Solo quando è uscita tenendo tra le braccia Icaro, sono riuscito a portarli in ospedale... ma l'abbiamo sempre saputo, no?» rivolge la domanda a Crimson Riot. «Lei è sempre stata più coraggiosa di chiunque altro.»

Riesco a sentire forte e chiaro l'amarezza delle sue parole.
Si sente in colpa.
Anche io mi sentirei in colpa se fossi in lui.
Solo ora capisco quanto deve aver sofferto Scarlett in questi anni.

Quando si sveglierà, non farò altro che abbracciarla, deve sapere che io ci sono per lei.

Io... credo di amarla.
È una cosa nuova per me, perché io non ho mai amato nessuno in vita mia, se non me stesso.
Lei ha qualcosa in più di chiunque altro, lei è diversa da tutte quelle che mi sono fatto questa estate.
Con lei non è stato solo sesso... non sarà mai solo sesso.

«Dove credete che sia ora Icaro?» faccio la domanda che nessuno dei presenti ha il coraggio di fare.
«Non lo so.» risponde Hawks, dopo una piccola pausa. «Ci starà cercando, ma non credo si ricordi le vie di questa città, era troppo piccolo... ma anche se uscissimo a cercarlo non saprei dove trovarlo.» sembra un morto in corda, cazzo.
«Io vado a cercarlo.» proclamo, alzandomi e guardandolo.

«Non sai neanche com'è fatto fisicamente, come pretendi di trovarlo?» chiede, alzandosi anche lui.

Lo guardo con disprezzo, con rabbia, la stessa rabbia che si contrae nel mio stomaco per non essere stato con lei in quel momento, quando tutte le sue certezze si sono frantumante davanti ai suoi occhi.
«Lo sai, Scarlett non mi ha mai parlato direttamente di te, ma credo che se lei adesso fosse qui, e fosse sveglia, ti darebbe un pugno in faccia perché stai mostrando troppa debolezza. Tuo fratello minore è la fuori e tu non stai facendo niente per rimediare a questa situazione. Lei ti reputa forte e impavido, lei ti stima, ma se adesso non alzi il culo da quel divano, le riferirò che suo fratello, l'eroe, non ha avuto le palle di andare avanti, rimanendo a rimuginare sul passato.» assumo un tono mai utilizzato prima, pieno di consapevolezza e razionalità.

Tutti rimangono esterrefatti dalle mie parole, io per primo.

«Il parassita ha ragione, se Scarlett fosse sveglia non rimarrebbe con le mani in mano, lei lo cercherebbe.» si fa avanti il parafulmine.
«HAI FINITO DI CHIAMARMI PARASSITA, PARAFULMINI DEL CAZZO!» urlo contro di lui.
«NON URLARE, CI SENTO PERFETTAMENTE, IDIOTA!» sbraita più forte di me.
La coerenza non è proprio il suo forte...

«Hai ragione, Bakugo.» Hawks ci ferma con una sola frase.
Se non avessi sentito quelle tre paroline, l'avrei preso a pugni insieme a questo parafulmine di merda.
«LO SO CHE HO RAGIONE!»
«Andiamo a cercarlo, non hai foto di lui, vero?» chiede coda di cavallo al biondo.
«Solo foto da bambino, ma ha questo punto sarà cambiato... se non ha cambiato il colore dei capelli, dovrebbe averceli ancora biondi e ha gli occhi marroni, anche lui ha le ali, le ha azzurro chiaro.»

Poteva dire subito che ha le ali azzurre...
«Chi rimane qui?» chiede coda di cavallo.
«Per cosa?» domanda il parafulmine.
MA NON CI ARRIVA!!?

«Se Scarlett si sveglia e non trova nessuno?»
«Rimango io.» si offre subito il parafulmine.
«TE LO SCORDI!» esclamo.
Non lo lascerò solo con lei, non se ne parla neanche.

«E PERCHÉ?» sbraita.
«SONO IO IL SUO RAGAZZO, NON TU!»
Sembra che le mie parole lo colpiscano, non se l'aspettava e, questa cosa mi piace.
«Rimarrò comunque.» risponde dopo aver elaborato la notizia.
«Ok.» interviene il pennuto. «Mi fido di te.»
«IO NO!» urlo.
«Bakugo, ti fidi di Scarlett?» mi domanda la corvina.

«Che domande sono, ovvio!»
«Allora sai perfettamente che se solo Atlas provasse a toccarla farebbe scendere tutti i santi.» ride, ricordando l'irruenza dell'amica.

Già, lo farebbe.
«Se la tocchi, muori.» lo avverto, prima di uscire dalla grande casa.

Lo faccio per te, Scarlett.

CICATRICI -Bakugo Katsuki x Oc-Where stories live. Discover now