Closer Than Brothers: Albus Silente e Gellert Grindelwald

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Closer Than Brothers
di Cleindori83

[aesthetic nel testo by Cleindori83]

Che i trascorsi fra Albus Silente e Gellert Grindelwald fossero assai più complessi di come ci sono stati raccontati ne "I doni della morte" era risaputo, in verità, da ben prima dell'uscita del film d'esordio della saga di Animali Fantastici.

Nel libro alla vicenda non è dedicato molto spazio – giustamente, perché questa, a tutti gli effetti, è un'altra storia.

I drammatici eventi che, verso la fine del XIX° secolo, hanno sconvolto la vita della famiglia Silente vengono narrati da più voci, da chi, in modo più o meno diretto, ne è stato testimone. Un primo accenno lo possiamo trovare nel racconto di Elphias Doge, amico di Silente fin dai tempi in cui entrambi erano studenti, il quale disegna un ritratto assai lusinghiero del defunto preside di Hogwarts. La parola passa in seguito a Rita Skeeter, e alla pungente biografia da lei scritta, "Vita e menzogne di Albus Silente", attraverso le cui pagine – e grazie ai ricordi di una Bathilda Bath particolarmente loquace (e sotto l'effetto di un'abbondante dose di Veritaserum) – veniamo a sapere per la prima volta dell'amicizia che, nella lontana (lontanissima) estate del 1899, ha legato indissolubilmente il destino di Silente a quello di Gellert Grindelwald, famoso nel mondo magico per essere stato uno dei Maghi Oscuri più potenti mai esistiti, secondo soltanto a Lord Voldemort, e sconfitto proprio da Silente nel 1945 in quello che possiamo ragionevolmente presumere sia stato un duello epico. Il nostro sgomento nell'apprendere la notizia è stato forse pari, se non superiore, a quello dello stesso Harry, e acuito maggiormente quando Aberforth, e poi Albus in persona, confermano che, sì, questa amicizia effettivamente c'è stata e ha portato, unitamente a un insieme di sfortunate circostanze, alla più tragica delle conseguenze, la morte della piccola Ariana. 

Malgrado alla fine, unendo tutti i frammenti, si abbia un quadro abbastanza chiaro di quanto accaduto, è allo stesso tempo innegabile che sussista un ampio margine per una riscrittura della storia, che ha cominciato ad assumere contorni più nitidi...

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Malgrado alla fine, unendo tutti i frammenti, si abbia un quadro abbastanza chiaro di quanto accaduto, è allo stesso tempo innegabile che sussista un ampio margine per una riscrittura della storia, che ha cominciato ad assumere contorni più nitidi (o più fumosi, dipende dai punti di vista) proprio a partire dall'uscita nelle sale cinematografiche de "I crimini di Grindelwald"; benché io sia convintissima che ciò che è successo tra Silente e Grindelwald rimarrà tra Silente e Grindelwald (è possibile che nemmeno a Newt venga dato modo di capire a fondo la reale portata di questa relazione), confido che invece a noi, appassionato pubblico in sala, non resterà più alcun dubbio riguardo alla storia di cui saremo spettatori. E considerando le parole della stessa autrice, non vedo motivi validi per non aspettare di trovarci davanti a una vera e propria storia d'amore. Tragica, appassionata, forse – forse – sbagliata (ma noi non siamo qui per giudicare) eppure sempre, inequivocabilmente, una storia d'amore. Sia chiaro, il fatto che i protagonisti siano due uomini non smuove di un millimetro il punto in questione. Direi che siamo tutti maturi abbastanza per accettare che un amore omosessuale abbia la stessa legittimità di esistere e di essere rappresentato anche – e soprattutto – in una saga in grado potenzialmente di raggiungere milioni di persone nel mondo.

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