Capitolo 9

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Il mattino successivo Jotaro si svegliò prima del suono della sveglia. Aprì lentamente i suoi splendidi occhi verde acqua ed iniziò a stropicciarli per abituarli alla luce del sole, che filtrava pigramente attraverso le tende, illuminando la stanza.

Lui e Ryn erano nella stessa posizione in cui si erano addormentati, con JoJo che, appoggiato sul suo petto, la avvolgeva con le braccia, mentre lei gli teneva una mano tra i capelli e una a circondargli le spalle ampie.

Si sentiva parecchio in imbarazzo ora che aveva realizzato cosa fosse realmente accaduto, ma ormai il dado era tratto e non poteva di certo cancellarle la memoria, o tornare indietro nel tempo, quindi doveva accettare le conseguenze di quelle azioni smielate che il cuore lo aveva portato a compiere.

Guardò in su, vide uno scorcio del suo viso addormentato e sembrò che tutte le sensazioni ed i pensieri negativi che lo stavano fastidiosamente tormentando sparissero. Ryn aveva la capacità di rendere giusto ogni suo gesto, di fargli sentire che qualsiasi cosa accadesse fosse naturale e scontata, e ciò per lui valeva tantissimo, perché se non fosse stato per questa sua strana abilità, probabilmente non si sarebbe mai spinto a tanto.

Per evitare comunque l'imbarazzo di svegliarla e farsi trovare ancora in quella posizione, con un evidente alzabandiera mattutino nei pantaloncini, decise di abbandonare le coperte calde e chiudersi in doccia.

Si prese tutto il tempo per rivivere le emozioni vissute poche ore prima, cercando di dimenticare l'incubo che lo aveva svegliato, e mentre si risciacquava avvertì il suono fastidioso e trillante della sveglia, subito seguito da una colorita imprecazione, segno che qualcuno di là si era svegliato.
Una volta uscito dalla doccia si rivestì e si fece la barba, preparandosi psicologicamente ad affrontare Ryn dopo i trascorsi di quella notte.

Uscì dal bagno e lei, ancora seduta nel letto, non poté fare a meno di pensare che non fosse mai stato così figo. I pantaloni neri mettevano in risalto le gambe muscolose, le due cinture che li tenevano su parevano voler essere immediatamente slacciate per permettere a ciò che c'era sotto di uscire, cosa che valeva allo stesso modo per gli addominali e il resto del petto scolpito, che sembrava non aspettasse altro che mostrarsi al mondo attraverso la maglietta beige.
Aveva i capelli ancora bagnati e alcune ciocche ricciole gli ricadevano sulla fronte, facendo risaltare gli occhi chiari. Profumava sfacciatamente di dopobarba e aveva le guance perfettamente lisce come quelle di un bambino, cosa che lo rendeva ancora più attraente di quanto già non fosse.

Ryn non sapeva se al mattino il corpo creasse automaticamente qualche strano picco ormonale, ma gli sarebbe volentieri saltata addosso. Sperò con tutta sé stessa che il modo famelico con cui lo aveva squadrato non fosse stato notato, anche se dovette ammettere che probabilmente il suo sguardo fosse stato fin troppo eloquente.

Forte di questo pensiero le si imporporarono le guance, e dopo aver mormorato distrattamente un buongiorno poco convinto, si fiondò in bagno, cercando ancora di togliersi dalla mente l'immagine di quel giovane così bello e affascinante.

Decise che l'avrebbe ripagato con la stessa moneta però, e dopo una doccia veloce si rimedicò la ferita al fianco ed iniziò a truccarsi. Non lo faceva spesso, ma non era totalmente sprovveduta a riguardo, anzi, tutt'altro.
La sua mano ferma tracciava linee sicure di eyeliner, e il piegaciglia, abbinanto ad un buon mascara, riusciva a fare miracoli anche sulle sue ciglia dritte.
Non aveva bisogno del rossetto perché la sua pelle chiara non gli permetteva una grande scelta di colori che si intonassero ad essa, quindi le lasciava sempre al naturale.

Dopo aver calzato i suoi adorati stivali, indossò un paio di shorts di pelle nera che si allungavano lungo le cosce con un sensuale intreccio di cinghie, abbinati ad un top bianco.
Indossò tutti i suoi amati gioielli, sì improfumò e poi uscì, fiera del risultato.

MERMAID | Jotaro KujoWhere stories live. Discover now