Capitolo 10

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Passai la giornata intera a studiare in camera, visto che ero rimasta un po' indietro col programma.
Trattavamo un po' tutti gli argomenti alla U.A.
Per i nostri professori, nonché Pro Hero, era importante darci una cultura generale su tutto. La mia materia preferita era Storia Internazionale dei Pro Hero, nella quale si studiavano tutte le imprese dei Pro Hero più rilevanti della storia.

Dopo cena, ci fermammo a fare le solite due chiacchiere prima di andare a dormire.

"Ochako, raccontaci un po'. Questo interesse verso Midoriya da dove è nato?"
Chiesi io.

"Andiamo molto d'accordo in realtà, lui è davvero molto dolce e ingenuo. Credo sia ancora vergine, francamente parlando!"
Disse portandosi una mano al mento.

"Denki non lo è. Mi ha detto di aver avuto una ex, ma ha cambiato subito argomento quando ho cercato di approfondire."
Disse Jiro smanettando sul telefono.

"Io credo che Kacchan sia gay!"
Esclamò Tsuyu
"O, almeno, bisessuale".

"Avete notato anche voi che, quando c'è Kirishima nei paraggi, è diverso? Tipo più calmo."
Continuò Uraraka.

"Se entrambi fossero bisessuali, gli chiederei di fare una cosa a tre, detto tra noi!"
Esclamai bevendo un sorso d'acqua.
"Resta il fatto che non credo sia gay, altrimenti non mi avrebbe detto quelle cose stanotte"
Continuai.

"Ok, forse è meglio che me ne vado, di nuovo" Disse Iida.

Tsuyo lo prese per il braccio e lo trattenne.

"Cosa ti avrebbe detto? Tu resta qui, abbiamo bisogno di un parere maschile"
Disse rivolgendosi prima a me e poi a Iida.

"Cose tipo che si diverte ad umiliarmi, ma credo sia dovuto all'alcol !"
Dissi sminuendo la cosa.

In realtà, aveva avuto tutto un altro effetto su di me.

"In vino veritas, (T/N). Credo che l'interesse sia ricambiato a questo punto. Ti ha rifiutato solo per portarti rispetto. Su questo sono d'accordo con il discorso di Tsuyu fatto a pranzo."
Disse Iida
"Ora posso andare? Mi mettono a disagio i vostri discorsi!"
Continuò.

"Forse è meglio andare a letto, domani abbiamo lezione!"
Dissi io alzandomi dalla sedia.

Ci augurammo la buona notte e andammo ognuno nelle rispettive camere.

Il giorno dopo, in classe, stavano spiegando equazioni di secondo grado e roba di matematica.
Detestavo quella materia, non mi era mai piaciuta. In più avevo sonno, in quanto non ero riuscita a dormire bene, quella notte.

Durante la pausa pranzo, raccontammo ai compagni di classe che non vennero alla festa quello che era successo.

"Avreste dovuto vedere Bakugou che cucinava i pan cake in mutande. Che ridere!"
Disse Uraraka prendendosi gioco di lui.

Avrei preferito non dicesse a tutti del fatto che aveva dormito da noi.
Guardai Bakugou che, nel frattempo, si alzò.

"Tzh, fottiti! Non ho intenzione di sprecare tempo a parlare con voi idioti, me ne vado."
Disse dandoci le spalle e andandosene.

"Si sarà offeso?"
Chiese Tsuyu.

Decisi di correre da lui, sapevo che si sentiva ferito nell'orgoglio.

"Ehi Bakugou, senti non la dar retta ad Ochako, a volte non pensa a ciò che..."

"Non me ne frega un emerito cazzo di voi. E tu, razza di rincoglionita, scendimi di dosso!"
Disse spingendomi.

"Oi! Dai Bakugou, non essere drammatico!" Esclamai tirandogli il braccio.

Mi mise una mano al collo.

"Ascoltami bene, mentecatta del cazzo. Forse non ti è ben chiaro che non me ne frega un cazzo di te e di quei quattro cretini dei tuoi amici. Sparisci dalla mia cazzo di vista e lasciami stare, una volta e per tutte!"
Gli tirai uno schiaffo.

Lo schiocco fu così forte che si girarono tutti a guardarci.

"Stai tranquillo, tolgo subito il disturbo!"

Mi girai e mi incamminai verso il tavolo. Mi ero scocciata di rincorrere un bambino.

"CREDI DI POTERMI UMILIARE COSÌ E ANDARTENE?"
Mi urlò.

Lo ignorai e proseguii. Mi lanciò una lattina vuota contro, colpendomi alla testa.

"STO PARLANDO CON TE, RAZZA DI IDIOTA, SEI SORDA?"
Continuò.

Mi girai verso di lui. Non riuscii a trattenere la rabbia. Presi la rincorsa e caricai un pugno. A pochi centimetri da lui, fui riportata indietro da una garza. Era il Professor Aizawa che intervenne.

"Adesso basta, tutti e due. Dal Preside, immediatamente!"

Per colpa di quel deficiente per poco non rischiavamo la sospensione.

Usciti dall'ufficio, ci girammo le spalle e, senza salutarci, ce ne andammo. Col cazzo che gli sarei corsa dietro di nuovo.
A cosa diavolo stavo pensando quando immaginavo di scoparmelo?

Tornata a casa, mi beccai un ceffone sulla nuca da parte di Jiro.

"Due bambini. Tu e lui!"
Mi urlò contro.

Mi andai a rinchiudere in camera.
Non capii nulla di tutto quello che era successo. Volevo soltanto dormire e non pensarci più.

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