Capitolo 35

546 21 1
                                    

Al mio risveglio, Kacchan non era più lì.
Aveva lasciato un biglietto sulla mia scrivania con su scritto che aveva preparato dei pan cake per tutte noi.
Il mal di testa del post sbornia si fece sentire poco dopo. Mi diressi in salotto per fare colazione.
Nessuna aveva una bella cera e, per di più, avanzarono dei pan cake, in quanto, alcune di noi, avevano la nausea.

Le lezioni furono più pesanti del solito e, nonostante l'aspirina, i dolori non erano ancora del tutto passati.
Jiro e Momo si addormentarono persino sul banco.
L'unica che sembrava stare meglio di noi altre era Tsuyu. Questo perché aveva passato la maggior parte della nottata a vomitare nel bagno della discoteca, liberandosi di ogni minima particella di alcol che era presente nel suo corpo. Nonostante tutto aveva una faccia cadaverica dovuta alle poche ore di sonno.
Bakugou, stranamente, sembrava abbastanza in forma.

Durante l'ora di pranzo, decidemmo di presentarci in infermeria, in particolar modo Jiro, che quella sera stessa aveva un appuntamento con Denki.
Quella nonnetta faceva miracoli.
Nel corridoio che portava alla nostra classe, allestirono un banchetto per la vendita dei biglietti per il galà, dove Ochako e Deku ne stavano giusto acquistando un paio.
Ne approfittai per comprarne uno anch'io e fare quattro chiacchiere con i ragazzi.

Midoriya aveva organizzato un weekend fuori con Uraraka, nel fine settimana. Sarebbero partiti il giorno dopo l'evento, per recarsi in un onsen situato in un piccolo paesaggio di montagna, prima del Natale*.

"Perché tu e Bakugou non vi aggiungete a noi?"
Chiese Deku sorridendomi.

Mi sembrò una buona idea. Tra l'altro, Kacchan sembrava essere abbasta stressato, in quel periodo, dati i precedenti esami e quant'altro. Una pausa era proprio quello di cui aveva bisogno.

Finite le lezioni, mi fermai ad aspettarlo all'ingresso dell'accademia, con l'intenzione di parlargli sia del weekend che dell'evento.
Dopo aver avuto conferma del fatto che non avesse altri impegni per il fine settimana, gli feci la proposta.

"Essendo che, ultimamente, abbiamo avuto entrambi una vita abbastanza frenetica, che ne dici di passare un weekend fuori ?"

"Che hai in mente ?"

"Uraraka e Deku andranno all'onsen di Kigomuri, questo weekend, e mi hanno proposto di andare con loro estendendo l'invito anche a te..."

"Che si fottano lei e quel fallito di Deku. Non credo che la sua presenza possa alleviare il mio stress!"
Sbuffò.

"Non fare così, pensa alle acque termali ed al villaggio innevato. Non sembra l'immagine perfetta per rilassarci come si deve? Andiamo, lo so che infondo vuoi andarci anche tu."
Dissi strattonandolo per il braccio.

"Vacci da sola, io con quello non voglio averci niente a che fare."
Puntò i piedi per terra.

"Ok, allora immagina me in costume. L'acqua calda delle vasche. Io che mi immergo lentamente in acqua avvicinandomi a te, portandoti del tè verde e sussurrandoti all'orecchio «mi permette di farle un massaggio alla schiena, mio unico Padrone?»"

Arrossì.
Si prese del tempo per pensarci sù.
Mi guardò ed esclamò:

"Al diavolo Deku e la sua puttana, se hai intenzione di servirmi e riverirmi come fossi il tuo Dio, ci vengo!"
Sogghignò.

Iniziai a saltare dalla gioia.
Ero così felice di averlo convinto, che, presa dall'entusiasmo, gli presi il volto tra le mani e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra.
Fu un attimo.
Lo guardai impaurita. Aveva gli occhi sbarrati e la faccia disgustata.

"S-scusa, Kacchan, io non volevo... ti prego..."
Mi afferrò i capelli dalla nuca.

Si avvicinò posizionando la sua fronte alla mia.
Grugnì.

"K-K-Kacchan, sono io... sei al sicuro. Sono io, calmati."

Mi spinse e se ne andò, senza dirmi niente.
Avevo appena rovinato un momento di felicità con un semplice e piccolo gesto, ai miei occhi innocuo.
Lo guardai allontanarsi a passo svelto, in direzione del parcheggio. Diede un calcio ad un vaso, distruggendolo in mille pezzi e si fermò a guardare il disastro che aveva appena fatto. Corsi verso di lui.
Mi fermai ad un paio di metri di distanza.
C'era un silenzio assordante. Si poteva udire soltanto l'ansimare affannoso di Bakugou.
Tirò un sospiro e si girò a guardarmi.

"Che c'è, ti spavento?"

"No. Mi fido di te."
Dissi mantenendo un tono basso.
"Mi dispiace Kacchan, ero presa dall'euforia e non mi sono saputa controllare."

"Vedi di controllarti, perché la prossima volta non so se riuscirò ad essere razionale."

"Kacchan, andiamo... era un qualcosa di innocente. Non c'è bisogno di-"

"Questa è la tua fottutissima visione della cosa, cazzo. Ti ho già espresso più volte come la penso e tu, dicendo così, non fai altro che mancarmi di rispetto. Una fottutissima cosa ti ho chiesto di non fare. È così che funziona con te, ah? Io faccio di tutto per far funzionare le cose e tu mi manchi in continuazione di rispetto? Partendo da stanotte che  non mi hai risposto alle chiamate, quando nel cuore della notte quel coglione di Toteki mi aveva mandato quella foto di te e Shindo, arrivando fino a questo."

"Ti prego, Kacchan... non succederà più."
Sentivo un nodo formarsi alla gola.

Non mi rispose. Si girò al lato opposto dandomi le spalle.

"Che ne dici di passare da me?"

"Voglio stare da solo."

Quell'esclamazione mi causò una fitta al cuore.

"Cosa posso fare per rimediare ?"
Dissi trattenendo le lacrime.

Scosse la testa e si incamminò verso la macchina.
Non so cosa mi prese in quel momento, ma dalla mia bocca uscì un'affermazione che mi mise i brivi pochi istanti dopo averla pronunciata.

"Puniscimi!"

Kacchan si fermò. Girò la testa verso di me.

"Tzh... non provocarmi."
Rispose.

"Fai di me ciò che vuoi..."

Era la paura di perderlo che stava parlando, sovrastando la ragione. Ho visto tante persone nel corso della mia vita allontanarsi a causa del mio egoismo. Non volevo aggiungere anche lui alla lista. Non lui. Non la persona che mi aveva fatto sentire viva, dopo tanto tempo.

"Sali in macchina."

°°°°

Piccola precisazione:
*Il Natale in Giappone non è festa nazionale e quindi le scuole e gli uffici sono generalmente aperti. Il periodo natalizio è però abbastanza sentito dalla popolazione giapponese, anche se in modo differente rispetto all’occidente. Il Natale è visto dai giapponesi come un periodo di felicità diffusa piuttosto che una celebrazione religiosa (in realtà sempre meno sentita anche da noi).

Per saperne di più:
https://www.sognandoilgiappone.com/natale-in-giappone/

MAKE ME EXPLODEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora