Capitolo 43

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Circa cinque anni dopo
Mi siedo sulla poltrona e sospiro, sono esausta, me ne andrei tranquillamente a letto, ma credo sia arrivato il momento di fare un certo discorsetto a Caleb e Hunter.

Sono passati all'incirca cinque anni dal ritorno nella mia vita di Caleb e dal ritorno anche di Hunter, e direi che le cose non potrebbero andare meglio: io e Caleb siamo più innamorati che mai, viviamo ancora nella casa che ho comprato io anni fa e abbiamo avuto un'altra figlia, Azalea, che ora ha tre anni. Quando ho scoperto di essere incinta ero felice quando preoccupata, perché avevo paura che si sarebbe ripetuto ciò che è accaduto anni fa quando ero incinta di Sophia, invece Caleb mi è rimasto accanto in ogni momento. È venuto con me a tutte le visite, era con me in sala parto, e adora nostra figlia, così come adora Dylan e Sophia. Ora Dylan ha tredici anni, a breve compirà quattordici anni e poi andrà al liceo, come Caleb ama il football, mentre Sophia ne ha undici, ha superato il primo anno di scuola media, è molto studiosa come lo ero io ed è dolcissima con tutti, anche con chi non se lo merita... e poi c'è Hunter. So che è strano avere in casa il proprio ex, padre biologico del proprio figlio, ma noi siamo una grande famiglia e lui e Caleb hanno stretto una grande amicizia, per fortuna. Non credo che resterà qui per sempre, ma ha la sua stanza, gli piace stare vicino ai bambini, e a noi non dà fastidio.

«Ragazzi, potete concentrarvi su di me per un secondo?» chiedo loro, che sono sul divano a guardare una partita.

Nell'ultimo periodo penso spesso a Dylan e a come abbiamo fatto la sua conoscenza, e mi sembra giusto parlarne con loro due per capire se, secondo loro, sia giusto parlarci e dirgli la verità. È un ragazzino molto maturo per la sua età, e credo che sia giusto che conosca la sua storia.

«Ti si sono rotte le acque?» mi chiede Hunter facendo voltare anche Caleb.

«No, cretini, sono al sesto mese di gravidanza.»

Sicuramente dopo il quarto figlio ci fermeremo, e sinceramente non avrei nemmeno mai pensato che saremmo arrivati al numero quattro, eppure...

Visto che si sono voltati di nuovo verso la tv, mi allungo a prendere il telecomando e spengo, quindi entrambi si guardano l'un l'altro pensando che sia stato uno dei due a spegnere per sbaglio, ma alla fine si rendono conto che è stata la sottoscritta, visto che Caleb si allunga per cercare di riprenderlo, ma io lo nascondo dietro alla mia schiena.

«Giuro che se segnano mentre è spenta stanotte ti faccio dormire sul divano.» mi dice Caleb.

«Volevo parlare con voi di Dylan.» dico loro, fregandomene di ciò che ha detto.

Dopo che è nata Azalea Caleb è riuscito a dare il suo cognome sia a Dylan che a Sophia, era ciò che desiderava e ci è riuscito.

«Se pensi che sia arrivato il momento di fargli quel discorso, penso sia meglio che lo faccia Caleb.» mi dice Hunter.

«Cosa? No! È imbarazzante, e l'altro giorno è pure venuto a chiedermi se lo avevamo fatto a quindici anni. Cazzo, non ci ho pensato, e se mettesse incinta una?» chiede Caleb facendo andare nel panico pure Hunter.

Ma sono scemi?

Sicuramente, più avanti, farò un discorso riguardo al sesso sicuro sia a Dylan che a Sophia, ma per ora la cosa più importante mi sembra parlargli della sua vita.

«Non sarete voi a parlarci e, comunque parlo di Layton, e a questo punto anche di te, Hunter. Vorrei che sapesse la verità su tutto.»

«Perché?» chiedono all'unisono.

Okay, all'inizio si odiavano, poi sembrava andassero d'accordo solo in nostra presenza, poi dal nulla hanno stretto amicizia e ora sembrano un'unica persona.

«Perché è giusto così, secondo me. Posso contare sul vostro appoggio, oppure devo fare tutto da sola?» chiedo sperando che la pensino come me.

«Va bene, sarebbe peggio se lo scoprisse da solo.» tiro un respiro di sollievo, per quanto riguarda Hunter.

«Va bene anche per me, ma glielo dici tu, vero?» mi chiede Caleb.

Almeno sono entrambi d'accordo...

Se un giorno Layton dovesse tornare, anche se non penso che accadrà visto che è scomparsa da undici anni, lui almeno sarebbe preparato e non penserebbe che lo abbiamo preso in giro, anche se, naturalmente, se ce lo terremmo per noi sarebbe soltanto per proteggerlo.

«Sì, non preoccupatevi. Ora posso chiedervi due favori prima che vi faccia continuare la partita?» chiedo loro, che annuiscono, ma è chiaro che vorrebbero insultarmi: «Sono stanca e voglio andare a sdraiarmi, potete guardare Azalea e andare a prendere Dylan più tardi al centro commerciale?»

«Perché è al centro commerciale?» mi chiede Caleb.

«Ricordate che dopo pranzo ho accompagnato io lui e il suo amico che volevano farsi un giro? Ti ha pure chiesto dei soldi.» non posso credere che se lo siano dimenticati, ma è tutta colpa della tv.

Di solito dicono sia a Sophia che a Dylan di non stare troppo davanti alla tv e si arrabbiano se la guardano troppo, eppure loro fanno lo stesso, e, per di più, quando trasmettono delle partite, non si rendono nemmeno conto di ciò che gli succede intorno.

«Sophia dov'è?» mi chiede invece Hunter.

«Oh mio Dio, io... io... io non ho più parole.» dico alzandomi e andando a prendere Azalea: «Sophia ieri è partita per fare un campeggio con le sue amiche e alcuni genitori, torna domani.»

«Ieri?» chiede Caleb sorpreso.

«Torna domani?»

«Devo iniziare a togliervi la tv come faccio con Dylan.» metto tra di loro Azalea che si mette a piangere, ma io vado verso le scale per andare al piano di sopra.

«Bristol, cazzo, hanno segnato!» si lamenta Caleb mentre sua figlia piange e cercano entrambi di calmarla.

Sorrido e trattengo le risate fin quando non arrivo di sopra.

Sono un bravo papà e un bravo zio, capisco che, quando non lavorano, vogliano guardare ciò che gli piace, ma devono anche capire che non posso farcela tutta da sola.

Nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora