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Misty fu svegliata fastidiosamente dalla lama di luce che penetrava da sotto la veneziana della finestra.

Nella penombra, Intravide la ragazza vestirsi, ri infilarsi quella semi inesistente gonna che la notte prima era stata la scintilla del suo arrapamento.

"Sto andando, è mattina. Grazie per la nottata.. Sei una cazzo di Dea del sesso.

Ciao"

"Uhm.. Ciao" mugugnó infastidita Misty, per essere stata svegliata.

Si rigiró dall'altra parte rispetto il fascio di luce, ma comunque non riuscì a riprendere sonno.

Cosi, a fatica barcollando si rimise in piedi, si vestì, pettinó i capelli corti indietro e incontró il suo riflesso nello specchio; tralasciando il suo aspetto trasandato da post sbornia e post scopata brutale, si poteva dire che Misty fosse proprio una bella ragazza. Di quelle trasgressive, forti ed emancipate che spaventano un po. La sua corporatura snella, tonica e leggermente muscolosa le conferiva ancora di più l'aria di una dura da non infastidire.

Il volto, delicato e allo stesso tempo androgino rendeva particolare il suo aspetto. Era molto affascinante. E i suoi occhi.. Con quegli occhi avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Avrebbe potuto uccidere.

Erano freddi e profondi allo stesso tempo. Neri come la pece, con  quel
luccichio folle che le sfrigolava dentro come una fiammata di pazzia e odio misto a tutta la rabbia che aveva accumulato nella sua vita.

Era uno sguardo ipnotico e pericoloso, con quegli occhi a mezz'asta da rapire l'attenzione di chiunque.

Sorrise a quella versione sfatta di se, e finì di spazzolarsi i capelli neri a ciocche bordeaux dietro le orecchie dove finivano.

Amava i capelli lunghi, tagliarli fu una scelta pratica ; non poteva permettersi altre debolezze verso Mark, che più volte l'aveva afferrata per la lunghezza dei capelli, per agguantarla.

Cosi si sentiva più in controllo di se stessa, anche se era solo una stupida convinzione, la facevano stare meglio.

Scacció l'immagine di quel sudicio porco dalla sua testa, si rolló una sigaretta ed uscì nel tepore della mattina.

Decise di non fare colazione, era ancora scombussolata dall'alcol, così si diresse ai bordi della piscina sul retro, meditando se fare due bracciate e lavare via il sudiciume e la lussuria della notte prima.

Si ritrovó inconsapevolmente sul bordo, a gambe incrociate, mentre fissava distratta il proprio riflesso fumare, guardarsi dall'acqua.

Non si accorse infatti, che qualcuno la stava osservando poco più in là, al lato opposto del bordo, avvicinandosi curiosa a lei.

"Devo preoccuparmi sul fatto se commetterai un suicidio buttandoti in questa triste piscina?" esclamò ironica una voce limpida e fresca come quella mattina.

Misty fu richiamata dolcemente in modo inaspettato al bordo di quella piscina.

Spostó lo sguardo dal suo riflesso alla ragazza in controluce.

Quando riuscì a identificarla, adornata dai raggi del sole, si rese conto che era la stessa ragazza del giorno prima, in coda con quelli che dovevano essere i suoi genitori.

"Fidati che se mi odiassi da volermi suicidare, non mi odierei così tanto da ammazzarmi in questa bettola." aspiró un'altra boccata di fumo.

L'altra rise. Era davvero bella. Ma non riusciva a capacitarsi cosa di lei la colpisse così tanto da provare l'interesse di scrutarla con maggiore attenzione.

The adventures of MistyWhere stories live. Discover now