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«Ti bacio finché non nasciamo di nuovo, insieme, noi due.»
Layla è lacerata dal dolore, quello più profondo che esista. Vive tra le tende del circo presso cui lavora, il Cirque des Fleurs. A distanza di due anni dalla tragi...
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Layla
Dubois, a causa di accertamenti medici, non parteciperà alla riunione. Di conseguenza, il compito di coordinarci sarà affidato esclusivamente a Melinda. Ora è seduta a gambe incrociate tra gli alberi. Il colore mogano della sua folta chioma, acconciata in onde perfette, quasi si fonde con le sfumature autunnali degli alberi.
Ollie ed io ci facciamo strada e raggiungiamo la seconda fila, dove Lorenzo è già seduto tra i rovi, con il suo spolverino rosso lievemente appoggiato sulle spalle.
Sì, indossiamo gli stessi spolverini: il mio è giallo, quello di Ollie è viola e anche Namira aveva il suo, azzurro. Li abbiamo acquistati più di otto anni fa da un mercatino in Italia, quando i dolori non ci sfioravano ancora e la frattura del nostro quartetto sembrava solo una possibilità lontana.
Lorenzo scarabocchia qualcosa sulla pagina bianca del suo quadernino e anche noi, dopo esserci seduti per terra, estraiamo i nostri dalle tasche, pronti a prendere appunti.
Melinda, nel frattempo, chiude gli occhi e soppesa l'ossigeno, che pare scorrere come un fiume invisibile dal naso fino all'addome in perenne movimento. Si abbandona a una sorta di trascendenza, con la schiena dritta e il volto inclinato verso il cielo cupo. Forse sta meditando per affrontare la riunione con il giusto approccio mentale?
«Sei noto per essere nato da un fiore di loto, circondato da un corteo di innumerevoli dakini» recita ad alta voce, scatenando il fragore nasale di Ollie, in preda a una lieve risata. «Imitare te è la mia pratica. Per favore, vieni a elargire benedizioni.»
«Tra poco ci proporrà la Tavola Ouija, me lo sento!» bisbiglia il mio migliore amico, dopo essersi avvicinato al mio orecchio.
«Calmati. Sarà buddista» gli spiego, coprendomi le labbra con la mano.
«Ah, ecco. Abbiamo la nuova Namira.»
Mi volto e osservo gli inglesi che, assorti nella loro introspezione, si tengono per mano.
Beh, che dire.
Non è qualcosa che si vede tutti i giorni.
È una scena molto suggestiva.
«Ma i dakini che diavolo sono?» sussurra Lorenzo, guardandomi perplesso.
Dovrei rispondergli?
Certamente no.
Il momento mistico si avvia alla conclusione in meno di un minuto. Una scimmietta raggiunge Melinda e inizia a saltellarle su una coscia. Lei le accarezza la testolina e le parla con dolcezza. «Su, vai da Scarlett, Scorbuto.»
Sco.... che?
Ed è quando l'animale si dirige verso la prima fila dall'altra parte, che Ollie decide di attirare l'attenzione sventolando una mano in alto.
Chinando la testa verso il suolo per la vergogna, bofonchio un «Che fai?», mentre sento Lorenzo condividere il mio disagio con uno sbuffo di tensione.
«Fammi fare ciò che mi riesce meglio: il pagliaccio. Shh!» mi dice Ollie, e io lo osservo di sbieco: il suo sorriso è talmente smagliante da far impallidire persino il Joker. Impossibile passare inosservato.
Le sue movenze esagerate, infatti, catturano subito l'attenzione di Melinda, che lo intercetta e gli fa un cenno con il capo. «Tu, con lo spolverino viola. Puoi parlare.»
Sento il grido della scimmietta e, per questo motivo, rivolgo lo sguardo verso di lei. È tra le braccia di una ragazzina dai lunghissimi capelli biondi come il grano.