Epilogo. -Finale

1.8K 43 8
                                    

La luce calda del Sole filtra dalla finestra e accarezza la pelle chiara di Alan. Per tutta la notte mi ha stretta a lui e mi ha dato tutte le attenzioni possibili; sentivo delle sensazioni così belle, che mi sembrava impossibile vivere tutto questo.

Mi schiarisco la voce e mi sollevo lentamente cercando di non svegliarlo, mi sistemo i capelli e mi dirigo verso il bagno, ma senza prima aver guardato l'ora, è ancora presto e l'orologio segna le 8 del mattino.

Mi fisso allo specchio e noto i succhiotto della notte precedente, le occhiaie sotto gli occhi e infine i capelli arruffati. Mi sciacquo la faccia e proseguo con il lavare i denti, e nonostante cercassi di non pensare alle mille porcherie che Alan mi aveva sussurrato all'orecchio, non riuscivo proprio a non pensarci.

Cambio i miei vestiti e scendo al piano di sotto iniziando a preparare la colazione, anche de devo ammettere di essere proprio una frana con i fornelli, ma per questa volta ci avrei provato.

Passa circa mezz'ora e inizio ad udire dei passi avvicinarsi a me e stringere i miei fianchi, come immaginavo, poggia le labbra sul mio collo e comincia anche a succhiare un lembo di pelle. Mi stringo a lui e con la coda dell'occhio vedo come fissa la sua intimità toccarmi.

"Non stringerti, perché questa posizione gioca a mio vantaggio." Sussurra.

"È una minaccia?"

"Prendila come vuoi, ma stai ferma." 

"Altrimenti?" 

Senza perdere tempo, mi afferra dai fianchi e mi gira difronte a lui, fa lo stesso con le mie coscienze facendomi sedere sul piano cottura della cucina. Circonda il mio collo con le dita e avvicina il mio volto al suo, baciandomi.

Scende sul mio collo, fino ad arrivare alla clavicola.

"Cazzo, sei bellissima. Sembri disegnata." Porto la mia mano sul suo collo stringendolo a me e allacciando le mie gambe intorno al suo bacino, lo porto vicino al mio corpo sentendo la sua erezione e la mia eccitazione aumentare.

Nel frattempo sentivo anche come l'odore di bruciato riempiva la cucina.

"Cazzo!" Lo allontano e scendo dal piano cottura, togliendo dalla padella la crepes. "Che pasticcio." Sbuffo e con la prima cosa che riesco a prendere cerco di togliere l'impasto appiccicato alla superficie della padella.

"Jaa, non sai cucinare? Come faccio a sposarti?" 

"Prenderemo una cuoca." Getto la padella, sporca e puzzolente, dentro il lavandino e stringo le braccia al petto con un broncio.

Alan mi fissa con un sorriso divertito e afferra il suo telefono, costoso tanto quanto un polmone e quattro case; intuisco che chiama qualcuno e subito risponde ordinando la colazione.

Dopo aver chiuso la chiamata mi voto verso di lui e lo guardo con un sorriso, avanzo dritta verso la sua direzione e lo abbraccio, lui ricambia poggiando la sua mano sui miei capelli e lasciando un bacio a stampo sulla mia fronte.

"Mi stai facendo scoprire nuove emozioni. Qualcosa che non si era mia verificato dentro di me. FI dico grazie, perché fino ad ora, ho sempre valutato la donna come qualcosa da evitare, poiché può stravolgerti la vita in qualcosa di impossibile da affrontare. Ma mi sono sbagliato. Tu mi hai insegnato ad amare me stesso e aiutare chi ne ha bisogno." Si ferma ed io alzo il volto.

"Ammetto di aver sempre desiderato una regina al mio fianco,  che fosse guardata da tutti ma che nessuno potesse toccare. Nicolaya, io ti devo tanto. Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Ho sempre avuto paura di dimostrare ciò che provavo, sopratutto davanti ai miei amici, ero come tentato di non dire niente perché altrimenti mi avrebbero considerato una femminuccia." Fissa i miei occhi e continua con le parole.

"Ma con te non ci sono proprio riuscito, cazzo. Era qualcosa che doveva essere mia, l'ho pensato fin dal primo momento, io non riesco a starti lontano un'attimo." Il suo pollice accarezza la mia guancia mentre studia il mio volto.

"Non sono un ragazzo facile, sono una persona con scatto di ira che tu riesci a calmare. Mi basta pensarti per poter calmare il mio umore, un po' come Lucia nei pensieri di Renzo, lei è stata sempre rappresentata come una musa portante solo emozioni positivi. Ed è quello che tu sei per me, sei così unica, cazzo."

"Ti prometto che starò al tuo fianco, senza mia farti versare una lacrima, cercherò di essere la persona che dovrà spaccare il culo a chiunque prova a farti soffrire o sfiorarti. Tu per me sei tutto ciò che mi rimane, sei la donna che voglio al mio fianco." 

"Nicolaya, credo che queste parole neanche bastino per dirti quanto cazzo ti vali per me." Afferra il mio volto e mi bacia, le sue labbra morbide e calde toccano le mie, facendomi sentire tanti brividi." 

"Alan, io-" Mi blocca e poggia il suo indice sulle mie labbra.

"Io mi sono sentito in dovere di dimostrarti e dirti quanto tu sia importante per me, ma tu- tu non ne hai bisogno. Mi hai dimostrato così tante cose in poco tempo che sembri quasi essere parte integrante della mia vita da un'eternità." 

Sfiora la punta del mio naso con la sua e chiude gli occhi.

"Ti amo Nicolaya." 

"Ti amo come il sesso che faccio con te." Ride a crepapelle ed io gli do uno schiaffo scherzoso sulla spalla.

Si allontana da me iniziando a correre e lasciando andare verso di me, tutti i cuscini sul divano. 

"Sei uno stronzo, Alan!" 

Arriva il momento in cui ciò che poteva lanciare, per evitare che io mi avvicinassi, finì e si ritrovò costretto a ridere a indietreggiare.

"Jaaa, non ti avvicinare così, non riesci a resistermi." 

Alzo un dito medio e le sue risate non fanno altro che aumentare e rendermi impossibile l'obbiettivo di restare seria. 

"Sei una merda Alan Haywood!" Faccio per girarmi, ma mi afferra, appoggiandomi al muro e lasciando pochi centimetri tra i nostro volti.

"Ti ho detto che ti amo e mi dici questo? Siamo sicuro che sono io lo stronzo?" Abbasso il volto e trattengo un sorriso.

"Anch'io ti amo, Alan. Non ci piove sopra. Ho incontrato te reputandoti il ragazzo a cui piace passare le notti in compagnia e avere vizi che tutti hanno, e sai? D'altronde non sbagliavo. Sono stata capace di giudicare il tuo aspetto, ma non il tuo cuore pieno di rabbia che si è tramutata lentamente in una personalità come poche."

"Bene, adesso me la dai per i prossimi due mesi." Dice baciandomi ed io non riesco a trattenere un sorriso, ma quel momento dura ben poco, visto che arriva una chiamata.

Inizialmente si limita a rispondere alla chiamata con dei monosillabi, come "Si" "Okay" "Va bene" ma poi arriva una risposta, che mi ha fatto perdere mille battiti e sentire il cuore pulsare in gola.

"Non posso raggiungerti adesso, sono con la mia ragazza, passerò tutto il giorno con lei." Si gira verso di me e istintivamente sorride anche lui vedendo come la gioia usciva da tutti i buchi del mio cuore.

Chiude la chiama e fissa il mio volto.

"Mi rendi così felice, Nicolaya." 

"Anche tu, non sai quanto." Dico, baciando le sue labbra.

-Fine

The change [COMPLETA] ||Geôlier.Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu