❁𝟏𝟒

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➹Chapter 14: Pace

Quando Han si svegliò pensò di essere morto per davvero, ma non appena si rese conto di essere in una semplicissima stanza d'ospedale sospirò.

"Se fossi morto veramente per salvare la vita a quell'idiota mi sarei tormentato per sempre." borbottó alzandosi in modo lento dal lettino per poter mettersi seduto.

Si guardò il petto nudo e notò l'enorme cerotto bianco sul suo fianco, alcune immagini del momento in cui gli spararono tornarono nella sua testa ma non riusciva a vedere il volto della persona che aveva sparato.

Un'infermiera entrò nella sua stanza con degli antidolorifici e si sorprese quando vide il minore sveglio.

"Signorino Han! È sveglio! Posso informarlo ai suoi amici allora? Sono qui da ieri pomeriggio."

Jisung spalancó gli occhi mentre prendeva le medicine "Quanti sono?!"

"Ci sono sette persone fuori." confermò la ragazza "Posso farli entrare quindi?" chiese nuovamente.

Han annuí coprendosi leggermente il basso ventre con la coperta.
"Si può farli entrare ma due alla volta, la troppa confusione mi mette ansia."

La giovane annuí, e uscii dalla stanza con un piccolo inchino, dirigendosi verso la sala d'attesa, dove Minho, Chan, Jinyoung, Hyunjin, Seungmin, Youngjae e Jackson risiedevano da qualche ora in attesa di notizie positive.

L'infermiera aprì la porta e subito tutti gli sguardi si poggiarono su di lei.

"Il vostro amico si è svegliato, potete vederlo, due persone alla volta."

Chan si voltó verso Jinyoung e Minho, pensò che loro due dovrebbero essere i primi a visitare Jisung.
Jinyoung era il suo migliore amico.
E Minho....beh Minho aveva bisogno di vederlo.

Gli aveva salvato la vita.
Dopo tutti i litigi inutili che avevano avuto, dopo quel che avevano passato, Jisung aveva fatto capire che non era più un ragazzino come un tempo, e per dimostrarlo si era preso una pallottola al suo posto; e di questo Minho non se ne sarebbe mai dimenticato.

Non era cambiato, era uno stronzo come sempre, lo stesso Minho di sempre, ma non poteva assolutamente esserlo in quel momento con lui.
Da quando Jisung si era messo davanti a lui per salvarlo, aveva iniziato a vedere le cose in modo diverso.

Per la prima volta voleva provare ad essere un nuovo Minho, una nuova parte di lui dove provava a fare una conversazione normale con Jisung senza prenderlo in giro, senza sminuirlo e senza incazzarsi per niente.

"Jinyoung, va prima tu e porta con te Minho." disse Chan indicando la porta con lo sguardo.

"Sei sicuro? Non vuoi andare tu con Minho?" gli chiese Jinyoung guardandolo negli occhi con sguardo premuroso.

"Jisung ha bisogno del suo migliore amico adesso, io lo vedrò dopo, sta tranquillo."

Minho sorrise al più grande e insieme a Jinyoung raggiunsero la stanza di Jisung, che non appena si vide aprire la porta si mise dritto.

Jinyoung lo guardò negli occhi incapace di dire qualsiasi cosa, era come se avesse perso l'uso della parola.

Jisung gli sorrise e spostò leggermente il braccio per impedire al filo della flebo di impigliarsi tra i lati del letto.
"Hey ragazzino."

Nell'esatto momento in cui Han pronunciò quelle parole, il cuore di Jinyoung accennò a fermarsi, per un istante, anche se per un piccolo la sua mente immaginó la sua vita senza quell'adorabile sorriso da scoiattolo e non riuscì più a controllarsi; si avvicinò a lui a passo spedito e lo abbracciò forte.

Lo abbracciò con tutta la forza che gli era rimasta e Jisung, aspettandosi quella reazione ricambiò l'abbraccio accarezzando i capelli corvini del più piccolo.

Minho guardò la scena sentendo un peso poggiarsi sul suo petto, un peso di marmo che lo costrinse a guardare tutto.

Jinyoung nel mentre era già in un mare di singhiozzi e si stringeva a Jisung sempre di più per non lasciarlo andare "R-razza di idiota! Non provare più a morire in questa maniera o giuro che ti verrò a prendere io nell'oltretomba! Fosse l'ultima cosa che faccio!"
esclamò Jinyoung tirando uno schiaffetto sulla spalla del più grande che ridacchió.

"Mi sa che dovrai sopportarmi ancora per un bel pò dolcezza." disse Jisung sorridendo.

Jinyoung annuí sorridendo e si sedette accanto a lui mentre il suo migliore amico continuava ad accarezzargli capelli e viso.

Un colpo di tosse fece distrarre i due che puntarono il loro sguardo su Minho, che era ancora appoggiato alla porta.

"Uhm, Jinyoung, potresti andare a prendermi qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame." gli chiese Jisung e il più piccolo annuí alzandosi dal letto per poi uscire dalla stanza, lasciando i due da soli.

Minho chiuse la porta dietro di sé e fece scivolare lentamente lo sguardo su tutta la figura di Jisung, poi però si rese conto di star guardando troppo il suo petto scoperto e lo riguardò negli occhi.

"Come stai?" gli chiese all'inizio per spezzare quel silenzio imbarazzante.

Jisung sospirò "Sto bene, non è nulla di grave ma non riesco completamente a muovermi, mi fa troppo male." rispose Jisung.

Minho si avvicinò a lui, e Jisung andò in panico quando il maggiore si sedette proprio accanto a lui.

All'inizio, prima di parlare Minho stette un pò in silenzio per poterlo guardare negli occhi, poi però poggió una mano su quella del minore.

"Jisung, grazie di avermi salvato la vita.."

Jisung sentii le guance accaldarsi a quel gesto ma non spostò la mano, la lasciò lì continuando a guardarlo negli occhi.

Da quando Minho era così... sincero?

"Non riesco neanche ad immaginare cosa mi sarebbe successo se tu non mi avessi buttato a terra, ed è la prima volta per me che cerco di non essere stronzo con te perché sì è vero, sono stato un grandissimo stronzo." aggiuse poi Minho.

"Sei stato un vero e proprio figlio di puttana, ma anche io non ci sono andato leggero con te." rispose Jisung afferrando la mano di Minho per stringerla, gesto, che fece portare lo sguardo del maggiore proprio nelle loro mani.

"Non mi sono messo davanti a te per farti sentire in colpa dopo Minho. Volevo farti capire, che anche se ci sono rimasto male per quantico, e per tutte le cose che sono successe dopo, tutti noi possiamo imparare a perdonare qualcuno, e se nel mio caso si può chiamare perdono allora sì, ti perdono."

Minho sorrise per poi pizzicargli la guancia. "E ti sei beccato una pallottola per me? Awww."

Jisung ridacchió e si spostò massaggiandosi la guancia appena colpita, poi lo guardò negli occhi e sorrise.

"Quindi pace fatta?"

Minho annuí stringendo ancora di più la sua mano "Pace fatta."

༄𝐏𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐞𝐫 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora