Il sogno

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II Capitolo
... Lei, Ron e Harry erano arrivati alla stamberga strillante, ma si erano nascosti subito perché avevano visto il signore oscuro parlare con qualcuno. Harry, che apriva la fila, vide il volto del traditore che aveva ucciso Silente senza pietà e quello che provò fu un insieme di rabbia, disgusto e disprezzo.
I tre ragazzi si fermarono ad ascoltare la loro conversazione.

<< Severus la bacchetta non risponde al mio volere!>> disse mellifluo l'oscuro.
Severus sapeva bene a cosa si stesse riferendo, ma non poteva ovviamente dirlo.

<< Mio signore, la bacchetta più potente di tutte è nelle sue mani e con essa ha già compiuto innumerevoli prodezze!>> cercò, come al suo solito, di essere il più convincente possibile, senza mostrare il benché minimo barlume di paura.

<< Sei stato un ottimo servo Severus, ma entrambi sappiamo che essa risponde a te! Perché tu hai ucciso il vecchio mago!>> esclamò girandosi di spalle e tenendo ancora ben stretta la bacchetta.
Severus non ebbe il tempo di reagire o almeno tentare di parlargli, perché con un balzo Nagini si avventò al suo collo e lo morse con forza.

Dopo di che, Voldemort si avvicinò e gli sussurrò << Grazie Severus >>. Si voltò e se ne andò con una calma che, ai ragazzi ancora nascosti, sembrava inumana.
I tre Grigondoro erano sconvolti per quello che avevano visto, ma non avevano tempo per pensare ad un traditore. Questo pensarono Ron e Hermione, ma Harry non poteva sopportare l'idea di farlo morire da solo, anche se si trattava di un assassino, così si avvicinò al professore seguito dagli altri due.
I tre lo videro sofferente, immerso in un mare di sangue fresco, con una mano che cercava di fare pressione sulla nuova ferita. Prontamente Harry cercò di fare lo stesso, quando vide una lacrima sul volto dell'uomo più freddo che avesse mai conosciuto.

<< Prendila Harry>> esclamò Piton, con tutto il fiato che riuscì a trovare, ma con voce straziata dal dolore.
Hermione fece comparire una boccetta e la passò al ragazzo sopravvissuto, che prese la lacrima.

<< Il pensatoio...>> il profess fece un sospiro poi continuò << ... vai>>.
Il ragazzo guardò Hermione e subito si capirono. Mentre lui tolse la mani insanguinate dal collo del professore, lei mise le sue.

<< Ron, io vado nell'ufficio di silente.
Tu cerca Neville e vedete di uccidere quell'essere che striscia ai piedi dì Voldemort.
Hermione tu invece, resta qui e cerca di salvarlo!>>.
Hermione guardò male il ragazzo, ma il suo tono non ammetteva repliche, così alla fine non disse nulla e fece come le aveva chiesto, o meglio ordinato.
Quando i due ragazzi uscirono da quella casa fatiscente, Hermione rimase sola con quel traditore.

<< Andiamo professore, se lei muore poi Harry ucciderà me!>> esclamò la strega, cercando di tenere sveglio l'uomo, mentre pensavo a cosa fare.
Ma Piton era sempre più stanco e dolorante, non riusciva a tenere più gli occhi aperti e neanche voleva farlo. La sua missione era terminata e lui si era sdebitato con Harry, con Albus e soprattutto con Lily. Sofferente, chiuse gli occhi.
La Grifondoro, a quel punto non sapevo più che fare, l'uomo sembrava morto. Così tolse le mani dal suo collo e ancora scioccata, si incamminò verso l'uscita. Ma qualcosa la fece girare di nuovo verso il professore e quello che vide la sconvolse non poco.
C'era Fanny, la fenice di Silente, che curava il suo collo con due lacrime.
"Perché dovrebbe aiutare chi ha ucciso Silente?" Si domandò la ragazza, senza ovviamente avere una risposta. Ora però lei poteva salvarlo. Prese la bacchetta, lo fece levitare e lo condusse all'interno della scuola o meglio, di quello che ne rimaneva.

All'improvviso Hermione si svegliò. Era sudata e ansimava. Si sedette al centro del letto ripetendosi che era solo un sogno, un incubo. Dopo poco Grattastinchi salì sul letto e lei lo accarezzò, ma il suo malumore non era cambiato. Si diede una sistemata, buttando i capelli indietro e scese dal letto dirigendosi in cucina.
La prima cosa ad attirare la sua attenzione fu il libro che stava leggendo la sera prima. Più lo guardava e più pensava al suo sogno e a cosa successe dopo.

Dopo la guerra, infatti, il professor Severus Piton era rimasto in coma a causa del veleno di Nagini, che continuava a scorrergli nelle vene. Harry, in seguito, raccontò la storia dell'uomo doppiogiochista ai membri dell'Ordine rimasti e la notizia si sparse in pochissimo tempo. Poco più di un mese dopo, tutti avevano dimenticato il suo passato e lo acclamavano come uno degli eroi della guerra. Anche chi lo aveva odiato, ora non poteva fare a meno di provare compassione per quell'uomo, che aveva sofferto forse più di tutti.
Anche Harry e Hermione si erano dovuti ricredere sul suo conto. Addirittura quando il prescelto lo disse alla McGranitt, ella cadde in un pianto disperato per non averlo capito prima, ma anche di gioia perché aveva riacquistato un amico. L'unico che ancora non riusciva a fidarsi era Ron Weasley. Per lui, Severus Piton, rimaneva sempre il solito pipistrello dei sotterranei, cinico, bastardo e stronzo. Non riusciva a vederci nulla di buono, per di più era anche stato un mangiamorte al servizio di Voldemort.

Hermione ci rifletté a lungo e non si accorse che era tardi. Quando lo capì, si lavò in fretta e furia, si mise una maglietta a mezze maniche nera e dei leggings comodi, prese la borsa e si smaterializzò all'ingresso di Hogwarts.
Sul portone, trovò già tutti i suoi amici che la stavano aspettando e che si erano preoccupati del suo ritardo.

<< Hey Mione, ci hai fatto preoccupare, non hai mai fatto tardi in vita tua!>> esclamò per primo Ron.

<< Ancora quel nomignolo Ron? Lo sai che non mi piace!>> rispose Hermione e poi continuò << Comunque scusatemi, non ho dormito tanto questa notte e non ho visto l'orario stamattina>> disse in tutta sincerità.
Tutti le risposero che non c'erano problemi e si avviarono insieme nella stanza delle necessità.

<< Ragazzi voi andate, io voglio parlare un attimo con Mione>> disse il rosso, marcando l'ultima parole per scherzare.
Nessuno fiatò e fecero come aveva chiesto, tutti sapevano che c'era una questione in sospeso tra i due.
Anche la ragazza aveva capito, di cosa Ron volesse parlare e in effetti era arrivato il momento.

<< Hermione, durante la guerra noi ci siamo baciati, ma questo tu lo sai. Poi tu mi hai chiesto del tempo. Io non ti ho mai fatto pressione perché so che hai passato un brutto periodo, per la perdita dei tuoi genitori>> Ron sembrava calmo.
<< Ma è passato quasi un anno ormai, dalla fine della guerra e credo che dovremmo capire cosa fare!>> il rosso si fermò per dare ad Hermione il tempo di rispondere.

<< Hai ragione Ron, sono passati esattamente 10 mesi, forse troppo...>> disse la ragazza  con una leggera risata. Si fermò. Poi continuò.
<< Ron tu sei parte del mio cuore....>> prese un bel respire e poi disse.

Perché lei?Where stories live. Discover now