Capitolo Uno - Il Torneo Tremaghi

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Ero seduta al tavolo dei Corvonero, lieta di esser di nuovo ad Hogwarts per il mio sesto anno. Sorrisi e salutai qualche paio di persone della mia casa, che si limitarono ad ignorarmi e sedersi accanto ai loro amici, lasciandomi a ondeggiare la mano e facendomi sentire tremendamente in imbarazzo. C'era almeno un metro di distanza tra me e le persone che mi erano accanto, ma ad essere sincera non m'importava un granché. Mi ero abituata, tanto che lo consideravo un complimento, visto che né sparlavano di me né mi rivolgevano espressioni divertite, come se fossi in qualche modo deformata. Era soltanto dovuto alla mia estrema timidezza, che faceva aleggiare su di me un'impressione negativa e stereotipata.

Ignorando gli sguardi altrui, diedi un'occhiata alla Sala, analizzando chiunque qui dentro. Harry Potter ed i suoi due migliori amici se ne stavano seduti al tavolo dei Grifondoro, confabulando tra di loro. Vidi anche altri del sesto anno di diverse casate, intenti a ridere.

Poi, il mio sguardo cadde su di lui.

Cedric Diggory era seduto circondato da tutti i suoi amici a parlare allegramente. Non era cambiato molto rispetto allo scorso anno, ma di certo non aveva perso il suo fascino. Fantasticai, attorcigliando una ciocca dei miei ricci scuri lungo il dito, immaginando la sensazione di quel gesto su di lui.

Distolsi lo sguardo da Cedric e lo diressi verso la Professoressa McGranitt, non appena posizionò uno sgabello di legno nel mezzo della stanza, per poi uscire. Qualche secondo dopo, le porte si aprirono di nuovo e lei riapparve seguita da tutti i ragazzi del primo anno, dall'aria del tutto terrificata. Sorrisi ai loro giovani visi, sperando che i Corvonero avrebbero guadagnato qualche buon arrivo... ma chi verrà assegnato e in quale casata, rimane incerto fino a quando non viene realmente deciso. Notai che un ragazzo del primo anno era avviluppato nel cappotto in fustagno di Hagrid, che gli stava tanto grande da sembrare che indossasse una specie di tappeto più che un cappotto. Mi chiesi se fosse caduto nel lago durante il viaggio in barca o qualcosa di simile, visto che i suoi capelli erano appiccicati al suo viso, su cui aleggiava un sorriso ampio.

La Professoressa McGranitt si fermò proprio di fronte allo sgabello dove era poggiato il Cappello Parlante, impolverato e rovinato come sempre. La stanza rimase completamente in silenzio per un momento, fin quando il Cappello aprì la sua cucitura -come una bocca- e iniziò a recitare una delle sue canzoni uniche--

"Or sonmille anni, o forse anche più,
che l'ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero un mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell'impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diletti
sceglieva secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava:
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un'occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò!"

Going Unnoticed // Cedric DiggoryWo Geschichten leben. Entdecke jetzt