Capitolo Undici - Dove Suonano Le Nostre Voci

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Più in là durante la settimana, io e Cedric decidemmo di smetterla di procrastinare sulla questione dell'uovo: dovevamo aprirlo. Mi preoccupava il fatto che -però- non ci fosse un luogo tranquillo in cui farlo, non avendo il permesso di entrare nelle rispettive sale comuni e restare soli nei dormitori, e -in aggiunta- il suono assordante ed acuto prodotto dall'uovo non ci dava la possibilità di sfruttare le aule vuote. Fu quando me ne lamentai con Cedric per circa la centesima volta, che gli venne in mente il bagno dei Prefetti al quinto piano. Avevo dimenticato che Cedric fosse il prefetto dei Tassorosso... non che ci fossi arrivata prima- comunque.

E quindi eravamo lì, a camminare verso il bagno dei Prefetti al termine delle lezioni, nella speranza di non essere visti da nessuno e di non cacciarci in guai seri.

"Sei sicuro che ci sia permesso?" gli chiesi lungo il cammino. Cedric si voltò per guardarmi.

"Io ho il permesso. I Prefetti possono venirci anche dopo le nove, perché sono soliti far tardi. Perlomeno, ho sempre fatto così" mi spiegò "Ma dall'altra parte, tu non lo sei, quindi cerca di non dare nell'occhio. Ti darò il via libera, intanto aspettami fuori. Se non verrai beccata, dovrò prendere alcuni punti dai Corvonero. Scusa in anticipo." concluse, quando giungemmo alla porta. "Eccoci qui. Abete fresco."

A quelle parole, la porta si spalancò e Cedric si guardò attorno, per poi spingermi dentro e chiudere la porta alle sue spalle. Tirò un sospiro di sollievo nel realizzare che fortunatamente non c'era nessuno. Mi guardai attorno stupita. Supposi che questo fosse il modo in cui la scuola ringraziava i prefetti per essere così... efficienti. Era un luogo pazzesco. Tutto sembrava esser fatto di marmo bianco e la vasca, se così poteva essere definita, era grande quanto una piscina, ricordando un Bagno Romano. Vi erano almeno cento rubinetti dorati ai lati della vasca e dei morbidi asciugamani bianchi erano ordinati in attesa di venir utilizzati. In uno dei muri, vi era una vetrata colorata raffigurante una piccola graziosa sirena, che mosse la coda e ridacchiò nel vedere Cedric.

Cedric fece cenno di farmi avanti, poiché ero rimasta imbambolata a bocca aperta. Mi oltrepassò ed iniziò ad aprire ogni rubinetto lungo il perimetro della vasca. Una volta terminato, mi sorrise.
Stavo fissando l'uovo che teneva sotto braccio.

"Sai nuotare, vero?" mi chiese, cogliendomi alla sprovvista. Voleva che entrassi anch'io? Pensai che effettivamente l'acqua era invitante e che per di più non nuotavo da tempo.

"Ho frequentato un corso di nuoto per Babbani una volta a settimana, prima di venire qui" lo informai "Mio padre si sedeva e mi osservava fare gare e stare a mollo." spiegai, mentre la piscina continuava a riempirsi. Cedric ripercorse il perimetro della vasca, stavolta chiudendo i rubinetti.

"Eri brava?"

"Più o meno, credo. Me la cavavo. Avevo dieci anni all'epoca, non saprei dirti con esattezza."

Cedric ora si allungò verso il suo zaino, e mi ricordai di aver lasciato il mio al dormitorio. Ci rimuginò dentro, tirando fuori un paio di pantaloni neri e una maglietta dei Tassorosso. Alzò lo sguardo verso di me e agitò un dito in cerchio. Mi ci volle un secondo, ma quando realizzai, non potei fare a meno di arrossire prima di voltarmi.

Mentre Cedric si cambiava, feci scivolare le calze da sotto la mia gonna e mi sedetti sul bordo della vasca, bagnando le gambe nell'acqua calda. Mentre agitavo i piedi, sentii Cedric tuffarsi per poi risalire in superficie, i capelli bagnati sparsi per tutto il viso. Dovetti soffocare un sussulto a quella vista attraente.

"Ed ora?" mi chiese, in attesa di istruzioni.

"Credo che tu debba aprire l'uovo sott'acqua, ma se mi sbaglio allora mi scuso in anticipo per i tuoi timpani rotti." lo istruii. Cedric rise -ma con un velo di nervosismo- per poi nuotare verso la parte opposta e afferrare l'uovo. Prese un lungo respiro e scomparve sotto la superficie. Una luce s'illuminò da sotto l'acqua, emettendo un luccichio dorato. Aveva aperto l'uovo. Sorrisi quando udii una voce calma che intonava una lenta ninna nanna. Non era ben decifrabile, trovandomi al di fuori dell'acqua, ma risuonava comunque placida e tranquilla. Dopo una manciata di secondi, Cedric risalì con un'espressione confusa. Mi guardò, riprendendo fiato con respiri profondi.

Going Unnoticed // Cedric DiggoryWhere stories live. Discover now