Give us a chance

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Contesto: S1x04 (alias il primo episodio in cui Mando comincia a comportarsi da padre)

Personaggi: Din Djarin, Il Bambino, Omera

Genere: flash-fic, introspettivo, fluff (molto poco)

[498 parole]


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"Grazie."

Gli occhi di Omera sono colmi di gratitudine e di speranza. C'è anche qualcos'altro di più sottile che il cacciatore di taglie non riesce a riconoscere. D'altronde, non è mica un droide balia.

Vorrebbe risponderle, ma non trova le parole adatte. Non è mai stato molto loquace, ma questa volta è diverso: vorrebbe davvero dire qualcosa, eppure la voce gli rimane incastrata nella trachea e da lì non accenna a spostarsi.

Alla fine, opta per un leggero cenno del capo, così piccolo che quasi non se ne accorge nemmeno lui.

Appoggia il fucile vicino al resto del suo armamentario. Il Bambino lo guarda, gli occhi neri spalancati e le orecchie abbassate. Si chiede quanti addii abbia già affrontato quel piccoletto, quante persone abbia salutato così, senza capire perché. Forse, tra tutti gli addii, questo è il più duro: in un posto così sperduto, dove può essere amato senza paura, ci tornerà mai?

Il suo sguardo, al sicuro sotto il visore del casco, incrocia quello dei pescatori di Krill che per qualche settimana sono stati suoi compagni d'armi. È stato al loro fianco per poco, eppure guardandoli prova un moto di orgoglio. Nonostante l'uso esclusivo di armi rudimentali e la totale assenza di logica strategica, quei pescatori hanno saputo trasformarsi in coraggiosi soldati. Hanno combattuto con una tenacia degna degli Zabrak, anche se con qualche indecisione iniziale. Din Djarin nel profondo li stima, perché sanno quanto vale ogni singola capanna del loro villaggio, ogni grammo di spotchka prodotto. Perché quella è la loro casa, e il Mandaloriano un po' invidia quel cieco attaccamento a un unico posto.

Per un attimo, tanto breve quanto intenso, si era concesso di immaginare come sarebbe stata la sua vita su Sorgan, lontano dalla Gilda e dai resti dell'Impero. Un attimo solo, il tempo di socchiudere le palpebre e di sentire le mani di Omera sul casco.

Come si fa a mettere da parte la propria vita e a iniziarne una nuova da zero? Come si fa a togliersi l'elmo e a sentire il calore del sole sulla pelle senza timore, senza colpe, senza rimpianti?

Din Djarin non lo sa e non è pronto a saperlo. Non ancora.

Il piccolo emette un gorgoglio basso, riportandolo alla realtà.

Si siede sul bordo del carro, il mezzo si mette in movimento, traballando.

Gli abitanti del villaggio li salutano agitando le mani, ma il cacciatore di taglie ha occhi solo per quel toporagno verde che gli siede accanto. Lo osserva così intensamente che il piccolo si volta. Ha negli occhi un'espressione spaesata, quasi... insoddisfatta.

La muscolatura facciale del Mandaloriano si contrae involontariamente. Gli zigomi si sollevano. Il labbro superiore si ritrae, scoprendo gli incisivi.

Tutto avviene di nascosto, sotto il Beskar. Nessuno si rende conto di questa trasformazione repentina. Neanche Din Djarin si accorge di sorridere, almeno finché non sente il tono della propria voce, addolcito da un intenerimento improvviso.

"Magari ci torniamo."

L'uomo ancora non lo sa che quella è una promessa fatta ad entrambi.



Un po' di precisazioni...

...perché la stesura della tesi mi ha insegnato che se non metti delle note non sei nessuno.

Il titolo è una citazione proveniente dall'episodio, ma il significato è stato ampliato.

Menzione speciale per il "toporagno", com'è stato italianizzato nell'episodio, in riferimento al womp rat (roditore nativo di Tatooine veramente brutto). La traduzione italiana perde tale rimando, ma mi ha fatto ridere e quindi l'ho riutilizzata. *Sorry not sorry*


Angolino oscuro dell'autrice

Su cuy'gar!

Volevo scrivere qualcosa sul Capitolo 15, ma poi mi sono resa conto che – personalmente e almeno per ora – non ho proprio nulla da dire: è stato tutto maledettamente perfetto.

Nel tentativo di ignorare l'ansia per il finale di stagione, ho ripreso in mano la S1 e ho riguardato il primo episodio dove Din Djarin comincia a comportarsi davvero come un padre. Vi assicuro che rivedere la nascita del sentimento paterno, quando si sa già fin dove esso porterà Din, è stato bellissimo e crudele al tempo stesso :')

E quindi nulla, questo è quello che ne è uscito, di getto e senza tanti ripensamenti.

Mi è venuta una pseudo-idea per un'altra one-shot, ma prima volevo fare un sondaggio (stupido): in che rapporti siete con la Teoria della Relatività Generale di Einstein? 

Con questa domanda super vi saluto, che la Forza sia con voi!

Helmwige 

Schegge di Beskar || THE MANDALORIANWhere stories live. Discover now